Nel calcio i colori sono importanti. Ogni squadra – e di conseguenza ogni giocatore e tifoso – si identifica con uno o più elementi cromatici. Eppure è un aspetto ancora poco approfondito, se non a tratti dal punto di vista storico.

Noi di Soccer Illustrated, fedeli al motto: “Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio”, abbiamo voluto fare un passo in più e compiere un esperimento grazie a IL Cromatologo (e non UN cromatologo qualsiasi) più famoso d’Italia.
Si chiama Ubaldo Lanzo e sicuramente in molti lo ricorderanno, tra risate e sberleffi, nonché storiche litigate, nei programmi di Piero Chiambretti. Ma Ubaldo, fuori dall’arena televisiva, è un professionista nel mestiere di indagare il colore attribuito ad ognuno di noi. A lui abbiamo chiesto, nei limiti del possibile, quale sia il colore di alcuni fra i più famosi calciatori e allenatori. Il risultato, come vedrete, è sorprendente.

“Totti è un cavaliere errante, Buffon un cubo sulla difensiva e Donnarumma un guerriero sensibile”. Ma che vuol dire?

Tanto per cominciare, cerchiamo di contestualizzare il tuo mestiere. Chi è il Cromatologo?
“Attribuisco il colore a personaggi e non, applicando l’anima del colore agli esseri umani. Dalla sua gradazione, dalla percentuale, fino ad arrivare alla parte storica, individuo quello che ci caratterizza ed è diverso per tutti. Il colore può cambiare nel corso del tempo ma dal punto di vista della gradazione. Dipende dalla percentuale di influenza degli altri colori. Non si esprime nell’abbigliamento, come spesso si pensa, ma è più un aspetto sociologico e antropologico”.
Di solito siamo abituati a identificare un giocatore con quello espresso dalla maglia che indossa. Invece non è così. Partiamo dalle bandiere.  Il più caratterizzato dal colore della maglia, giallorossa, è Francesco Totti. Corrisponde?
“No. Francesco Totti è un verde. Verde puro. Lo chiamano il ‘Pupone’ ma è molto maturato. E’ un sognatore. Sembra un bambino ma è dominato dalla razionalità. Lui sa quello che vuole e come ottenerlo. Lo definirei in questo modo: sognatore errante e cavaliere nascosto”.
Un altro che ormai sembra indivisibile dai colori sociali della Juve è Gigi Buffon. Non mi dirai che non corrisponde al bianconero?
“Buffon è bianco. Un colore neutro. Rappresenta l’espansione. E’ molto gioviale, molto presente con gli altri ma all’apparenza. Internamente, invece, è decisamente chiuso, sulla difensiva. Non è una colpa. Lui si ‘protegge’ dai sei lati, come un cubo. E’ riflessivo e dubbioso, anche se sembra sicuro, in tutti gli aspetti della vita”.
Quello che appare come suo erede naturale è Gianluigi Donnarumma. Di origini napoletane, ha sposato i colori rossoneri del Milan. Lui a quale colore corrisponde?
“E’ rosso. Anche lui un colore primario. E’ aggressivo ma come un guerriero. Non cafone. Appartiene a quel colore che gli scandinavi recuperavano dalle bacche. Non il color porpora di derivazione romana. Nella zona scandinava erano orientati verso un rosso bacca. In lui questo colore denota anche sensibilità. Quello che esprime lo caratterizza davvero. E’ sincero”.

“Higuain un allegro-frenato, Ronaldo una spugna, Messi un bambino al quale levi il sonaglio”

Chi invece i tifosi napoletani non sopportano è Gonzalo Higuain, dopo il suo passaggio alla Juventus. Per lui il trasferimento dall’azzurro al bianconero è stato sofferto. Cosa mi puoi dire sull’attaccante argentino?
“E’ un verde chiaro. E’ influenzato dal blu e dal giallo. Il blu rappresenta razionalità ed equilibrio, mentre il giallo esprime l’eclettismo e la follia. Ma sempre nel senso della giovialità. Il bianco, che lo fa diventare verde chiaro, blocca questa forma di allegria e frena il sognatore (verde). Si sente un po’ frenato su alcuni progetti”.
Spostandoci all’estero, volevo chiederti il colore di due assoluti fenomeni come Ronaldo e Messi. Non potrebbero essere più diversi, anche come colore?
“Ronaldo è nero. E’ un bellissimo colore, non dovete fraintendere, perché è come una spugna. Assorbe tutto ciò che vede. Controlla tutto ciò che lo circonda e trasforma quel che ha assorbito in perle. Diventa il saggio di se stesso, acquisendo dagli altri. Il nero ha una formazione interna profonda. Si emoziona con parsimonia ma quando lo fa intensamente, letteralmente crolla”.
E Lionel Messi?
“Lui è un grigio polveroso. Per far capire meglio: color cemento. E’ dominato dal bianco e dal nero. Lui è permaloso e con le idee chiare su dove vuole arrivare. Dirà sempre che non è permaloso ma è come il bambino al quale levi un sonaglio in argento. Ammetterà in ritardo di aver sbagliato e metterà il muso. E ti farà capire certe sue frustrazioni indirettamente dagli altri”.

“Guardiola il maestrino, Mourinho il supplente, Conte il leale”

Insomma, abbiamo capito che le maglie delle formazioni in cui militano non c’entrano nulla. Allora proviamo con gli allenatori che, per esigenza, ormai sono apolidi. Quello che appare più complesso dal punto di vista psicologico è José Mourinho. Lui a che coloro corrisponde?
“E’ antracite. Per spiegarci meglio: un grigio scuro. E’ dominato dal nero e dal bianco. Quando va in qualche posto, non va per sfondare ma per capire e farsi capire. A prescindere dai modi che può utilizzare, l’antracite si impone, detta i tempi, ma per migliorare. Non per distruggere. E’ meno di un educando. E’ un supplente che lascia fare per poi riprendere gli studenti quando è il momento giusto”.
Un po’ “educando” sembra anche Pep Guardiola? Che ne pensi?
“Assolutamente sì. Infatti lui è bluette. Posso fare questo esempio per capirci: io ci sono, io sono qua, io vi do. E’ molto educando. E’ il classico maestrino. Quindi detta delle leggi. Se ti vanno bene le segui, se non ti vanno bene le devi seguire lo stesso”.
Chiudiamo con un italiano sulla cresta dell’onda. Antonio Conte, passato dall’azzurro della Nazionale italiana al “blues” del Chelsea. Scommetto che non c’entra nulla, vero?
Giusto. Lui è rosa chiaro. E’ un colore molto maschile, anche se non lo si crede nell’immaginario comune. E’ dominato dal rosso e dal bianco. E’ molto aggraziato e, per esempio, capisce bene il movimento delle donne e degli esseri umani in generale. E’ una cassaforte. Che cerca costantemente di coprire e difendere i suoi ragazzi. Anche quelli che aveva prima. Il bianco lo frena un po’ ma di passaggio. E’ leale. Molto leale”.
Ubaldo, grazie per esserti fatto coinvolgere in questo gioco. Ma a te il calcio piace?
“Non molto. Guardo a volte la Nazionale in compagnia. Se devo vedere delle partite per forza lo faccio ma se non le vedo non mi fascio la testa”.
Bene, però ricordati che se uno di questi personaggi ti chiama per una consulenza dopo l’intervista, la tua parcella la dividiamo a metà. Ti controlleremo dalla tua pagina ufficiale:  Il Cromatologo Ubaldo Lanzo.

Il Cromatologo Ubaldo