“Tu quoque, Leicester, filli mi!” Potrebbe essere questa la frase pronunciata da Claudio Ranieri, l’ex re della Premier, ormai tradito dai propri fidati giocatori

Claudio e Giulio, i 2 romani che hanno conquistato il mondo

Tutto era iniziato come un sogno, qualcosa di magico che sai che accadrà una volta e poi mai più, come Cesare in Gallia, Ranieri in Inghilterra. Raggiungere qualcosa che sembra lontano allo sguardo di colui che non è un sognatore, ma estremamente palpabile per questi 2 romani che hanno conquistato il mondo.
Giulio secoli fa e Claudio l’anno scorso. Delle loro imprese non serve dire altro, perché certe leggende si tramandano di padre in figlio e sono scritte dentro di noi sin da quando nasciamo. Come Cesare, Ranieri in Inghilterra però, perché è dopo i grandi traguardi che arrivano i pericoli.
Una volta vinta la Premier il buon Claudio rifiuta di essere un allenatore e diventa un uomo del popolo, non vuole andare ad allenare in un altro club perché lui non è come gli altri. Di allenatori come Claudio non ce ne sono, non c’è nulla da fare ma la grandezza per alcuni è un male.
Claudio Ranieri

L’inizio del tradimento

L’anno successivo alla vittoria del titolo il club e la squadra si aspettano gli stessi risultati e vanno dal romano a chiedere miracoli, non hanno capito che lui è Cesare, non un profeta e che i miracoli accadono una volta sola. La stagione inizia e si capisce che l’impresa non si ripeterà, iniziano i primi mal di pancia ma Claudio rimane al suo posto. Non vuole lasciare, vuole portare il suo club in alto o perire provandoci.
Il Leicester si qualifica agli ottavi, si riprende un po’ di fiato, il primo risultato raggiunto. È in Premier però che iniziano ad esserci i problemi più gravi, con una media di 0,8 punti a partita si ritrova ai margini della classifica e la squadra inizia a dubitare di lui, volevano dei risultati diversi, volevano essere ancora i campioni.
La congiura è ordita in silenzio, negli spogliatoi e quando Claudio non c’è, nessuno deve sapere del tradimento. Alcuni dei senatori però si rifiutano: “siamo ancora in corsa su tutte le competizioni, è troppo presto”. Poi però la sconfitta contro il Millwall e la decisione “alla prossima occasione lo facciamo fuori”, ne parlano con la società che da il suo beneplacito, si può fare. La congiura è ordita.

 Millwall Leicester

L’assassinio

Il vecchio tecnico lo sente, lo percepisce nell’aria, ma si rifiuta di credere del tradimento dei suoi ragazzi, di quelli che ha portato in Paradiso, di quelli hanno gioito e festeggiato con lui, condividendo gioie e dolori in tutto questo tempo, come dei soldati romani.
Dalle sue conferenze però si nota che il dubbio lo attanaglia, anche se finge che non sia nulla. La società prova a tranquillizzarlo, gli offre le rassicurazioni come quelle che si danno al condannato a morte prima dell’esecuzione, per non farlo scappare, per tenerlo al suo posto fino al tempo adeguato.
Il 23 febbraio si gioca la Champions, andata in casa del Siviglia, finisce 2 a 1 un successo per qualsiasi squadra, il pretesto perfetto per chi aspettava solo una sconfitta per portare a termine un assassinio pensato già da tempo. Le pugnalate in questo caso sono 26, 3 in più del suo avo, ma le ferite che forse fanno più male in assoluto è quella del suo pupillo, quello che è stato grande grazie a Claudio, quello che grazie a lui ha cambiato per davvero la sua storia: Jamie Vardy.

Claudio Ranieri Jamie Vardy

La fine di una leggenda

La mattina dopo è un delirio, a porgere omaggio alla tomba del caduto vanno tutti. Da Mourinho a Lineker, passando per la Gazzetta e il Daily Telegraph e finendo con Mancini, suo possibile sostituto. Nessuno vuole allenare un club in cui la riconoscenza per un titolo insperato sono 26 pugnalate alle spalle, pensate al buio, senza che nessuno se ne accorgesse, per uccidere un sovrano che si era spinto troppo in là. Forse il suo vero errore è stato quello di non esser cinico, ma nessuno potrà cancellare la sua impresa, perché gli uomini vanno e vengono, ma le leggende non possono esser cancellate.
Claudio Ranieri