Oggi Ronaldo compie 40 anni. I tifosi interisti non lo hanno mai dimenticato. Chi lo ha visto giocare lo definisce “Ronaldo, quello vero”.
Parole di Moreno Pisto
Sì, ogni tanto guardo fuori, mi eclisso e mia moglie mi fa: a cosa stai pensando? E io le rispondo: a quanto era forte Ronaldo.
Ronaldo, il primo, quello che noi interisti definiamo “il vero Ronaldo”, non un marchio, ma Luis Nazario Da Lima, un romanzo meraviglioso.
Io su Ronaldo, la seconda volta che gli è partito il ginocchio c’ho pianto. Coppa Italia, contro la Lazio, non ci potevo credere. Non potevo credere che il destino fosse così beffardo e stronzo, stronzo sì. Ero giovane. Ero ingenuo.
Il fenomeno è nato nell’anno del punk. E lui lo è stato, punk. Durante un derby fu buttato fuori per una pseudo gomitata, eravamo padroni del campo, lui e Vieri in coppia facevano paura, perdemmo 2 a 1. Anche lì, non ci volevo credere. Come è che quell’Inter non è riuscita a vincere niente? Il 5 maggio, poi. E prima del 5 maggio il rigore di Iuliano, Simoni che entra in campo; quel giorno ero sulla Uno Bianca Sting nel parcheggio deserto di una discoteca chiamata Don Carlos con la mia ragazza di allora, vetri appannati e baci saffici, la radio accesa e il commentatore che non ci poteva credere, lui per primo, lui prima di me.
E lui non era giovane né ingenuo. Chissà come mai quando penso a quanto era forte Ronaldo poi mi vengono in mente solo momenti tutto sommato tristi, tipo le scalette dell’aereo… Forse perché lì c’è la poesia, forse perché sono interista. Mi devo sforzare per ricordarmi il gol allo Spartak Mosca, le sue serpertine, oppure devo andare su YouTube.
Auguri fenomeno, quanto eri forte.