Inizia la Chinese Super League, a qualcuno potrebbe ispirare, a ragion veduta, un erede del calcio arabo con gli occhi a mandorla, a me, affascinato da Tiziano Terzani ispira un mondo nuovo, da scoprire ed esplorare appieno.

Non nascondo che prima di documentarmi per quest’articolo ero completamente novizio della concezione di calcio in Cina con l’avvento della Chinese Super League, i miei interessi in questi anni si sono concentrati sopratutto sulla cultura di questo grande paese troppo spesso sfruttato dai suoi stessi abitanti.
Un paese che solo recentemente si è affacciato sul grande palcoscenico mondiale, stupendo, incantando e talvolta facendo imbestialire chi vede in esso una semplice forma di un’ennesima emulazione di un prodotto di successo made in England. È stato Xi Jinping, l’attuale presidente cinese a reintrodurlo ad alti livelli, ma la storia, quella non si può cancellare.

tsu-chu
illustrazione dello tsu-chu

Le origini del calcio in Cina fino alla Chinese Super League

La Cina è stato il primo paese ad introdurre questo gioco, un tempo veniva chiamato Tsu-Chu, ovvero “palla calciata con i piedi”. È grazie a Huangdi, figura leggendaria della tradizione cinese, che si deve la sua rapida espansione. Fin da subito il calcio non mancò di esser la forma di riscatto, un contadino poteva sfidare un funzionario statale e batterlo, per la prima e forse unica volta nella sua vita. Come al giorno d’oggi, ma con una valenza in più, in uno stato dove da sempre le classi dominanti hanno da sempre rappresentato il potere assoluto, quella vittoria aveva un sapore magico ed irripetibile.

La fine dello Tsu-Chu

Con l’arrivo di imperatori rigidamente confuciani però la situazione cambiò. Il calcio scomparve, lasciando nient’altro che reperti di una splendida e florida epoca passata. Con la colonizzazione questo gioco tornò in auge nel paese, gli europei però, arrivati da conquistatori, imposero le loro nuove idee e delle concezioni moderne, cancellando così per sempre il tradizionale Tsu-Chu.

La nascita del primo campionato nazionale fino alla rivoluzionaria Chinese Super League

In seguito alle varie rivoluzioni la Cina si liberò definitivamente del peso europeo dalla politica e dallo sport, riuscendo finalmente ad esprimersi di nuovo in maniera autonoma ed indipendente. Tutto questo creò poi i presupposti per una nuova fase, paragonabile all’alba del nostro calcio, tante piccole squadre amatoriali che si sfidavano in giro per la Cina. C’era la squadra dei militari e quella dei cantieri navali, piccole realtà che concepivano il calcio come un divertimento per i lavoratori a riposo dopo le lunghe ore di lavoro. Sono gli anni della leggenda di Lee Wai Tong e delle sperimentazioni, con i cinesi che iniziano ad apprezzare appieno questo sport dopo anni bui ed incertezze derivate dalla difficile situazione politica e culturale.

Una Cina in crisi

La Cina infatti esce dalla Rivoluzione Culturale di Mao letteralmente distrutta, gli antichi culti sono proibiti e persino l’urbanistica della nuova Pechino viene completamente modificata. Lo si vede nei diari di Terzani, quando parla di Pechino, città sacrificata per essere l’esempio fisico della nuova Cina. I cittadini comuni se ne accorgono, nulla sarà come prima, a partire dalle usanze per poi finire nello sport. Già, lo sport, che in questa storia torna continuamente ed in maniera sempre più forte. Una volta morto Mao è il caos più totale, l’inviato toscano scriverà che il centro della Cina si spostò sulle spoglie del leader defunto, concentrando su di essa ogni tipo di attenzioni.

Mao Zedong

Deng Xiaoping e la Jia-A League: fino alla Chinese Super League

In mezzo ad una Cina con gli occhi ancora pieni di lacrime per il suo emblema caduto si fece strada Deng Xiaoping, quest’ultimo portò idee rivoluzionarie per il paese che andarono ad incidere sia sulla sfera culturale che economica. La più importante di queste fu quella di apportare degli elementi tipicamente capitalistici ad un sistema rigidamente socialista. È grazie a questi infatti che si può parlare di 3° rinnovamento del calcio cinese, quest’ultimo avviato con la creazione della Jia-A League, la prima competizione semi-professionistica cinese. Essa prevedeva l’esistenza di due campionati e la possibilità di far sponsorizzare i club da grandi aziende esterne al mondo del pallone. Inizialmente fu un successo, poi la crisi. Stadi quasi vuoti e scandali per partite combinate ne decretarono la fine, la morte di Deng fece il resto.
Finalmente nel 2004, sotto il governo di Hu Jintao, si assiste alla definitiva nascita della Chinese Super League. Un campionato nuovo, nato dalle ceneri del primo per sorprendere il mondo.

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Logo della Chinese Super League

La seconda parte con tutte le novità della Chinese Super League