Il calcio è arte grazie alle traiettorie dipinte dal pallone e alle giocate dei suoi protagonisti. É ovvio. Il calcio è arte anche grazie alle scie che disegnano le maglie colorate sulla tela verde, alle sciarpe, alle coerografie, ai tifosi, ai loro colori, ai loro canti, ai loro suoni.

I calciatori talvolta sono definiti artisti, ma lo sono più spesso i loro tifosi. Ci sono artisti improvvisati, per passione, artisti di strada, di gradinata, artisti al servizio della propria squadra e ci sono veri e propri artisti, che son tifosi, talvolta anche presidenti o proprietari.

A.S. Velasca è insieme un’opera d’arte e una squadra di calcio regolarmente iscritta e attiva nel campionato CSI di Milano. É stata fondata nel 2015 da Marco De Girolamo, Karim Khideur, Loris Mandelli, Wolfgang Natlacen e Clément Tournus, appassionati di calcio e arte.

La passione per l’arte li ha spinti ad arruolare giocatori dilettanti che, come dei performer, agiscono consapevolmente all’interno di una narrazione che si accosta al calcio, altro asse portante dell’iniziativa. Tutti i momenti che caratterizzano la vita di A.S. Velasca, infatti, vengono accompagnati da opere appositamente realizzate da artisti, scelti dalla dirigenza italo-francese e lasciati totalmente liberi di creare: le maglie da gara, ad esempio, sono state realizzate da Jiang Li (2017/2018), Régis Sénèque (2015/2016), Zevs (2016/2017); la borraccia è di Zhuo Qi; la moneta dell’arbitro è stata realizzata da Nada Pivetta, la bandiera del calcio d’angolo da Kevin Jackson; la bandiera del guardalinee, invece, è stata pensata da Stephen Dean; le sciarpe dei tifosi sono di Thomas Wattebled; le fascie per il capitano sono di Primavera De Filippi (2016/2017) e Patricia Waller (2015/2016), i ritratti dei calciatori di Romina Bassu, mentre i parastinchi e il tabellone sono stati realizzati rispettivamente da Alessandro Belussi e Patrizia Novello. I contributi individuali generano l’opera d’arte totale, che è il Club, la cui identità visiva è rappresentata anche da Le Coq Sportif, che è sponsor tecnico.

L’approccio sperimentale e audace, tipicamente meneghino, si rispecchia perfettamente nel nome e nell’immagine della Torre Velasca, uno dei più noti simboli di Milano, insieme discusso e amatissimo. Il carattere estremamente rarefatto e vagamente sacrale portato dalle opere, sommato ovviamente al tema del calcio vissuto come religione laica condivisa da tifosi e giocatori, diventa la quintessenza del progetto con cui A.S. Velasca si racconta – a Milano, fino al 23 giugno 2018 – all’interno di Edicola Radetzky, che trasforma in un quadretto Ex Voto tridimensionale un infortunio realmente successo in campo e purtroppo comune tra i calciatori: la rottura del crociato. All’ostensione nell’edicola della gamba del calciatore infortunato, riprodotta a Ortisei da uno scultore di arte sacra, si lega l’esposizione dei diversi objets utiles di A.S. Velasca, sospesi all’interno dell’edicola a rappresentare la stasi dell’infortunio.