4 anni fa la finale fra Dortmund e Bayern, in tribuna un fenomeno che ha tutto da perdere: se vincono i gialloneri lascia la squadra campione d’Europa, se vincono i bavaresi si lega la figura del traditore.

Un cammino strepitoso

Il 2013 è un anno speciale per il piccolo Borussia Dortmund, un anno prima è riuscito a vincere la sua ottava Bundesliga, battendo il Bayern con un distacco di ben 8 punti. Il piccolo club della Renania finalmente in grado di competere con i grandi. Lewandowski, Hummels e Goetze protagonisti assoluti di questo ritorno al successo. Una stagione che si preannuncia fra le grandi, per centrare un sogno segreto chiamato Champions a ben 16 anni di distanza dall’ultima.
L’inizio non è dei migliori in realtà, il Dortmund perde la coppa di Germania 2 a 1 contro il Bayern. La squadra però c’è e il campionato procede in pompa magna, con un Lewandowski che a fine anno sarà capocannoniere della Bundesliga. L’altro giocatore che più si distingue è tedesco, giovane e mingherlino. Si chiama Mario Goetze e questa sarà la sua stagione.

Mario Goetze
Mats Hummels e Neven Subotic, stelle della difesa giallonera

Se i gialloneri si possono dire davvero superiori a molte squadre è per l’assoluto livello tecnico in ogni ruolo: in difesa l’ex Bayern Mats Hummels, a centrocampo Goetze e in attacco uno straripante polacco con la maglia numero 9. Il Borussia vince e convince in campionato, iniziando ad attirare su di se gli occhi di chi da sempre punta gli occhi sui talenti del calcio tedesco. Il Bayern è in agguato. Ha fiutato l’obbiettivo e non si farà sfuggire l’occasione per rafforzarsi ed indebolire la concorrenza. Il sogno è proprio il folletto del centrocampo e i bavaresi lo acquisteranno mesi dopo, trasformandolo forse nel trasferimento più subdolo della storia del calcio.

La Champions possibile

La massima competizione europea sembra il traguardo più difficile da raggiungere ad inizio anno. Un girone con City, Real e Ajax che sembra inarrivabile per una squadra con poche risorse e novizia della competizione. Sembra impossibile anche solo passare la prima fase, ma Klopp ha già visto tutto in anticipo e sa dove può arrivare la sua squadra. 2 a 1 al Real, 4 a 1 all’Ajax e un 1 a 0 ai Citizens che vale il primo posto nel girone. Il club è già da applausi ed entra nei cuori degli amanti delle sorprese. Si perchè è già chiaro a gennaio che questa sarà la sorpresa europea dell’anno. Con il pubblico della Kop che non era mai stato così infiammato. I bavaresi però sono in agguato, questo la squadra giallonera lo sa e sa anche che questo sarà l’ultimo anno con tutti i pezzi pregiati.

Mario Goetze
L’esultanza di Lukasz Piszczek dopo il gol del definitivo 3 a 2

E allora si butta ancora di più sul massimo traguardo europeo, schianta lo Shakhtar Donetsk e si porta ai quarti di finale. È il turno del Malaga, forse paradossalmente l’avversario più fastidioso per gli uomini di Klopp uno 0 a 0 all’andata vale un ritorno da brividi a Dortmund. Una partita che varrebbe la pena raccontare in maniera a sé stante. Joaquìn al 25 sembra chiudere la porta in faccia ai padroni di casa. Che però reagiscono, aggrediscono e alla fine riescono a segnare l’1 a 1. Non basta però, i gialloneri sono ancora fuori ed Eliseu all’82 sembra chiudere definitivamente i giochi. Al 91esimo però segna Reus. 2 a 2. Il Borussia è ancora fuori ma basta un gol. Al 93esimo però Felipe Santana, forse il più imprevedibile degli eroi, segna il definitivo 3 a 2. Dortmund in semifinale contro il Real e il Malaga a casa.

Il sogno riserva sorprese

Ormai la città si illumina, i tifosi ci credono, il Real non fa così paura come ad inizio stagione. L’aria è quella delle grandi sorprese. Il Borussia potrebbe farcela, alla finale basta poco ed è l’anno delle tedesche. L’ambizione di trovarsi in finale con il Bayern ingolosisce tutti. Prendersi la rivincita per la supercoppa persa e l’eliminazione dalla Coppa di Germania, poi, mette tutti di buon umore. Tutti tranne Supermario. Il Bayern alla fine ha fatto la sua offerta: 37 milioni per il gioellino del centrocampo. Un record per il trasferimento di un tedesco a cui nemmeno lui può dire di no. Sono tempi difficili per il futuro campione del mondo.

Lukasz Piszczek
Robert Lewandowski dopo i 4 gol al Real

Tutti in Germania sanno del suo trasferimento a fine stagione. Tutto vorrebbe salvo giocare in finale contro la sua futura squadra. Fa il tifo per il Barcellona in semifinale, non vuole assolutamente trovarsi nella situazione di dover fare uno sgarbo alla sua futura squadra. Quel trofeo però lo vuole a tutti i costi. Riportare il Dortmund sul tetto del mondo sarebbe qualcosa d’irripetibile. Da il meglio di se in quella semifinale, fa assist e magie che fanno contenti i bavaresi. Un trasferimento azzeccato che aiuterà Lewandowski ad entrare nella storia. 4 gol al Real che valgono la finale. A nulla serve il 2 a 0 a Madrid, i gialloneri sono già nella storia.

La finale

Dortmund-Bayern per la 5° volta in stagione, stavolta si gioca a Wembley nella prima finale tutta teutonica. Klopp mette in campo la sua formazione migliore, ma si dimentica di qualcuno. Goetze infatti non è tra i convocati. Ufficialmente per problemi fisici, di fatto perchè è troppa la pressione su di lui. Il presente contro il futuro, in una gara che sia appresta a vedere dalla tribuna, combattuto su chi tifare, combattuto vicino a chi sedersi e con chi esultare. Le emozioni del tedesco in quella partita sono congelate.

Mario Goetze
Mario Goetze in tribuna durante la finale

Da separato in casa, seduto da lontano, con lo sguardo perso nella partita, con una gioia per il futuro ed una lacrima per il presente. Il Bayern ha vinto. 2 a 1, come in Supercoppa. Un sogno finito nel momento peggiore e la testa del tedesco che vola lontano, lacrime di gioia per il suo futuro, lacrime amare per sentirsi un traditore. In una finale che forse, per quanto riguarda i trasferimenti, è stata la più dura mai affrontata. Una giornata che rimarrà per sempre nella testa di Supermario. Fra tristezza e gioia, fra presente e futuro, fra tradimento e riconoscenza, in una storia che si addice più ad un’opera di Shakespeare che ad uno stadio ma il calcio, si sa, è un romanzo.