Il caso, ogni tanto, porta le più belle storie che il mondo abbia conosciuto. Storie che nascono nel caso e finiscono in gloria, un po’ come Slinding Doors, un po’ come Ranieri, ma forse è il caso di dire un po’ come la storia di Massimo Carrera.

Un inizio inaspettato

La storia di Massimo Carrera sembra segnata da un momento particolare, inaspettato, dal quale è cambiato tutto il suo futuro. 13 luglio 2016, Carrera dopo aver seguito Conte sia alla Juve sia in Nazionale, decide di staccarsi, di abbandonare il suo maestro. Nessuno nell’ambiente se l’aspetta. La decisione probabilmente coglie di sorpresa anche lo stesso Massimo. Eppure sente, da qualche parte sperduta della sua anima, che quella è la scelta giusta. Cambiare aria, provare qualcosa di diverso, magari fuori dall’Italia, magari in un campionato nuovo e misterioso.
Massimo Carrera
Ci pensa il suo vecchio amico ad indirizzargli la strada. Manda il suo curriculum a Alenicev, vecchia conoscenza della serie A e idolo dello Spartak Mosca. Sembra un lavoro come un altro, ma è quello che lo segnerà per sempre. Viene assunto come collaboratore tecnico, chi meglio di un italiano per allenare la difesa ? All’inizio va tutto come previsto, i moscoviti passano hanno fortune alterne ma riescono sempre a cavarsela, la svolta però passa per l’Europa. Lo Spartak viene eliminato dall’AEK di Atene e la testa di Alenicev salta, portandosi dietro anche il suo vice. La situazione del club è disperata, nominano Carrera allenatore ad interim ma senza convinzione, dopo un cambio repentino di allenatori che dura da 5 anni la paura è che per il club sia quasi la fine.

L’uomo della Provvidenza

Massimo Carrera però non è un uomo come gli altri, forse perchè negli anni si è abituato a vincere, forse perchè riesce a stabilire un contatto al primo sguardo. Il club sta cercando di prendere l’allenatore del Krasnodar, una sorta di santone del calcio russo, l’ultima speranza per riuscire a prendere il treno europeo che si muove sempre più veloce. Intanto però Massimo chiude la squadra in ritiro. Li motiva, fa uscire il loro lato più nascosto; li vuole grintosi, feroci e forti, come tigri nella tundra.
Massimo Carrera
I risultati arrivano ma non convincono appieno: 1 pareggio e una vittoria, intanto però la trattativa con il santone salta e lui diventa il nuovo allenatore fino al 2018. Sarebbe già un’impresa arrivare terzi, ma il lombardo non si pone limiti, vuole chiudere gli occhi e farsi trasportare dai suoi sogni. Il club gli chiede la coppa di Russia, lui non ci pensa, non vuole limiti e doveri. La squadra con lui fa un salto di umiltà mai visto. Capitan Glushakov non aveva mai corso tanto e giocatori testoni come Luiz Adriano corrono come soldati, è l’inizio della rivoluzione e Massimo lo sa. Poche parole in conferenza stampa e tanto lavoro sul campo. Un esempio costante per tutta la squadra.

La gloria

Purtroppo lo Spartak esce subito dalla corsa alla coppa, il presidente però non è preoccupato, in campionato volano. Campioni d’inverno con un distacco considerevole, il pubblico applaude già per questo, da 15 anni il club non vedeva le stelle. I media iniziano a parlarne, la maggior parte è scettica, pensano che si sgonfi. Tutti vedono i moscoviti come una bella favola destinata a non concretizzarsi. Non hanno mai conosciuto Massimo e i suoi anni con Conte. È lì che ha imparato, che ha iniziato a dare a sè stesso una nuova mentalità, questa volta vincente. Il club rimane in alto e il 7 maggio festeggia. Campioni con 3 giornate d’anticipo. Massimo, l’uomo del Destino può finalmente festeggiare, missione compiuta, con un titolo russo in tasca e un futuro che si preannuncia roseo. Nel segno di Conte ma con qualcosa di più, al limite fra magia e realtà.
Massimo Carrera