Sono stato alla presentazione del primo libro di Icardi allo store Rizzoli nella Galleria Vittorio Emanuele, a Milano.
Fila fuori dal negozio, adulti di sesso maschile con la maglia di Mauro, adolescenti con strani cartelli a forma di cuore di color nerazzurro. Alcuni signori passano fuori dalla Rizzoli e si chiedono se ci sia la presentazione sul “nuovo talentuoso scrittore polacco, uno dei tanti”, mentre dei ragazzi dicono: “sarà il solito youtuber sfigato che cerca di lemosinare qualche soldo con un libro”.
No, c’è Maurito, che è un po’ come una popstar ormai. Si palesa in uno store che racchiude chilogrammi di cultura poco prima delle 19.00. Mi avvicino. Gli chiedono della stoccata di Maradona, che riferendosi a lui ha detto “dei traditori non parlo”: “Preferisco non rispondere perché sono parole che non c’entrano nella mia vita. Io non parlo di una persona che non può essere un esempio per nessuno. Come giocatore è stato uno dei migliori al mondo però fuori dal campo non si può parlare di una persona così”.
Il titolo del libro è Sempre Avanti: “Sono parole che mio padre mi ha sempre detto. Lui ha fatto dei sacrifici nella sua vita e ha guardato sempre avanti per crescere me e la mia famiglia. ho seguito questo consiglio e ho guardato e guardo sempre in avanti faccio quello che sento e vado per la mia strada”. Ma perché scrivere un libro? Icardi risponde: “Per me è un piacere tirare fuori aneddoti della mia vita per farmi conoscere davvero dalla gente, dai tifosi. Per far comprendere chi sono, perché mi vedono solo in campo o in tv. Così la gente mi può conoscere”. L’attaccante argentino continua e afferma “i soldi mi hanno cambiato la vita ma non hanno cambiato la mia testa. Non sono un top player, faccio solo il mio lavoro, segnare”.
In chiusura, parla di un possibile ritorno di Moratti: “E’ lui che mi ha voluto all’Inter ed è una persona importante per l’ambiente. Non so in che ruolo ma se dovesse tornare sarebbe un piacere per tutti”. Firmato: il frontman dell’Inter, il Justin Bieber del nostro calcio o, come lo chiamano i tifosi, il capitano. Che a 23 anni deve essere un peso quantomeno difficile da portare addosso.