Ci sono squadre, come il Real Madrid, che sono abituate a vincere, soprattutto in Champions League, che se non ottengono almeno un titolo in un anno possono considerare quella stagione come fallimentare, e ce ne sono altre, come il Napoli, che ogni trofeo è una festa che coinvolge tutta la città nel peggiore dei casi, ma nel migliore coinvolge tutta la regione.

Diario di quel ch’è stato e che potrebbe essere

Ne ho avuto la prova quando andai a Napoli il 22 dicembre 2014, la sera della Supercoppa italiana, certo non era la finale di Champions League, stavo guardando la partita a casa dei miei parenti napoletani, una pizza margherita e il Napoli in televisione, solo se fosse stato Capodanno sarebbe potuta essere una situazione più partenopea.
Ad un certo punto segna Tevez, la città per magia si spegne, urli da ogni parte del vicinato, le possibilità di vincere sembrano lontane e tutta la partita prende una nota malinconia con i miei cugini che iniziano già a criticare Benitez per aver preferito De Guzman a Mertens. Al 68esimo però Higuain segna e tutti ritornano al proprio posto, più concentrati che mai in una partita dove si sente che potrebbero accadere sorprese.
Tempi supplementari, la Juve raddoppia con Tevez ma il Napoli c’è e pochi minuti prima della fine Higuain mette a segno la sua doppietta: calci di rigore. A Napoli, non c’è bisogno di specificare, la scaramanzia è un elemento costante nella vita di ogni giorno, in un momento chiave come quello poi, diventa qualcosa di necessario e fondamentale.
Ricordo ancora i cornetti tirati fuori e i gesti scaramantici di mio nonno che per come sono cresciuto io mi danno un sapore di casa altrimenti impossibile da trovare e al tempo stesso impossibile da decifrare per chi non c’è cresciuto. Tevez al dischetto la tira fuori, adesso la tensione è massima, va al dischetto Jorginho, che però la sbaglia pure lui, si susseguono diversi rigoristi che agiscono esattamente come la loro controparte, i miei parenti iniziano a perdere la pazienza, sentendo che questa partita potrebbe essere destinata a non finire mai. È però il turno di Padoin che la sbaglia, ormai la città si aspetta che la sbagli anche Koulibaly che invece la butta in rete. Il Napoli vince la Supercoppa, la città esplode.

Inizia la festa

Improvvisamente si sentono dei fuochi d’artificio e la città festeggia all’unisono. I nostri cugini ci fanno cenno di scendere perchè è la festa del popolo e va vissuta in strada, quando stanno prendendo i motorini tiro fuori il casco, mio cugino mi guarda e mi fa “Stasera stiamo più sicuri senza questi sent’amme”, come prima cosa scendiamo sul lungomare di via Caracciolo, in mezzo ad una macchina senza tettuccio con al gente dentro che ci balla sopra e ai carabinieri che festeggiano pure loro come pazzi.
Ad un certo punto a mio cugino viene voglia di andare alla massima velocità sul marciapiede, un’esperienza fantastica, peccato che duri poco perchè almeno altre 50 persone hanno avuto la nostra stessa idea, poi ci dirigiamo verso una piazza con una fontana dove i miei cugini volevano beccare dei loro amici. Una volta tornati lì però c’accorgiamo che è tardi ed è tempo di tornare indietro, prendiamo un tunnel che passa in mezzo alla città ed è l’unico punto in cui mio cugino ha davvero paura, nel bel mezzo dei festeggiamenti un petardo ci piove a mezzo metro dal motorino e solo con un rapido movimento lo riesce a schivare. Una volta tornati a casa ci godiamo gli ultimi pezzi di pizza, godendoci una dall’alto di casa nostra.
Non so se il Napoli potrà mai pensare di vincere contro una formazione come quella dei Galacticos, abituati a vincere dalla loro fondazione, con giocatori come Benzema, Bale e CR7, so solo che gli azzurri faranno di tutto per dare una gioia ai propri tifosi e per regalare una vittoria che sarebbe come uno scudetto, in una città dove metà del popolo ha come seconda squadra il Real e l’altra il Barça, ma sopratutto in una città che ha fame di vittorie e di superare, finalmente i traguardi raggiunti ormai decenni fa con El pibe de oro. Vamos Napoli