Il talento brasiliano è entrato a tutti gli effetti nella lista dei desaparecidos del club nerazzurro. Ora è caccia ai responsabili e in cima alla lista spunta mister Pioli

Gabigol, però, sembra aver mantenuto almeno il senso dell’ironia tutto verdeoro. Basta guardare sulla sua pagina Facebook, infatti, per trovare la foto di ogni partita dell’Inter nella quale lui è sceso in campo da protagonista: peccato che si tratti della realtà virtuale di Pro Evolution Soccer. Da ultimo, il match Inter-Napoli che lui come sempre ha visto dalla panchina. E’ Pes Ambassador, cioè testimonial del videogioco, e questo non fa che aumentare il senso di grottesco intorno questa vicenda.

Gabigol protagonista di Inter-Napoli a Pes

“Hanno ucciso Gabigol, chi sia stato non si sa”

E’ il 1992 quando le radio prendono per sfinimento giovani e meno giovani con la canzone Hanno ucciso l’uomo ragno” degli 883. Quel motivetto ce lo hanno inculcato in testa talmente bene che ancora adesso ci capita, a distanza di venticinque anni, di fischiettarlo o canticchiarlo: “Hanno ucciso l’uomo ragno, chi sia stato non si sa, forse quelli della mala, forse la pubblicità?”.
Ecco, tenetevi in testa questo ritornello, pensate a Pezzali con il mitico Repetto che gli balla alle spalle e calatelo in questo 2017, in questa Orientalis Inter che anima la cronaca della nostra serie A con continue figuracce. In questo caso, l’interista Max Pezzali, cambierebbe il testo e canterebbe: “Hanno ucciso Gabigol, chi sia stato non si sa, forse è stato Mister Pioli o la nuova proprietà?”.

Gabriel Barbosa idolo al Santos

Tutti ne parlano, nessuno l’ha visto

Gabigol è un giocatore leggendario come i Pokemon, tutti lo conoscono ma in pochi lo hanno visto realmente. Giovane talento brasiliano nel pieno dei suoi vent’anni, approda a Milano sponda nerazzurra per pochi spiccioli, appena trenta milioni. Beh per fare la comparsa in “Chi l’ha visto” trenta milioni sembrano un po’ troppi, sì perché l’attaccante, figlio spirituale di Zito, ha collezionato la bellezza di sette presenze di cui una sola da titolare con un gol all’attivo e poi tante panchine; praticamente gli stessi numeri di Cassano quest’anno da svincolato.
Il motivo di questa astinenza dal rettangolo verde? Un mistero della fede calcistica nerazzurra, ma una cosa è ormai certa: Pioli di schierarlo non ne vuole sapere. Sarà mica che il ragazzo non è ancora pronto? Deve forse ancora maturare? Come si dice in gergo, sarà mica ancora verde? Verde direi proprio di no, al massimo verdeoro, come testimoniano le sue origini carioca. A 8 anni è già un’icona del futsal brasiliano, il che per il San Paolo era già un motivo sufficiente per accoglierlo nel vivaio, ma le suppliche del padre, tifosissimo del Santos, hanno convinto i bianconeri a superare i paulisti.

Per il Santos era un ragazzo d’oro e Suning lo sa bene

Per il Santos, accogliere la richiesta di quel povero uomo dei bassifondi brasiliani, sembrava solo un gesto di carità, ma si è rivelato ben presto una scommessa vinta, visto che, sempre le solite leggende, narrano di un numero che oscilla tra le quattrocento e le seicento reti siglate dal giovane nel suo periodo di apprendistato. Gabriel Barbosa Almeida si evolve ben presto in Gabigol, un nome, una garanzia, grazie alle capacità e agli insegnamenti del Santos.
L’odore di talento arriva fino in Europa, dove quegli avvoltoi di Paris Saint Germain e Inter aspettano solo di potersi nutrire della preda. Il ragazzo preferisce gli spaghetti alla baguette, o forse è meglio dire che preferisce i 30 milioni di “fozza inda” all’offerta di Nasser Al-Khelaifi, e decide di sbarcare nel bel paese per iniziare la sua prigionia non nel carcere di San Vittore ma sulla panchina dello stadio di San Siro.
E pensare che il Santos, per farlo diventare una bandiera del club, aveva blindato il giocatore, ancora sedicenne, con una modesta clausola rescissoria da cinquanta milioni di euro. E’ proprio il caso di dirlo, Gabriel era proprio un ragazzino d’oro, e, Pioli fidati, lo è ancora adesso! D’altronde, il suo agente Wagner Ribeiro, lo aveva sempre detto senza peli sulla lingua: “Gabriel ha il sinistro di Ganso, la tecnica di Neymar e la velocità di Lucas.” Praticamente è più composto di pezzi lui che una cucina dell’Ikea.

Gabigol con Neymar

Pioli ascolta il signor Barbosa, è stato profeta in patria

Cosa ha di speciale il Barbosa? Come tutti i brasiliani un imprevedibile dribbling di quelli che ti fanno incrociare le pupille. Come faccio a saperlo se non è mai sceso in campo? In rete esistono dei video di repertorio (che potrebbero istigare l’ira degli ultras nerazzurri nei confronti di Pioli) che dimostrano come Gabigol danzasse e segnasse sempre col pallone tra i piedi. Forse quella prematura e faraonica clausola non era stata creata a caso.
Domenica sette maggio, il serpente farà visita alla tana del grifone e, se per le leggi della natura, il risultato sembra scontato, per le leggi del calcio si prospetta un match tra disperati che forse può valere una X sulla schedina. Speriamo che per Gabigol sia il primo film da protagonista e non più da comparsa dietro le quinte.
Nel frattempo, visti i due mesi di completo inutilizzo, il ragazzo ha messo i piedi da parte e ha seguito il cuore a Barcellona, da Rafaella, la nuova fiamma, nonché la sorella del connazionale Neymar. Si prospetta un futuro blaugrana? Per adesso a Gabriel serve giocare e basta che Pioli dia retta all’ennesimo appello del padre che per il Santos è stato un profeta.

Gabigol e la sorella di Neymar