Questo sabato si sfidano per il terzo e quarto posto della Coppa d’Africa “la terra degli uomini integri” e “il re guerriero”, ossia Burkina Faso contro Ghana. Sono questi infatti i significati di 2 nomi che a noi suonano tanto lontani e sconosciuti ma che si uniscono indissolubilmente in un mosaico che fa rima con riscatto coloniale ed autodeterminazione. È infatti qui che 1960 per la prima volta un paese dell’Africa Sub-sahariana si proclama indipendente ed è anche qui che inizia l’epopea di Kwame Nkrumah che, con la sua ambizione per l’indipendenza economica africana ispirò poi Thomas Sankara, figura chiave per l’intera storia moderna del continente e soprannominato da molti come il “Che” africano, sconvolse il proprio paese proclamando per la prima volta in Africa la lotta all’AIDS e l’emancipazione femminile., oltre che al debito che tali nazioni avevano con le ex-potenze coloniali.

Il Ghana e il Burkina Faso continuano a stupire, anche al di fuori della politica, con 2 squadre che negli ultimi anni, in particolare il Ghana, ha fatto piangere qualsiasi appassionato delle “piccole” come il sottoscritto quando ai mondiali arrivò ad un passo dal qualificarsi per le finali e che solo un rigore sbagliato da il suo capitano e stella Asamoah Gyan sbagliò il rigore che rese tanto celebre Luis Suarez al mondo, portando ai rigori una delle partite più combattute nella storia recente dei mondiali e di sicuro una delle più sentite in un continente che continua a sfornare potenziali talenti e vincitori di premi individuali ma che ancora oggi fatica ad emergere in competizioni internazionali. Ricordo ancora con amarezza quella partita per le lacrime di un guerriero che con il suo pianto portò l’Uruguay dopo decenni ai vertici del calcio mondiale, trascinando la sua nazione nell’abisso.

Di fatto il Ghana continua a sentire la batosta ricevuta “in casa”, tanto da non riuscire poi a conquistare più nessun titolo nemmeno in Coppa d’Africa, territorio nel quale fino a pochi anni prima era stata una delle nazioni al vertice, riuscendo a conquistare ben 3 edizioni ma salendo solo sul podio nelle ultime 6, come Icaro, tanto vicini al Sole ma senza mai riuscire a toccarlo. Dall’altra parte invece il Burkina Faso è una delle nuove scoperte per il calcio africano, nel 2013 riuscì infatti per la prima volta ad arrivare secondi, battendo in semifinale proprio il Ghana e garantendo al proprio bomber Jonathan Pitroipa il titolo di stella del torneo. Forse per “il re guerriero” non sarà l’anno della vittoria, ma avranno di sicuro la possibilità di rifarsi per il recente smacco, staremo ad osservare con attenzione, sperando che parte della magia che queste giovani e calde nazioni possano illuminare la notte, portandoci a scoprire un nuovo talento made in Africa e , ancor più banalmente, a divertirci, con lo spirito di un Africa che chiede riscatto a livello internazionale, quantomeno sportivamente parlando.