L’abito non fa il monaco, l’apparenza inganna, non è tutto oro quello che luccica, insomma l’importante e non sottovalutare l’avversario; Ventura contro l’Albania è avvisato

“Allora raga questa estate o si va a Ibiza, cioè mare e feste; o a Mykonos, quindi mare, feste, alcool e bordello; oppure Pag, vale a dire mare, feste, alcool, bordello e biondone. Che ne dite?”
Un po’ mi vergognavo a rispondere alla domanda di Ema, il pr del nostro gruppo, però pensai che in fondo avevo deciso e dovevo comunque dirglielo.
 “Io questa estate non ci sono, vado in Albania.”
Lasciai tutti impietriti per qualche secondo quando dissi che sarei andato in Albania a fare volontariato, poi la domanda che stavo aspettando:
 “Ma tu sei impazzito. Che cacchio ci vai a fare in Albania?!? Non c’è nulla!”
Immagino di non essere stato l’unico a dover rispondere a una domanda simile. Qualcuno lo ha fatto sicuramente prima di me, il 14 dicembre 2011. Sto parlando di Gianni De Biasi, un allenatore molto dotato ma troppo spesso svalutato, che quasi sei anni fa ha accettato l’incarico dalla Federazione Calcistica Albanese.
Tutti pensiamo che se un paese, oltre a essere povero, non compare nella lista delle mete turistiche più ambite, allora è uno stato di serie b. Un po’ come succede nel calcio, un conto è sedersi sulla panchina di una squadra vincente, un altro è sedersi sulla panchina di una squadra scarsa, con un tasso tecnico basso e una bacheca piena di “zero tituli”, proprio come direbbe Josè Mourinho.
Ma se è vero il detto secondo cui più grande è la lotta, più glorioso sarà il trionfo, allora tutta la recente storia di De Biasi alla guida della nazionale albanese è una fantastica realtà. Si è vero, forse la terra delle aquile non è proprio il nirvana, anzi, per tanti è il fanalino di coda del continente, però è un paese che, dopo quarantuno anni di repressiva dittatura, ha una grande voglia di riscattarsi in ogni ambito.
Lo dimostra proprio il cammino della sua nazionale, una squadra nata nel 1946 e che storicamente non vanta alcuna qualificazione a competizioni internazionali e nessun traguardo raggiunto, anche perché il calcio albanese e i suoi calciatori non hanno mai brillato particolarmente salvo qualche rara eccezione, come l’attuale direttore sportivo della Lazio Igli Tare e il più recente Erjon Bogdani.

Italia Albania, la sorpresa De Biasi
Italia Albania, la sorpresa De Biasi

Nuovo timoniere, nuova rotta: la nuova Albania targata De Biasi

Oggi, dopo sei anni di investimenti da parte della Federata Shqiptare e Futbollit, l’Albania può confrontarsi col resto del mondo del calcio a testa alta e questo è confermato dal cammino che ha portato gli schipetari agli ultimi Europei di Francia. Il 7 settembre 2014, infatti, Agolli e compagni espugnano di misura la fortezza portoghese proprio in terra lusitana.
Stessa sorte spetta ai francesi, anch’essi battuti con un solo gol di scarto in un’amichevole in preparazione a Euro 2016. Ma la partita che è rimasta impressa negli occhi e nei cuori degli albanesi è il tre a zero rifilato in trasferta all’Armenia, che ha matematicamente permesso alla nazionale rossonera di guadagnarsi il secondo posto nel girone e quindi, per la prima volta, una storica qualificazione ad un campionato europeo. Morale della favola, l’Albania passa da un centoventiquattresimo posto nel ranking fifa raggiunto nel 1997, ad un impressionante ventiduesimo posto nel 2015.
Da questo momento De Biasi, non diventa per gli albanesi solo un eroe al pari del patriota Giorgio Castriota Skanderbeg, ma una divinità degna di venerazione. Dietro ai suoi miracoli, però, non ci sono né pozzi di petrolio, né emiri, né cinesi, come troppo spesso accade ultimamente nel calcio, ma un progetto solido made in Albania.
Mister De Biasi ha esportato il metodo italiano, iniziando un processo di attenta osservazione e ricerca dei migliori giocatori albanesi sparsi in giro per il mondo, con un occhio particolare per i giovani: dal ventitreenne difensore azzurro Elseid Hysaj, protagonista del Napoli di Sarri, fino al giovane portiere della Lazio Thomas Strakosha, appena messosi in mostra, passando per il centrocampista svizzero-albanese del Basilea Taulant Xhaka e il bomber del Lugano Armando Sadiku. Allenamenti, ritmi severi e cura dell’aspetto tattico, fanno da contorno a un progetto ambizioso che sembra aver spianato la strada verso un florido futuro per la nazionale balcanica.

Italia Albania, Giampiero Ventura
Italia Albania, Giampiero Ventura

Venerdì per Ventura sarà caccia alle aquile

Ma, si sa, ogni cammino è fatto di tappe e una di queste si chiama Italia, quella di Ventura, una squadra alla ricerca disperata di un’identità, che riparte dalle ceneri del bombardamento tedesco durante gli ultimi Europei, quando il condottiero era ancora mister Conte e il plotone era guidato dai due guastatori Zaza e Pellè che, invece di guastare la corazzata campione del mondo di Low, hanno guastato l’entusiasmo di milioni di tifosi italiani.
Il 24 marzo 2017, allo stadio Barbera, andrà in scena un testa a testa valido per le qualificazioni ai mondiali di Russia 2018 che, almeno sugli spalti, regalerà emozioni fatte di cori e colori in un’arena letteralmente spaccata in due parti: una zona rossa sulle note di “Kuq e zi je ti” e una azzurra sulle note dell’inno di Mameli.
I precedenti, anzi l’unico precedente, sorride a noi italiani che piegammo la nazionale albanese tra le mura di Marassi a Genova il 18 novembre 2014. Uno a zero, grazie a un gol dell’allora padrone di casa Okaka all’ottantaduesimo minuto di una gara memorabile solo per il numero quasi totalizzante dei tifosi ospiti, e per la loro coreografia scarlatta oltre all’intento benefico di raccogliere fondi per le vittime dell’alluvione, che in quel periodo coinvolse il capoluogo ligure.
Questa volta entrambi i tecnici sembrano intenzionati a schierare i rispettivi undici titolari senza particolari novità, salvo qualche innesto nella panchina azzurra proveniente dal vivaio della serie b, come il terzo portiere Meret della Spal. Teatro dello scontro sarà la Sicilia, Palermo per la precisione, una terra che in passato è stata la magna Grecia ed ha assistito a numerose battaglie storiche e che, a giorni, assisterà a uno scontro, che, almeno per quanto riguarda la storia delle due nazionali, si preannuncia come un duello stile Davide contro Golia. Speriamo solo che il finale sia diverso e che l’aquila bicefala di De Biasi non voli via insieme ai tre punti.