Proseguiamo la nostra scoperta di nuovi mondi calcistici, questa volta voliamo in Grecia per assaporare la magia del campionato ellenico con Carlo Tagliagambe (Conduttore del programma “Calcissimo TV”).

L’Olympiakos, la nuova formula con i playoff, l’eterna dicotomia tra le squadre di Atene e quelle di Salonicco, la passione per un torneo che negli ultimi anni ha riservato grosse sorprese: questo e tanto altro ancora all’interno della nostra intervista. 

Prima del blocco in Grecia imperversava l’Olympiakos con un distacco importante sul Paok: pensi che al rientro possa essere la candidata alla vittoria finale?

“Quest’anno la favorita di diritto è l’Olympiakos anche perché -dopo aver vinto sette titoli consecutivi- ha voglia di rivincita per le ultime due stagioni che hanno visto trionfare le storiche rivali Aek e Paok. Credo quindi che quest’anno sarà l’anno buono, anche se bisognerà passare, per la prima volta, dai playoff”. 

Da cosa nasce questa tua grande passione verso la Grecia?

“Essenzialmente da vicende personali: da quando sono bambino frequento la Grecia con regolarità, conosco la lingua e amo il senso di comunità che caratterizza il paese”.


A quale giocatore sei particolarmente affezionato? Chi ti ha lasciato qualcosa? 

“Impossibile non citare qualche eroe di Euro 2004: su tutti Traianos Dellas, difensore roccioso che si è fatto rispettare in Italia con le maglie di Perugia e Roma. Poi il portiere Nikopolidis, il George Clooney di Grecia, e l’attaccante Charisteas: fenomenale all’Europeo, ma poi di lui si sono perse le tracce…”

 

Quale giocatore potrebbe diventare importante? Chi potrebbe fare il grande salto?

“Da tempo vado sponsorizzando due nomi: Kostas Fortounis dell’Olympiakos, gran tocco palla ma ancora poca fiducia in sé stesso e Petros Mantalos, trequartista dell’Aek che si sta riprendendo da un brutto infortunio”

Dopo la crisi economica, il calcio greco ne ha risentito? Oppure è riuscito a tirare fuori dai vivai qualche giocatore di importante prospettiva?

“Il calcio greco è stato praticamente azzerato dalla crisi economica: molte squadre sono in dissesto finanziario e solo le big (in mano a potenti imprenditori e armatori) hanno retto l’urto. Solo che, in Grecia, calcio e politica sono strettamente correlati: c’è quindi il consenso politico, spesso e volentieri, dietro alla scelta di ingaggiare ex piuttosto che puntare sui giovani. E la Nazionale paga il conto…”

 

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