In poco più di ventiquattro ore abbiamo assistito all’ennesime dichiarazioni al veleno in quell’ambiente, come sempre placido e disteso, che è la Serie A. Probabilmente queste poche righe serviranno solo a ribadire un concetto espresso più e più volte da chiunque, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: non è questo che vorremmo sentire da esponenti di spicco del nostro sport.

Partiamo dal principio e dalle parole di Beppe Marotta. L’amministratore delegato della Juventus ha pochi giorni fa risposto a una domanda riguardo le proteste del popolo nerazzurro e della stessa Inter sull’arbitraggio nella sfida dello Stadium. Marotta si è detto imbarazzato dalla scia di polemiche e ha sostenuto che in Italia andrebbe allenata innanzitutto la cultura della sconfitta. Tutto condivisibile, se non fosse che lo stesso Marotta ha altresì protestato a sua volta in altre occasioni. Certo, ci si sarebbe potuti concentrare solamente sulle ultime parole del dirigente bianconero, visto che effettivamente la cultura della sconfitta in Italia non esiste davvero. Ma si sa, noi non siamo certo un popolo con una sana cultura sportiva, anzi.

John Elkann
John Elkann

John Elkann spara a zero sull’Inter

Il secondo capitolo di questa vicenda è firmato da John Elkann. Il presidente di Exor ha dichiarato (ai microfoni dei soliti giornalisti/giornalai che imperterriti vogliono puntare i riflettori sulle polemiche per vendere qualche copia in più) che, e qui citiamo testualmente: “Sono d’accordo con Marotta che l’incapacità dell’Inter a non sapere perdere, anche se dovrebbe essere abituata, è abbastanza stupefacente”. Ora, a prescindere dalla domanda volutamente maligna, questa era una risposta del tutto evitabile. La stoccata, gratuita e nemmeno tanto velata, ai rivali dell’Inter è stata una grossa caduta di stile da parte di Elkann che, pur non essendo immerso in prima persona nella società Juventus, dovrebbe almeno attenersi allo “Stile Juve” che ha spesso contraddistinto la Vecchia Signora in dichiarazioni e comunicati.

Radja Nainggolan
Radja Nainggolan

Radja Nainggolan odia la Juventus

Ultimo, ma non meno importante, il video di un tifoso della Roma che riprende Radja Nainggolan che si intrattiene in conversazione con i suoi supporters. Nel suddetto video Nainggolan sostiene che fin da piccolo “odia” la Juventus, visto che quest’ultima ha vinto sempre grazie a “rigori e punizioni”. Ovviamente stiamo parlando di un calciatore impegnato a intrattenersi con degli ultras e sappiamo benissimo come alcune situazioni possano spingere qualcuno a fare delle dichiarazioni ellittiche per caricare o non deludere chi ascolta. Succede anche nelle conferenze stampa ufficiali. Anche Nainggolan però di certo poteva risparmiarsi queste parole, visto il professionista che è.

Cultura dell'odio
Cultura dell’odio

La cultura della sconfitta e dell’odio

Oltre a una cultura della sconfitta, in Italia andrebbe insegnato anche ad evitare come la peste un altro tipo di cultura: la Cultura dell’Odio. Perché la suddetta non porta altro che polemiche, dissapori e altro odio. E conosciamo troppo bene purtroppo i risultati che quest’odio porta dentro e fuori dai campi sportivi, quando sfocia in violenza. La verità è che a qualsiasi categoria, il nostro calcio è ormai pregno di questa Cultura dell’Odio. Per questo gli stadi sono sempre più vuoti, per questo ci sono continuamente scontri tra tifoserie, per questo un ragazzino degli esordienti viene insultato da dei “genitori” seduti sugli spalti. L’agonismo e la voglia di vincere, così come cori, striscioni e sfottò, sono sempre esistiti e giammai vorremmo che smettessero di esistere. Ma “quello che succede sul campo, rimane sul campo” ed è esattamente così che vorremmo vedere i nostri tifosi negli stadi. Dirsene di tutti i colori sugli spalti, per poi bersi una birra insieme dopo le partite. O anche ignorarsi e tornare a casa. Ma di certo non menarsi o a volte uccidersi per una Cultura dell’Odio alimentata a volte anche dagli stessi addetti ai lavori.