Il calcio è strano, si sa, e le partite dei playoff assomigliano spesso più a battaglie medievali che a competizioni sportive. Ma quel che è andato di scena al Matusa ieri nella semifinale di ritorno valevole per la promozione in serie A tra Frosinone e Carpi rischia di spostare verso l’alto l’asticella delle iperboli dedicate allo sport più bello del mondo.

Dopo 140 minuti avari di emozione tra lo 0 a 0 di andata e il primo tempo senza reti del ritorno, la guerra di trincea tra le due compagini lascia il campo a una guerra lampo ingaggiata dall’espulsione del terzino ex Palermo del Carpi Aljaz Struna al 45’ che fa pendere il discorso qualificazione decisamente a favore dei laziali, ai quali in virtù del miglior piazzamento nella regular season, basta il pareggio.

Eppure il Carpi ci crede con mister Castori che decide comunque di giocarsi la carta Kevin Lasagna a far coppia d’attacco con Jerry Mbakogu. Ed è proprio quest’ultimo a far saltare le coronarie ai tifosi laziali facendosi trovare pronto al 53’ tu per tu con il portiere Bardi, salvato solo dall’effetto ad uscire della palla che finisce la sua corsa sul palo.
Brivido vero, ma è il Frosinone a continuare a far la partita e a dare l’impressione di averla in pugno, mentre dalla parte degli emiliani cominciano a fioccare i cartellini. L’episodio chiave comunque arriva al ’78. Azione da capogiro del Carpi e pallone filtrante di Mbakogu per Di Gaudio che si presenta di fronte a Bardi e cade lamentando una spinta alle spalle da parte di un difensore.

Il fallo sembra netto ma l’arbitro lascia proseguire e parte lo psicodramma. Castori entra in campo, Mbakogu minaccia di andarsene dal campo e scoppia una prima rissa in campo, che l’arbitro seda a fatica a colpi di cartellini per i biancorossi. Passano ancora pochi minuti e Gagliolo, terzino sinistro, entra con troppa irruenza sull’avversario. Secondo cartellino e Carpi in nove.
A questo punto sembra davvero finita e Mbakogu, sempre più polemico, lascia definitivamente il campo. Il Carpi per salvare il salvabile lo sostituisce con Fedato, prima che lo stesso Mbagoku si scagli contro lo stesso dirigente intento a impedirgli di rientrare in campo.
Eppure il Carpi non è ancora domo, seppur sempre sul punto di capitolare. A suonar la carica è il portiere Belec che riprende sempre in fretta il gioco e prova a crederci. All’’86 l’arbitro fischia uno dei rari piazzati concessi agli ospiti nella ripresa.

La distanza sembra proibitiva, ma Letizia, uno dei migliori in campo, beffa Bardi con una traiettoria insidiosa con il pallone che rimbalza proprio davanti al giovane portiere frusinate, prima di insaccarsi in rete. Per il Frosinone inizia un incubo. L’assalto finale è da artiglieria tedesca con Ciofani e Dionisi che ci provano in tutti i modi supportati da un Terranova che non sembra aver rivali nel gioco aereo.
Eppure la difesa, strenua, del Carpi regge il colpo e per i 68 tifosi della curva ospiti, segna un giorno indimenticabile della storia di questo club.
A partita appena conclusa arrivano anche le dimissioni dell’allenatore del Frosinone Pasquale Marino che si scusa con i tifosi e consegna le dimissioni. Paura e delirio al Matusa.