La nostra intervista ad Alex Alija Čizmić, uno dei fondatori del sito calcio africano, da poco tornato dalla Tunisia dove ha assistito alla finale di Coppa d’Africa.
Da dove nasce la passione per l’Africa e il calcio africano? C’è una squadra che ti ha portato a tutto questo o c’è una storia dietro?
Mi sento di dire che la passione per l’Africa e il suo calcio è solo una parte della passione che mi spinge a esplorare tutte le parti del mondo a me sconosciute. Per apprendere e non dare nulla per scontato. Per apprendere ed evitare di conseguenza il giudizio. Per apprendere e imparare a conoscersi.

Addentrandoci nel progetto Calcio Africano, l’idea nasce inizialmente dalla passione e competenza di Vincenzo Lacerenza che nel marzo scorso, più per hobby che altro, decise di aprire una pagina Facebook sul calcio del Continente Nero. Qualche mese più tardi ci siamo confrontati ed ecco che il 17 ottobre siamo partiti con un progetto più serio e strutturato
Di recente hai assistito in Africa alle due finali di Champions League africana, da dove nasce un azzardo di questo tipo e qual’è la prossima destinazione che hai in mente?
Le finali di Champions League africana hanno una duplice valenza: personalmente si tratta di un’esperienza di viaggio che, a prescindere da tutto, avrei voluto fare prima o poi; professionalmente, se così si può dire, ha rappresentato la volontà di dare spazio a un’area calcistica troppo spesso trascurata in Italia, a partire da subito.

Perché come mi ha insegnato la meravigliosa esperienza all’interno della redazione di MondoFutbol.com (testata giornalistica di calcio internazionale per cui ho lavorato 2 anni che il 21 novembre ha comunicato la chiusura e a cui vanno tutti i miei ringraziamenti, N.d.R.), i fatti vanno raccontati dal luogo degli eventi. E proprio per questo motivo la prossima destinazione che ho in mente è senza dubbio la Coppa d’Africa del prossimo anno.
Parliamo di squadre di Paesi calcisticamente poco trattati, cosa significa essere lì, sul campo? Che differenze ci sono in particolare fra i tifosi egiziani e tunisini?
Beh essere “sul campo” ti dà la reale percezione della situazione che stai vivendo. Ti fa cogliere sfumature che da casa o semplicemente da fuori non potresti cogliere e ti permette di eliminare pregiudizi e filtri di ogni tipo.

Parlando dei tifosi nello specifico, posso dire che quelli dell’Espérance sono stati molto più vivaci e rumorosi (in relazione al bacino d’utenza dei due club). In aeroporto al Cairo, prima della partenza per Tunisi, mi sono imbattuto in un folto gruppetto di esperantistes che hanno improvvisato un’atmosfera da stadio in sala d’aspetto; i tifosi Ahlawy, invece, tanto indemoniati allo stadio di Borg El Arab quanto silenziosi e quasi invisibili in giro per la capitale, probabilmente anche, se non soprattutto, a causa della situazione politica attuale che “sconsiglia” loro di riunirsi e professare la loro fede per l’Al-Ahly.
Personalmente siamo molto incuriositi da paesi come il Senegal o il Sudan perché sono una sorta di confine fra il mondo arabo e quello africano, c’è qualche luogo in Africa che vorresti visitare al di là del calcio e perché?
So che risulterò banale, ma io vorrei visitare tutti i paesi dell’Africa.
Se mi costringi a scegliere, ti dico che vorrei completare tutto il Nord Africa e poi visitare il Senegal. Da sempre, nel mio palazzo, convivo con una numerosissima comunità senegalese che spesso mi ha messo allegria o strappato un sorriso e dunque mi piacerebbe andare alla scoperta della loro terra
