Ei fu José Mourinho. Lo Special One ha esalato l’ultimo respiro da allenatore del Manchester United. Il suo corpo oggi vive di ricordi, privato, momentaneamente, della sua ragione di vita. Chi ha saputo la notizia del suo esonero ne è rimasto turbato.

Tutti tranne Paul Pogba e il suo post rimosso; Ole Gunnar Solkjaer, l’Assassino con la faccia da bambino: «Io avrei costruito la squadra intorno a Pogba»; Laurent Blanc, possibile traghettatore infernale; Carrick e McKenna che ad interim guideranno il Manchester United, sogno di chiunque abbia ambizioni da Football Manager, anche solo da videogioco.

I candidati restano in silenzio come il berbero Zinedine Zidane che, forse più di chiunque altro, avrebbe le physique du role per sostituire Sir Alex Ferguson, dall’addio del quale Old Trafford non ha più trovato pace. Zizou è così nobile da saper sedere anche al tavolo degli Dèi. Perché lui sulle spalle dei giganti è già salito: prima ha dominato le Alpi, poi si è preso il trono di Spagna, passando il testimone a Cristiano Ronaldo.

Non parla Antonio Conte e neppure Ryan Giggs, Lucine Favre, Brendan Rodgers, Leonardo Jardim, Eddie Howe, tutti affiancati ai Red Devils nelle ultime ore. Non c’è altro da dire pensando agli ultimi mesi dello Special One. Uomo inviato dal fato, perché nessuno sa dire quando un Signore simile tornerà di nuovo a calpestare le aree tecniche che lui stesso ha occupato, lasciando un percorso di grandi successi, sul campo e in sala stampa.

Prima come appassionato e poi come giornalista, ho visto Mourinho trionfante, sul soglio imperiale, ma ho taciuto senza far prosa. Ho vissuto anche il momento in cui è stato sconfitto. La mia prosa a riguardo ha continuato a restare in disparte e a non mischiarsi a tutte le altre voci adulanti; neanche quando è tornato al potere, prima di cadere di nuovo, a Trafford. Welcome to Manchester, José.

Ora scrivo, un po’ triste per la caduta di un Signore del Calcio che ha segnato un’epoca, senza elogi servili o vili insulti; per la morte annunciata di una figura così importante per il calcio e non solo. Dal Portogallo all’Inghilterra, dall’Italia alla Spagna e poi ancora in Terra d’Albione, le azioni dello Special One seguivano il suo pensiero. Ha condotto imprese epiche che hanno portato il suo nome in tutto il mondo.

É stata vera gloria la sua?

Spetta a coloro che verranno la difficile sentenza. Noi lo salutiamo, convinti di rivederlo presto alla guida del suo prossimo esercito. La pericolosa e trepida gloria dello Special One è l’insofferenza di un animo che serve il regno ma pensa al proprio potere. Quando realizza il suo obiettivo ottiene un premio che sarebbe stato una follia ritenere anche solo possibile.

Ha vissuto di tutto José Mourinho: la gloria, tanto più grande dopo il pericolo; la vittoria e la fuga nella notte di Madrid; il potere regale e l’esilio. Due volte è caduto e due volte è stato sul trono d’Europa, senza mai governare il mondo.

Si diede il nome da solo: The Special One. Due epoche tra loro opposte hanno guardato a lui sottomesse, come se lui avesse in mano il destino. Egli impose il silenzio, sedendosi tra il calcio moderno e quello post-moderno come un arbitro.

Nonostante tanta grandezza è caduto, sulla bambagia di una buonuscita milionaria, che basterebbe già da sola a renderlo Special One per la sua stirpe. Nonostante la gloria è caduto proprio quando ha guidato due imperi dal sangue blu. É caduto quando ha guidato i più nobili del globo: vincenti, presuntuosi e arroganti, proprio come José, e quindi nemici di tutti.

Giuseppe Cacace (Photo credit)

Lo Special One è stato capace di costruire i propri successi circondandosi di nemici, veri o presunti, schiaffeggiati con il guanto dell’ironia, vera o presunta. É caduto proprio quando ha guidato il nemico di tutti, prima in maglia bianca, poi in maglia rossa. É caduto dalle spalle dei giganti, proprio quando pensava di poter vedere più lontano di tutti.

Se ti siedi al tavolo degli Dèi, devi offrire panem et circenses ai tuoi sudditi. Non puoi più essere l’eroe del popolo contro il potere, se sei il potere. Non puoi più rubare ai ricchi per dare ai poveri. Greetings from Manchester, José.