Ieri per la prima volta sono stato allo Juventus Stadium. Grazie al mio lavoro, un noto marchio svizzero di orologi mi ha invitato nel suo prestigioso sky box per vedere la semifinale d’andata di Coppa Italia Juventus-Napoli.
Ho chiesto se potevo andarci con mio fratello, e mi hanno accontentato, ma dopo 5 minuti dall’inizio della partita, il nostro vero desiderio, era di trovarci altrove. E alla fine il giuramento: in quello stadio non metteremo mai più piede. Mai più allo stadio per vedere Juventus-Napoli.
Appena entrati nello stadio superiamo con facilità i servizi di controllo, un’hostess dopo l’altra ci indirzza verso il nostro sky box. Attraversiamo anche un prestigioso ristorante: prima della partita esclusiva cena per gli ospiti, per addolcire la nostra pillola amara. Il menu è napoletano, dicono che è adattato alla partita. Contro il Palermo c’erano i cannoli. Bella idea, anche se quella che ho mangiato non era degna di chiamarsi pastiera napoletana.
Da amanti del calcio andiamo subito a dare uno sguardo al campo
Dallo sky box notiamo subito la bellezza della struttura, nulla da dire. Stadio moderno, secondo forse solo al Mapei Stadium (e non è una battuta). I tifosi della Juventus non sono ancora arrivati, quelli del Napoli per ordine della prefettura non arriveranno. Per tutta la partita uno spicchio di stadio rimarrà vuoto, ad evidenziare la sconfitta delle istituzioni.
Mio fratello mi fa notare alcuni striscioni: Corato bianconera, Andria presente, Juventus Marche, Bisceglie ovunque, Ragusa presente, Forlì juventina. E i tifosi piemontesi della Vecchia Signora dove sono? Sorridiamo perché entrambi pensiamo che il tifo, quello vero, debba essere frutto di una radice, di un’identità, perché allora, tanto vale tifare Real Madrid, come tra l’altro fa un nostro amico che prendiamo puntualmente per il culo (scusa Davide). Nella foto qui sotto singolare l’affiancamento tra lo striscione “senso di appartenenza” e “Porto Ercole”.
Ci sediamo, stanno per entrare le squadre in campo. Incredibile gioco di luci in stile NBA. Lo speaker legge in modo sterile la formazione del Napoli e poi si gasa per l’ingresso dei campioni d’italia (concedetemi il minuscolo), ma noi al San Paolo abbiamo il migliore, Decibel Bellini, quindi niente paura. Sorridiamo e pensiamo che forse a De Laurentiis piacciono questi giochi di luce. Lui d’altronde per una presentazione del Napoli ci ha rifilato le majorette… (difficile da rimuovere).
Comincia la partita e partono i cori degli oltre 10 mila meridionali che occupano la curva dei fedelissimi bianconeri. I “cattivissimi” Drughi (per fortuna non quelli di Arancia Meccanica). “Noi non siamo napoletani”. Fin qui… potrebbe essere un dato di fatto. “Chi non salta napoletano è”… e chi c’ha voglia di alzarsi a saltare. Io sono napoletano e me ne resto volentieri assettato, anzi grazie del pensiero.
Poi succede l’incredibile. Valeri mostra un cartellino giallo ad Asamoah, e uno di quei veri tifosi juventini, penso di Prato, non ce la fa più, si alza e urla: “Arbitro cornuto!”. E noi che pensavamo ci fosse del rispetto tra juventino e arbitro: insomma, condividendo gli stessi obiettivi, un minimo di senso di appartenenza si costruisce.
Sentiamo lo stesso toscanaccio alle nostre spalle che parlando con un suo amico dice: “l’arbitro oggi ha il cartellino facile”. Guardiamo l’orologio, siamo al 26° minuto. In quel momento mi riprometto di studiare una statistica sulla media del primo cartellino giallo contro la Juventus a Torino.
Il Napoli segna, stadio in silenzio. Io e mio fratello ci alziamo ed esultiamo (educatamente): nessuno ci insulta.
Restiamo piacevolmente sorpresi. Dopotutto siamo nello sky box, mica in curva. Infatti nella tribuna davanti a noi partono due mini risse, e c’è chi giura di aver sentito un tifoso con un trapianto ai capelli chiedere “Chi è quella merda che ha esultato al gol di Callejon”?
