Fabio Quagliarella: un uomo in missione

Nelle ultime stagioni abbiamo assistito all’esplosione in fase realizzativa di un attaccante che in passato aveva spesso lasciato intendere di avere a disposizione tutti i mezzi per diventare uno dei centravanti più forti del panorama calcistico europeo. Vuoi per un pizzico di sfortuna, vuoi per alcune scelte sbagliate, vuoi per delicate e complicate situazioni extra-calcistiche, Fabio Quagliarella non era mai riuscito ad esprimersi sui livelli a cui avrebbe potuto ambire. Da qualche stagione, qualcosa nella sua mente e nel suo animo sembra però essere cambiato e dopo essersi lasciato alle spalle uno dei periodi più bui della propria vita, il bomber campano ha ripreso a segnare e, anzi, a farlo come mai era riuscito in carriera.

La corsa verso il titolo di capocannoniere

A 36 anni suonati, dopo aver messo a segno ben 19 reti nello scorso campionato di Serie A, in pochi avrebbero potuto immaginare che quest’anno Fabio sarebbe stato in grado di migliorarsi. Ciò che nessuno si aspettava, tuttavia, è avvenuto e a due giornate dalla fine del campionato Quagliarella ricopre il primo posto nella classifica dei cannonieri di Serie A e con 26 reti all’attivo e due partite ancora da giocare sogna di conquistare un titolo individuale che avrebbe del clamoroso. I numeri del bomber campano, ad ogni buon conto, fanno impressione e aiutano a comprendere ancor di più la grandezza e la forza di un giocatore che forse per troppo tempo è stato sottovalutato, quasi dimenticato, dal nostro calcio. Quagliarella, come raccontato da Numeri Calcio nella sua carriera in massima serie è riuscito a mettere a segno ben 154 reti, raggiungendo il 24esimo posto della classifica all time dei cannonieri di Serie A, in compagna di Crespo e di Nyers. Numeri che in ogni caso sono destinati a salire, non solo perché nelle due giornate rimanenti il bomber campano cercherà disperatamente di aumentare il proprio bottino ma anche perché, stando alle sue dichiarazioni, ha intenzione di continuare a giocare ancora per molto tempo, confrontandosi a suon di goal con avversari molto più giovani e noti di lui. Ciò che ha impressionato maggiormente in questo campionato è stata la semplicità disarmante con cui Quagliarella è riuscito a battere la concorrenza degli altri bomber, il giovane e dominante Zapata e il fenomeno Cristiano Ronaldo. Con due partite ancora da disputare al 15 di maggio, secondo le scommesse calcio, a quota 1,40 Quagliarella forte delle sue 26 reti e del suo vantaggio sui diretti rivali, è il candidato principale per la vittoria della classifica cannonieri. Alle sue spalle, tuttavia, sia Zapata che Ronaldo non hanno alcuna intenzione di abdicare senza lottare e siamo certi che in queste ultime settimane daranno vita ad una sfida nella sfida che riserverà emozioni a non finire.

Il prototipo del centravanti moderno

Le prestazioni di Quagliarella per fortuna non sono passate inosservate ed hanno attirato l’attenzione di Roberto Mancini che, nonostante abbia deciso di lanciare una giovane Italia e di puntare sui giovani, non ha potuto, né voluto, privarsi della qualità del bomber campano. Dapprima convocato per uno stage, poi per le partite contro Liechtenstein e Finlandia valevoli per le qualificazioni ai prossimi europei itineranti, Quagliarella ha convinto sin da subito compagni e tifosi, riuscendo a mettere a segno una doppietta e diventando il marcatore “più anziano” della storia della nazionale italiana. Dopo nove anni dall’ultima uscita azzurra, Fabio ha finalmente ritrovato la maglia della nazionale e se consideriamo le difficoltà incontrate in queste stagioni da Immobile e Belotti, nulla vieta al bomber campano di sperare di conquistare una maglia da titolare anche per il prossimo torneo continentale. Ciò che impressiona di Quagliarella, oltre alla sua voglia matta di segnare e di determinare, è la sua integrità fisica e la sua rapidità nonostante, non ce ne voglia, non sia più un ragazzino. Con il passare degli anni Fabio sembra aver ulteriormente affinato le sue doti da finalizzatore, risultando forse meno spettacolare in alcune occasioni ma, al contempo, incredibilmente più concreto. L’unica colpa che, forse, potrebbe essere imputata al bomber campano è di essere nato in un epoca sbagliata. Per meglio intenderci, dando uno sguardo ai bomber dei principali top club europei ci accorgiamo di come la quasi totalità degli stessi abbia caratteristiche fisiche e tecniche sinistramente simili a quelle di Quagliarella. Forza fisica, velocità, capacità di giocare tra le linee ma al contempo di attaccare alle spalle la linea avversaria, ottima tecnica, capacità di impostazione e doti balistiche fuori dal comune sono tutte doti che fanno di Quagliarella il prototipo del centravanti moderno. Resta il forte rimpianto che Fabio sia riuscito a raggiungere la sua maturità calcistica solo sulla soglia dei 35 anni e la sensazione è che se ciò fosse avvenuto prima staremmo parlando del bomber campano come uno dei più forti e prolifici della storia recente del nostro calcio.

Così però, soprattutto per colpe non sue, non è stato ma siamo sicuri che Quaglia non abbia nessuna intenzione di guardare al passato e, anzi, sia già proiettato alle ultime partite di questo campionato e a quelle della stagione futura. La lezione che ci ha insegnato in questi anni Fabio Quagliarella è che l’età, in fin dei conti, rappresenta solo un numero e che con forza, volontà e convinzione nei propri mezzi, nessun obiettivo e nessun sogno sono irrealizzabili. Da parte nostra non possiamo fare altro che augurare a Fabio di continuare a fare ciò che ama fare nella speranza che, divertendosi, possa seriamente pensare di fare qualcosa di importante anche con la maglia della nazionale azzurra.