A volte ritornano, ma il Foggia lo fa più forte di prima. Quasi vent’anni di purgatorio per i “satanelli”,che hanno lasciato l’inferno per godersi il paradiso con la B maiuscola; e adesso c’è un motivo in meno per fuggire da Foggia

Per un rossonero di Milano che piange la sconfitta del suo Milan tutto sushi e bacchette contro il piccolo Empoli per 2 a 1, qualche centinaio di chilometri più a sud, più precisamente a Foggia, c’è un altro tifoso rossonero che festeggia la promozione tra i cadetti con due giornate d’anticipo, dopo diciannove anni. Finalmente, per noi giovanissimi, la squadra pugliese non è più solo una leggenda dei primi anni novanta come gli Articolo 31, ma una realtà. Certo, questo Foggia non fa ancora i miracoli come quelli del divino Zeman, ma ha dimostrato di saper fare l’impresa.

L’allenatore del Foggia, Stroppa

Stroppa is the new Zeman

E’ toccato a mister Stroppa spolverare e togliere le ragnatele da una categoria che i pugliesi avevano chiuso in soffitta quasi vent’anni fa. Un allenatore con il sangue rossonero, di origini lombarde, ha vestito la maglia del Milan in più battute vincendo una Supercoppa italiana, tre Supercoppe UEFA, due Coppe Intercontinentali, e una Coppa dei Campioni. In seguito una carriera in discesa di categoria e geografica: prima Avellino col boemo, poi un ritorno a Foggia dove però non si è fermato tanto a lungo a causa di problemi economici della società.
Ma se da calciatore non è riuscito a lasciare il segno nelle stagioni 1993-’94 e 2004-2005, oggi ha letteralmente inciso il suo nome sulla panchina dello stadio “Pino Zaccheria”. Si risolleva così il calcio pugliese, che, nonostante abbia sempre caratterizzato i nostri campionati, ultimamente, dopo aver perso il Lecce sprofondato in terza serie per innumerevoli scandali, è rappresentato solo in B da uno spento Bari con in testa la promozione ma poca concretezza nelle gambe, nonostante i taralli e le orecchiette con le cime di rapa.

Tifosi molto particolari del Foggia

La pazienza dei tifosi stava giungendo al termine

L’odore di cadetteria era già nell’aria da un paio di stagioni, nelle quali il sogno è sfumato per colpa di Avellino e Pisa; serviva almeno un punto contro il Fondi, oppure si doveva restare attaccati alle radioline snocciolando il rosario per chiedere a San Michele la grazia della sconfitta dei cugini salentini del Lecce contro il Messina. Alla fine entrambe le condizioni si sono verificate, con Mazzeo e compagni che sono riusciti a ottenere la tanto attesa promozione.
I rossoneri pareggiano infatti 2 a 2 grazie alle reti di Miguel Angel e del cannoniere Mazzeo, a cui fanno seguito i due gol dei padroni di casa siglati da Gambino e Albadoro, nel finale. Peccato solo per il record sfumato di undici vittorie di fila ma i foggiani hanno già un motivo per essere orgogliosi dei loro beniamini.
Altro rammarico è stata la promozione raggiunta in trasferta; a Foggia infatti, sono stati allestiti due maxi-schermi insieme a un palco montato in Piazza Cavour e, come ospiti speciali, due personaggi che esportano il “foggianesimo” nel mondo: Pio e Amedeo. Tutti in piazza, persino a Milano, dove ieri, in zona Duomo, si contavano più persone con la maglietta del Foggia che con quella cromaticamente identica del Milan.

Pio e Amedeo negli spogliatoi del Foggia

Squadra che vince non si cambia, o magari no

I segreti di questo traguardo raggiunto dai ragazzi di mister Stroppa sono stati sicuramente la voglia di riscrivere il nome di Foggia nel calcio che conta, ma, soprattutto, la giusta simbiosi che si è venuta a creare in squadra tra giocatori d’esperienza come il portiere Guarna o i difensori Angelo e Rubin, e i giovani Empereur, Deli, e Chiricò.
Una bella storia quella del Foggia, che è riuscito a ritrovare il lato B del nostro calcio; una città in festa, a partire dai milleduecento tifosi che oggi hanno seguito la squadra in trasferta. C’è già chi diffonde voci sui movimenti futuri della società: ritorno di Zeman in panchina o conferma di Stroppa? Io credo che per adesso sia inutile spoilerare il film di questa squadra, appartenente alla saga “a volte ritornano”. Una cosa è certa: i Satanelli hanno lasciato l’inferno e l’anno prossimo si nutriranno di galletti!