Il Napoli è in vantaggio e non va bene
Qui lo Stadium mostra tutta la sua immensità con i soliti beceri cori: da “Vesuvio lavali col fuoco” a “Napoli merda, Napoli colera…”. Perfino un elegantissimo tifoso juventino in giacca e cravatta che dallo sky box vicino, preso dall’irrefrenabile trance agonistica, urla un “napoletani di merda!”. Vorrei ricordargli che noi siamo lì a 2 metri, ma poi mi abbasserei al suo livello.
Finisce il primo tempo. Tutti al cesso. L’idea è quella di farla fuori dal vaso per dispetto. Alla fine ci comportiamo da persone per bene. D’altronde il Napoli sta vincendo a Torino e sicuramente chi andrà a pulire i cessi sarà un pover’uomo dell’impresa di pulizie che magari tifa Toro.
Juventus-Napoli: durante l’intervallo tutti tristi
Nell’intervallo andiamo a bere il caffè, ma l’errore tragico è averlo bevuto dal lato opposto del bancone. Prima della partita avevamo bevuto dal lato sinistro, ora dal lato destro. Chi è scaramantico come noi ci fa caso a queste cose. Ma che poi, si fanno più per ridere che per altro. Torniamo nello sky box e i nostri compagni di viaggio hanno aperto lo champagne. Il toscanaccio juventino puro sangue ci offre gentilmente un calice. Accettiamo, d’altronde stiamo vincendo, ma loro sono sicuri, alla fine vincerà la Vecchia Signora.
Le squadre rientrano in campo e nemmeno il tempo di sederci ai nostri posti, che la Juventus sta calciando un rigore. Da casa dicono dubbio, noi dallo stadio non possiamo saperlo: 1 a 1. Poi il secondo goal lo segna Reina, che con tutto il rispetto per la sua carriera, dovrebbe aver l’umiltà di lasciare spazio a un portiere più giovane. Uscita a vuoto e gol-cross di Higuain.
Gli stessi che dicevano che Tevez è più forte di Higuain, cominciano a cantare “Siete venuti fin qui per vedere segnare Higuain”. Ma a chi si rivolgono se non ci sono tifosi del Napoli? Ai calciatori? Chissà come si saranno offesi a morte.
Vendere Higuain è stato un affare per il Napoli, e non voglio ripeterlo più. Non metto in discussione il calciatore, grande fuoriclasse, ma venderlo per quelle cifre all’età di 29 anni è come vincere la lotteria di capodanno.
Juventus-Napoli come Iuliano-Ronaldo del 98
Minuto 68. Doppio fallo su Albiol in area di rigore bianconera, Valeri fa andare avanti il gioco. Sul contropiede, Reina in uscita su Cuadrado provoca il secondo calcio di rigore. Dalla moviola poi si vedrà che Reina tocca nettamente il pallone e poi Cuadrado, che invece di saltare, gli cade addosso. Stile Juventus, Valeri segue il copione e la Juventus si porta sul 3 a 1. L’azione ricorda un famosissimo Juventus-Inter con lo scandalo per il rigore non dato a Ronaldo.
Capisci che tutti sanno che finirà così quando vedi i tifosi bianconeri abbandonare lo stadio all’85°. Fuori c’è troppo traffico, non ci sono vie di fuga dallo stadio verso l’autostrada. Restiamo incastrati. Ma come? Non è uno stadio nuovo? Non hanno pensato alle vie di fuga per evitare il traffico?
Mentre siamo in macchina, il nostro amico forse di Prato confessa: “secondo me c’era più il rigore su Albiol che quello su Cuadrado”. Ci piacerebbe dirvi che alla radio c’era una bella canzone, ma stavano ascoltando le cazzate di qualche tifoso juventino con accento romagnolo su Radio Sportiva. Il ritorno a Milano è stato veloce e appena arrivati a casa, abbiamo davvero sentito la necessità di farci una bella doccia. Saranno felici i nostri amici di Corato, e quelli di Andria o di Ragusa, a sapere che ci siamo lavati, per levarci di dosso tutti quegli insulti.