Radja Nainggolan negli ultimi tempi è diventato tra i giocatori più determinanti del nostro campionato, attirando su di sè tantissime voci di mercato. Nel giorno del suo 29esimo compleanno, mentre canticchiamo “Tanti Auguri”, ripercorriamo insieme le tappe che lo hanno portato ad essere il Ninja più amato nella terra dei gladiatori.

Il rapporto tra me e il mondo del Fantacalcio è stato, fin dai suoi albori, un rapporto d’amore e odio. Ogni anno ho la sensazione di aver costruito una vera e propria corazzata, con un bomber in attacco in grado di assicurarmi almeno 20 gol (Mario Gomez e Dzeko tra le mie punte di diamante negli ultimi anni).
A maggio, puntualmente, le mie squadre navigano sempre nei bassi fondi della classifica, con il vergognoso e sfortunato primato di squadra con la peggior difesa. Non sono mai riuscito ad arrivare sul podio.
Stanco di questi continui e deludenti risultati, ad agosto 2012 affido tutte le mie speranze ad Erik, un cugino più grande di me, con tanti anni di esperienza da Fantallenatore. Il giorno dell’asta il mio telefono è più caldo di quello di Mino Raiola il 31 Agosto. Bluffo, rialzo, faccio l’indifferente quando chiamano i top player che desidero. Più che un’asta del Fantacalcio sembra una partita di Poker. Alla fine credo di aver fatto una buona squadra (ma questo, mi accorgerò tempo dopo, non significa nulla).

Tra i miei acquisti spunta un nome che da tempo stuzzica i miei fantapensieri: Radja “il Ninja” Nainggolan 

Appena confermati gli ultimi colpi, telefono ad Erik. Si complimenta per la rosa creata, ma un nome non lo convince: il mio ninja. Amareggiato e deluso, decido, a malincuore, di cederlo. Lo scambio per Juan Manuel Vargas, centrocampista cileno del Genoa, che terminerà la stagione con l’indecorosa statistica di 20 presenze e 0 gol. Nainggolan, invece, in quella stagione si conferma tra i centrocampisti più promettenti di tutto il campionato, attirando le attenzioni di Juventus, Manchester City e della Roma, a cui si accaserà nel Gennaio 2014. Grazie tante Erik. 
Nainggolan: ci vuole coraggio per essere un ninja.

Nainggolan ai tempi di Cagliari ( forse contrariato per la sua cessione alla Dinamo Etto).

La feroce etnia Batak nelle vene

“… Se hai 10 Nainggolan viene fuori una squadra fortissima, a prescindere dal ruolo.” (L. Spalletti).

Radja incarna le caratteristiche perfette del centrocampista moderno: tanta corsa, buona tecnica, grande aggressività e propensione al sacrificio, ottimo tempo negli inserimenti, tanti gol. In una definizione, un calciatore box to box.
I suoi occhi a mandorla (e non solo) sono dovuti alle origini indonesiane del padre di etnia Batak, popolazione che vive nell’isola di Sumatra e ha un passato di antropofagia. Fu descritta come “ferocissima” dai primi esploratori.
Il vecchio Nainggolan abbandona la famiglia quando Radja è ancora un bambino. Cresciuto calcisticamente nella squadra belga del Beershot AC, è arrivato in Italia grazie al procuratore Alessandro Beltrami che lo ha portato a giocare tra le fila del Piacenza.
Proprio nel periodo in cui arriva nella provincia emiliana, sua madre muore, lasciandolo solo insieme alla sorella gemella Riana, anch’essa calciatrice professionista, a cui è molto legato. Ho avuto la fortuna di avere amici che, in quegli stessi anni, giocavano nelle giovanili dei biancorossi e me lo hanno descritto come un ragazzo a cui piaceva la bella vita, ma che, allo stesso tempo, era molto generoso (offriva spesso da bere, regalava i suoi pantaloncini o la sua maglietta al termine di ogni allenamento).
Nainggolan: ci vuole coraggio per essere un ninja.

Nainggolan alle prese con Vannucchi in un Empoli-Piacenza.

 Un look da vero bad boy

«Nainggolan fuma, devo dargli sempre una camera con balcone. (…) Se gli avessi proibito di fumare cinque, sei sigarette al giorno, penso che avrebbe distrutto la stanza» Wilmots (CT Belgio).

Dal 2005 ad oggi, lo stile di Nainggolan è cambiato parecchio: tatuaggi, capigliature sempre più stravaganti e un look che, in generale, si addice più ad un rapper che a un calciatore. La sua immagine è quella del classico bad boy. E il suo stile di gioco sembra confermare. Questa idea, unita al vizio del fumo, gli sono costate diverse convocazioni in Nazionale.
La sua immagine, però, non deve trarre in inganno. Radja è un giocatore deciso, ma leale, corretto. Basti pensare alle scuse fatte su Twitter a Mattiello, dopo che, in un scontro di gioco con il belga, il giocatore del Chievo si era fratturato tibia e perone. Un gesto probabilmente normale, ma per nulla scontato.

Radja con la moglie Claudia e la figlia Aysha al matrimonio del compagno di squadra Florenzi.

Il suo percorso in Italia

A Piacenza si fa le ossa. In tutti i sensi. E’ gracile, fisicamente secco, ma il talento non manca. Lo nota quindi il Cagliari che se lo porta in Sardegna, dove disputa tre ottimi campionati. Ma Nainggolan ha la sua definitiva consacrazione a Roma, dove entra nel cuore dei tifosi grazie alle sue prestazioni e al suo attaccamento alla maglia. Famose sono diventate le sue dichiarazioni contro la Juve (“Io odio la Juve perché hanno sempre vinto con un rigore, una punizione..”) che sono servite ad accrescere, sempre che ce ne fosse bisogno, l’affetto che i supporter giallorossi nutrono verso di lui. Nella stagione attuale è arrivato, per la prima volta in carriera, in doppia cifra, segnando gol strepitosi (memorabile la sua doppietta all’Inter) e candidandosi a diventare prossimo capitano della Roma, una volta terminata l’era Totti e De Rossi.

Per la sua abilità e la frequenza con cui ne fa uso, la scivolata è diventata suo marchio di fabbrica.

Il futuro

Ma il calcio, si sa, è fatto di momenti. E dopo anni passati a provare a vincere contro i nemici bianconeri, Radja potrebbe essersi stancato di arrivare sempre secondo e potrebbe migrare verso mete più ambiziose (non ce ne vogliano i tifosi romanisti). Il Chelsea di Conte (che già lo aveva richiesto fortemente ai tempi della Juve), ma anche il Milan e l’Inter con le nuove proprietà cinesi potrebbero far vacillare il belga. La carriera di Nainggolan è quindi a un bivio: cercare una nuova squadra o scegliere di diventare una bandiera del club. Ma se le frasi di poche settimane fa rivolte ad alcuni tifosi (“Non me ne frega niente di diventare come Totti”) dovessero essere confermate dai fatti, un suo addio non sarebbe così improbabile.

Una nuova strada nella vita di un ninja che vuole combattere ancora tante battaglie.