Chiariamo subito: ultras non è gettare un cristiano di peso oltre una ringhiera bianca, per farlo precipitare nel’intercapedine delle scale della curva.
Ultras può essere tante cose, può essere far saltare i denti con una cinghiata, può essere collettare mille euro per l’intervento di un bambino a cui hanno diagnosticato il tumore del fumatore causa polveri sottili dell’Ilva, può essere avere un gruppo di amici che si identifica in una pezza sbiadita e macchiata di caffè borghetti.

Ma ultras non può significare perdere la vita, uccidere, cercare il massacro gratuito.
“Per me Ultras è un gioco” mi diceva spesso un caro amico “ed è un gioco leale: niente appuntamenti, ci si becca per strada, sulla strada, nelle stazioni, insomma dove può capitare l’incontro casuale… altrimenti si diventa hooligans e a me non piace fare a mazzate con tutti. E soprattutto il limite deve essere la cinghia… lo so che è un ideale del pizzo, è sempre stato un gioco al rialzo, ma io la vedo così… nient’altro che un gioco”.
Quello che è successo nel derby di Cordoba, Belgrano-Talleres, è sotto gli occhi di tutti. C’è anche un video davvero nitido. Un ragazzo scende a rotta di collo i gradoni della curva, dalla sommità sino alla parte centrale, e mentre zompa di qua e di là prende pugni, calci, viene strattonato… alla fine dei bifolchi lo malmenano e lui viene buttato giù, oltre una transenna. Dieci metri di volo alle porte del buio.

Si dice che sia stato uno scazzo orchestrato da un pregiudicato. Ma i nomi e le identità, le motivazioni contano a poco. Questa è delinquenza, non follia ultrà. Follia delinquenziale, come volete voi… ma ultras è un’altra cosa.
I barrabravas, gli ultras argentini, son gente brutta, cattiva, che nulla ha a che fare con personaggi alla Bocia, il capo ultras della curva bergamasca. Il Bocia è uno che dice “a noi piace rompere i coglioni”, afferma dunque una precisa volontà di fare casino, ma mai accoltellerebbe o defenestrerebbe un rivale, nemmeno un bresciano, nemmeno uno sbirro.
Non è ultras chi ha ucciso Ciro, non è ultras chi ha sparato in faccia un razzo a Paparelli, chi ha accoltellato Vincenzo “Spagna” Spagnolo, il genoano.
Non è ultras chi getta oltre una ringhiera un ragazzo che tra l’altro tifa la tua stessa squadra.
