«Write it, don’t say it», un invito a combattere il razzismo con la sua stessa arma: il BUU razzista. L’Inter trasforma BUU in Brothers Universally United. La campagna si pone l’obiettivo si trasformare i buu razzisti in un messaggio positivo.
In occasione di Inter-Sassuolo – il secondo incontro che si è svolto a porte chiuse a causa dei cori razzisti contro Koulibaly in occasione del Boxing Day -, lo stadio Meazza ha visto un allestimento speciale per ribadire il BUU dell’Inter alla discriminazione, qualunque essa sia.
Seguendo questo claim, giocatori, influencer, opinion leader, celebrità e tifosi hanno mostrato il loro BUU sui social. Un cartello, una scritta su una mano, un commento sotto un post.
Tutto questo per trasformare il buu nell’acronimo di Brothers Universally United, fratelli universalmente uniti.
La campagna parte da un video, condiviso sui social di Inter, in cui il Presidente Steven Zhang, il Vice President Javier Zanetti, il capitano Mauro Icardi e alcune leggende del Club si impegnano in prima persona, spiegando come rovesciare il senso del buu da discriminatorio a inclusivo.
«Un cambio di segno da negativo a positivo. È questo che vogliamo ottenere con la campagna BUU, write it, don’t say it», afferma Steven Zhang, presidente del club.