E pensare che io non credevo fosse così tanto speciale. Nel senso, è un grande allenatore, ci mancherebbe ma addirittura Special One, ma, secondo me un po’ hanno esagerato lì a Londra. Forse qualche birra di troppo. Poi è arrivato in Italia e ha fatto quello che ha fatto. Ci sono stato sotto. Cuore rossonero stampato sotto la pelle, per me è stato difficile. Troppo difficile. Mi ricordo quei giorni dove c’era solo l’Inter. Improvvisamente erano diventati tutti interisti. Cioè, se qualche anno prima andavi in giro per Milano e chiedevi alla gente che squadra tifava ti rispondeva Milan, Juventus, piuttosto che dire Inter dicevano Atalanta. Ci sono stati tempi in cui gli interisti li vedevi da lontano, camminavano a un metro da terra. Era il periodo Mourinho.
Ha vinto tutto quello che poteva vincere ma non è questo quello che più mi affascina dell’allenatore portoghese ma la sua autostima, la sua sfacciata autoreferenzialità, la sua forza comunicativa, il suo coraggio, la sua incredibile capacità di incentrare tutto su se stesso e lasciare zero agli altri. È uno che o lo ami o lo odi. È uno che a pelle o ti sta sulle palle o lo vorresti come amico. Ma Mourinho è cosi. Io, qualche anno fa, ho avuto un allenatore che lo imitava in tutto e per tutto. Dal modo di vestire alle parole che usava. Tutto uguale a José. Interista fino al midollo e mourinhano nel cuore, nell’anima e nella mente. Non è facile essere Mourinho, anzi, tutt’altro, dev’essere complicato. Nell’ambiente penso che abbia litigato con tutti, eppure i tifosi lo amano, i giocatori lo seguono, i presidenti lo strapagano e i risultati, prima o poi, arrivano.
Tra tutti gli allenatori è sicuramente quello che attrae maggiormente dal punto di vista mediatico. La sua comunicazione è da studiare. Ma proprio a livello sociologico, le sue massime sono entrate in libri e appuntamenti televisivi. Cioè la frase “chi sà solo di calcio non sa niente di calcio” è sconvolgente dal punto di vista comunicativo è un po’ come la teoria del cine-pugno di Ejzenštein, ossia quel metodo per cui in un modo o nell’altro devi cercare di shockare in qualche modo lo spettatore. Mourinho è un accentratore di notizie. È un aggregatore di informazioni. Tutti vogliono che lui dica qualcosa per fare il titolone della prima pagina. Uno cosi nel mondo del calcio ha spianato la strada a molti altri imitatori ma nessuno è arrivato al livello mediatico del portoghese, nessuno ha la sua forza, la sua irriverenza, il suo finto-menefreghismo-spiccio. Lui è davvero The Special One, con buona pace per chi non lo sopporta e invece lui è lui. Mourinho è unico, ficcatevelo in testa e anzi se non lo avete ancora fatto iniziate a studiarlo davvero perché adesso, al Manchester United, è quasi in letargo perché non sta puntando di fatto al titolo ma vedrete l’anno prossimo o quello prossimo ancora come ritornerà ad essere qual grandissimo, fastidioso, pungente, vendicativo, cabron della comunicazione che ha travolto i mass media di tutto il mondo. Non è mica un pirla.
Auguri José.