Era il 2 Marzo 2002 quando Dennis Bergkamp, vestendo la maglia dell’Arsenal in un match contro il Newcastle, si inventò una giocata che ancora oggi è difficile da spiegare. Lo stesso Arsenal si chiede se non sia da considerare la più bella realizzazione nella storia della Premier League.
?️ 15 years ago today…
Our best goal in @premierleague history?
— Arsenal FC (@Arsenal) March 2, 2017
Succede tutto in pochi istanti, eppure quel controllo, quel tocco così semplice alla vista, sembra qualcosa di impensabile tutt’ora. La vera bellezza, la magia di questo gol non stanno tanto nella difficoltà del gesto tecnico o atletico, ma nell’idea alla base della giocata. Un controllo del genere non è nemmeno immaginabile per la maggior parte dei calciatori, che con una difesa di tre giocatori schierati dietro di se, il pressing degli avversari e un passaggio difficile da controllare, avrebbero optato per una giocata da boa, con uno stop e a seguire una sponda per un compagno.
Ma Bergkamp no. Lui con la difesa piazzata e un passaggio non irresistibile in arrivo, decide di controllare la sfera a seguire con un tocco d’effetto, aggirare l’avversario (che nel mentre non ci ha capito nulla, com’è normale che sia) e piazzare alle spalle del portiere. Il tutto partendo in scatto dalla trequarti e chiamando palla insistentemente con il braccio alzato, come se avesse già previsto tutto. Perché Dennis Bergkamp non era un giocatore normale, e nessun giocatore normale avrebbe anche solo osato pensare ad una giocata del genere. Il terzino destro dell’Arsenal di quegli anni, Lauren, descrive così il suo numero dieci:
“Quelli come Dennis sono giocatori baciati dagli Dei e nel calcio, che è un gioco di decisioni istantanee, fanno tutta la differenza del mondo. Tu puoi decidere di attaccare, di difendere, di fare un passaggio eccetera. Loro sono già avanti perché sanno cosa sta per succedere, lo sanno un secondo prima di te. Sono giocatori speciali, divini, e Dennis era decisamente uno di questi. Quello è stato un colpo di magia da parte di un giocatore magico”
Un tocco quasi da danzatore più che da calciatore, che però rispecchia tutto il fulgente estro calcistico di questo olandese dai piedi fatati. Lui che è stato forgiato, secondo le sue parole, dai campetti per le strade di Amsterdam e dall’aver avuto Cruyff come allenatore. E mentre quest’oggi siamo qui a onorare la memoria di uno dei gol più belli della storia del calcio e del suo meraviglioso artefice, non possiamo non soffermarci sull’eredità che questo giocatore e la sua giocata simbolo hanno portato sino ad oggi.
INAKI WILLIAMS, Athletic Bilbao VS Espanyol (08/11/2015)
Molte delle reti che abbiamo preso in considerazione per questo articolo contenevano un primo controllo schiena alla porta per scavalcare il difensore con un sombrero, per poi concludere in porta. Nonostante ce ne fossero davvero di belli, come i più recenti di Lewandoski e Neymar, o come quelli di Pellè e De Ceulaer, la differenza in tutti questi gesti con il gol di Inaki Williams è sostanziale.
In questa occasione il giovane spagnolo controlla un pallone per nulla facile sotto la pressione stretta di un difensore, e decide di aggirarlo con un tocco. Se il sombrero è, permetteteci il termine, relativamente più “facile” da eseguire, tagliare intorno all’avversario lo è molto meno. E il coefficiente di difficoltà del passaggio da controllare in questo caso è altissimo. Ed è proprio la decisione di eseguire un controllo di prima su una palla complicata per aggirare l’avversario che ci permette di accostarlo all’inarrivabile gol di Bergkamp, al contrario di tutti gli altri.
In questo caso, Inaki WIlliams (Classe ’94) con la maglia dell’Athletic ci fa rivivere un’emozione incredibile, chissà che non ci sarà l’occasione di vederlo con la maglia della Spagna a breve.
PATRICK SCHICK, Sampdoria VS Crotone (23/04/2017)
L’altra segnatura, più recente, che ovviamente ha ricordato a tutti quel gol al Newcastle, è quella realizzata da Patrick Schick. L’attaccante doriano, nella giornata contro il Crotone ha completamente emulato il genio olandese, ricostruendo quasi maniacalmente la giocata del numero 10 dei Gunners. Consapevoli del fatto che avere tutto quel campo tra sè, l’ultimo difensore e la porta sia un vantaggio considerevole rispetto alla giocata nello stretto di Bergkamp, questa rete ha dimostrato che il giovane della Repubblica Ceca ha un talento davvero fuori dal comune.