Di Maria festeggia i 29 anni in grande stile stendendo il Barça negli ottavi di Champions
Tutti abbiamo sempre sognato di festeggiare un compleanno in grande, chi con le ballerine che escono dalle torte e chi con il grande amore, ma se vi dicessero che proprio in quel giorno potreste asfaltare in champions quello che per anni è stato il vostro grande rivale?
È quello ch’è successo ieri a Di Maria, una vita nel Real fatta di vittorie contro tutte le altre e di sconfitte contro il grande nemico Blaugrana ma che ieri, proprio nel giorno del suo ventinovesimo compleanno, è riuscito a prendersi la rivincita che mancava da anni a lui e al Psg, altra squadra troppo spesso vittima dei catalani. Ma partiamo con ordine: la gara si preannuncia sin dall’inizio come una partita al cardiopalma e con altissimo tasso di spettacolarità, gli spalti sono gremiti e incitano i parigini a lottare come leoni per non cedere nemmeno un metro del campo di battaglia.
Al 18esimo la apre proprio il festeggiato, segnando un gol da punizione che colpisce subito il Barça, che però prova subito a rimettersi in partita con Andrè Gomes che però la butta al lato, da lì in poi è solo Psg, il neoacquisto Draxler viene servito da un Verratti in eccezionale stato di grazia e beffa nuovamente Ter Stegen.
Nella ripresa ci si aspetta una reazione da parte dei Blaugrana ma arriva l’ennesima legnata messa a segno da l’Angel di Rosario che come l’angelo dell’Apocalisse torna in campo a seminare terrore fra i fedeli del tiki-taka e al 10° del secondo tempo segna il gol del 3 a 0. Ormai c’è solo una squadra in campo, ma questo non basta a fermare la sete di sangue dei parigini che 27esimo la chiudono definitivamente sul 4 a 0 con El Matador, l’altro festeggiato di questa sera, che come un torero finisce la bestia feroce, troppo stanca e umiliata ormai per reagire.
La partita poi si conclude e al Barça non resta che ammettere la sconfitta, mentre il Psg festeggia facendo portare una torta negli spogliatoi, i festeggiamenti per un Angel che ieri sera è volato in Paradiso, portando con sé la propria squadra e trascinando in un incubo la formazione tanto odiata.