Dopo la passata sessione estiva di calciomercato, la Juve sembrava persa per la cessione del suo talismano. Non stiamo parlando di Pogba, ma di Simone Padoin, che oggi ha un degno sostituto in campo, il bomber croato Mario Mandzukic.

Tutti buoni a dire che la Juve è forte. C’è chi dice sia merito del blocco difensivo che uccide ogni centravanti che osa sfidarlo, chi invece che è merito della coppia Higuain-Dybala che ha fatto della Juve la succursale dell’Albiceleste, chi invece, pentito per averlo insultato al suo arrivo, sostiene che il merito sia del condottiero Allegri che, oltre a scudetti e coppe nazionali, ha già conquistato due finali di Champions, e chissà che questa non sia quella buona.

Il nuovo talismano

Mi spiace dirlo ma di calcio, anzi di Juve, non ne capite una cippa. Se la Juve è un club vincente è merito dei talismani che ha avuto e che tuttora ha. Fino all’anno scorso la Juve vinceva grazie al mitico Padoin, arrivato dall’Atalanta tra mille perplessità dei tifosi, invece poi si è rivelato il superpotere nascosto della Vecchia Signora. Con lui la Juventus ha conquistato cinque scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe nazionali.
Più che jolly di centrocampo, Simone sembra un asso piglia tutto, dato che a quelle due coppette vinte a Torino vanno sommati un campionato di serie B con la “Dea” e una salvezza con il Cagliari quest’anno. Coincidenze? Io non credo. Come non credo al fatto che Mandzukic sia stato acquistato solo per le sue doti fisiche e tattiche, in realtà anche lui è un talismano, il nuovo talismano di casa Agnelli.

Bollito a chi?

C’è chi lo dava per panchinaro bollito alle spalle del Pipita, ma si sa, il bollito spesso è un animale senza palle, invece al croato le palle non mancano. La Juventus, infatti, ha sempre vinto nelle venti partite di Serie A in cui Mandzukic ha segnato. Una specie di garanzia per la vittoria dunque, che fa sorridere Massimiliano Allegri, l’allenatore che ha sorpreso tutti lo scorso 22 gennaio, schierandolo come esterno d’attacco per la prima volta contro la Lazio.
Allegri al contributo del croato non ha rinunciato, nemmeno dopo l’arrivo di Higuain. Come ha fatto a schierare i due giocatori insieme? Non ci è voluto un interprete, ma un nuovo ruolo per Super Mario. Lo ha reinventato, da prima punta ad esterno, e la trasformazione non era semplice sulla carta, perché sulla fascia occorre sacrificio, anche in fase di copertura, e tanta corsa per svolgere entrambe le fasi di gioco.

Allegri psicologo oltre che mister

Ma Allegri a questo proposito ha rivelato: “Gli ho detto che l’ho fatto tornare giovane, gli ho levato dieci anni: ha iniziato a giocare sull’esterno da ragazzino e adesso che ha superato i trent’anni torna in quella posizione, come se ne avesse venti”.
Ora, da giocatore IN più, è diventato IL giocatore in più. Chi l’avrebbe mai detto che proprio in quel ruolo sarebbe divenuto fondamentale per la Juve regina d’Europa? Sembrava una “retrocessione” all’inizio, l’unico modo per giocare da titolare in una squadra piena di campioni. Adesso invece è la regola fondamentale per affrontare a viso aperto chiunque, anche in Europa.
L’assist per il raddoppio di Dybala nella gara di andata dei quarti contro il Barcellona lo dimostra. Come lo dimostra anche il gol di ieri in una partita che per la Juve sapeva già di amichevole post- campionato. La firma su Scudetto e Coppa Italia è già stata messa, ma si sa che le cose importanti si firmano in triplice copia, e anche il 3 giugno Marione è chiamato a caricare la penna di inchiostro per scrivere il finale del triplete bianconero.
Ieri era il suo compleanno, il regalo se lo è già fatto da solo, ma noi di Soccer vogliamo almeno dedicargli il verso di una canzone: “Da quando Mario gioca di più, per la Juve è sempre domenica!”   
Tanti auguri Mario Mandzukic!