Una delle poche squadre più tifate fuori dalla propria città ha deciso di risollevarsi e ritornare, per la prima volta da anni, a far parlare di se in giro per il mondo. Non solo con i soldi ma anche con il talento. Ma per battere Juve e Psg ci vuole altro (?)

Nemo propheta in patria

Quando guardi alla storia del Monaco ti saltano agli occhi parecchi dettagli, cose che non t’aspetti guardando le altre formazioni in giro per il mondo. I biancorossi però non sono una squadra come le altre e per accorgersene basta vedere la città che ospita il secondo club più vincente di Francia.
Uno Stato che appare quasi per caso. Un puntino insignificante con una bandiera che sembra essersi dimenticata di aggiungere il verde o il blu. Quasi per caso, quasi per uno scherzo del destino. Eppure questo storico club ha attirato dalla sua tifosi da ogni parte del mondo. Normanni, baschi, italiani e caraibici, tutti uniti dall’unica fede biancorossa, qualcosa di straordinario per uno stato che conta appena 30’000 abitanti, la cui maggior parte sono miliardari stranieri.
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Il terzo club di Francia

La tifoseria sparsa non ha mai impedito al club di vincere e di farsi sentire a livello internazionale. 7 campionati, 5 coppe di Francia e 3 delle Alpi. Risultati incredibile per un club speciale, con una storia incentrata sui giovani più che sui soldi. Si, perchè paradossalmente il club del Principato per vincere ha sempre puntato su giovani scommesse. Da Henry a Trezeguet e con in mezzo allenatori del calibro di Wenger e Deschamps, la storia ci racconta di una squadra che quando spende non vince, ma con uno dei settori giovanili più forti al mondo. Mbappè e Martial sono solo gli ultimi di una grande lista, Falcao e Rodriguez gli ultimi della lista degli strapagati ma poco vincenti. Quando i soldi non contano, persino nel principato.

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Trezeguet e Henry con la maglia biancorossa

Una lotta in ogni competizione

La stagione potrebbe riservarci ancora sorprese, perchè i piccoli principi sono ancora in corsa per qualcosa d’importante. Una Ligue 1 sempre più vicina e vincerla sotto gli sguardi del club più ricco di Francia sarebbe ancora più bello. La Champions è compromessa, ma i monegaschi ci credono ancora, affidarsi ai piccoli fenomeni si può, volando sulle ali della fantasia, sulle ali dell’entusiasmo che solo i giovani sanno fare.
Chissà, chiudere gli occhi e lasciarsi andare, se poi sarà a toccarli il cielo o il mare, si farà comunque festa. Per un sogno che non vuole finire.