Quando arrivi a 42 anni a guadagnare più della regina Elisabetta II d’Inghilterra, nonostante tu abbia chiuso la carriera nel 2013, vuol dire che non sei più uno sportivo ma un brand. Sei tu l’azienda.

E i marchi, invece di usarti come testimonial, si inginocchiano al tuo cospetto ricoprendoti d’oro solo per entrare in uno dei tuoi selfie che arriverà a milioni di persone attraverso i social. Parliamo di David Beckam, il re Mida del calcio, della moda, della comunicazione. Di tutto. Quel che tocca diventa oro. E con questo pezzo, nel giorno del suo compleanno, ci auguriamo che tocchi, anche solo di sfuggita, Soccer Illustrated.
Lo Spice Boy, secondo Forbes, in un anno si è messo in tasca sessantacinque milioni di dollari. Quasi come Messi, il giocatore più forte in attività. Con l’unica differenza che l’argentino, per portare a casa lo stipendio, deve ancora scendere sui campi da calcio, farsi randellare dai difensori, sporcarsi di terra e gesso e alla sera medicarsi gli acciacchi. Mentre Becks, dopo essere uscito da una sauna e aver fatto un salto dal parrucchiere, non deve far altro che indossare capi firmati, sfoderare la tipica espressione “magnum” alla Zoolander e controllare il suo estratto conto. Che nel frattempo, ogni giorno, cresce di circa 130mila dollari.

Cosa fareste con 130mila dollari al giorno?

L’ex stella di Manchester Utd, Real Madrid, Milan, Los Angeles Galaxy e Psg, deve i suoi introiti al brand di moda Kent & Curwen, che gli frutterà 8 milioni di dollari l’anno 5 anni. Non solo, perché la società immobiliare cinese Luneng gli verserà  una cifra superiore ai 5 milioni di dollari l’anno. E a completare il quadro, nel 2018 dovrebbe entrare in MLS la squadra che Beckham sta “costruendo” a Miami.
Ma il brand “Beckham” non è rappresentato solamente dal buon David. Tutta la famiglia è una macchina macina soldi. La moglie Victoria, archiviato ben presto il marketing sui nostalgici delle Spice Girls, si è associata al marito per non lasciare ai competitor neanche le briciole. Non contenti, poi, anche i figli sembrano aver ereditato fascino e fiuto per lo showbiz. Quando si dice: piove sempre sul bagnato.

Il marchio Beckham vale più di Pelè

Una formazione d’attacco ai mercati che è riuscita a portare Beckham tra gli ex sportivi più ricchi del mondo: nella classifica redatta da Forbes meglio di lui soltanto Michael Jordan, che ha guadagnato 110 milioni di dollari. Ma resta primo tra gli ex calciatori, con Pelè, secondo, decisamente lontano (“soli” 10 milioni di dollari). Alle spalle di Beckham il golfista Arnold Palmer (40 milioni), il cestista Junior Bridgeman (32 milioni), il giocatore di football Jerry Richardson (30 milioni), il golfista Jack Nicklaus (26), l’ex Nba Shaquille O’Neal (22), il pilota  Roger Penske (20), il golfista Gary Player (19), Magic Johnson (18), l’ex Nfl Michael Strahan (17) e un altro golfista, Greg Norman (15).
Beckham, però, non è tra i più ricchi soltanto tra gli sportivi ritirati. E’ il sesto ad aver guadagnato di più, dietro soltanto a Mayweather, Pacquiao, Cristiano Ronaldo, Messi e Federer.

Soldi, soldi, soldi. Ma David ha onorato questo sport

E’ comunque un peccato parlare di Beckham solo in base al vil denaro. E appare persino provinciale, visto quanto l’ex ala dei Red Devils e di tante altre squadre di altissimo livello, ha dimostrato in campo. Mai una polemica, un gesto fuori posto, o che abbia fatto pesare di avere una risonanza di immagine a volte superiore alle società nelle quali ha militato.
Alla corte di sir Alex Ferguson è diventato grande. Al Real Madrid è stato decisivo per lo scudetto targato Fabio Capello, che stravedeva per lui, al Milan ha stupito tutti per corsa e dedizione e ha dimostrato che un inglese era in grado di adattarsi al calcio italiano (forse per la prima volta), al Los Angeles Galaxy ha insegnato a giocare a calcio a milioni di americani più interessati al baseball e al football e poi, non contento, ha chiuso la carriera nel Psg dove ha giocato per 5 mesi devolvendo lo stipendio in beneficenza (e vincendo il campionato).
E’ un figo, David Beckham. La natura è risaputo non avere schemi fissi per dare e togliere (o almeno non li conosciamo). A lui ha dato tutto. Una fortuna che l’inglese ha accettato di buon grado, senza dormire sugli allori. Quando era il tempo della battaglia non si è tirato indietro, mentre in tempo di pace ha fatto fruttare quanto possibile. Più di tutti.
Siete invidiosi di David Backham? Sicuramente. Ma non date la colpa a lui.