Ho visto un ragazzo lanciare una birra in lattina mezza piena sulla folla durante il primo tempo, perché gli dava fastidio che qualche metro più avanti avessero una bandiera bianconera alzata che gli impediva la visuale. Al richiamo di un signore che gli ha mimato a gesti che poteva colpire in testa qualcuno e fargli male, si è girato verso l’amico e il labiale non ha ammesso repliche:
“Ma tanto cosa vuoi che me ne freghi”
A nessuno importa di niente finché non succede qualcosa. Poi tutti lì a indicare i colpevoli col dito. E’ colpa del comune, dello stato, delle poche forze dell’ordine, degli scemi che hanno lanciato i petardi (ma almeno siete sicuri che questa cosa sia successa prima di parlare?), è colpa dell’ISIS (fate sul serio?).
Perché nessuno ha puntato il dito su chi lanciava lattine o fumogeni vuoti sulla folla? O su chi lasciava le bottiglie vuote per terra? Perché quelli, se non eravate voi, erano i vostri amici. E’ facile far finta di nulla se le conseguenze non ci toccano. La colpa è quasi di chiunque. Del comune, dei venditori abusivi, dei media che hanno sottovalutato la cosa, dei bar che non hanno rispettato il divieto. Di tutti noi che abbiamo fatto qualcosa che era vietato perché “ce lo hanno permesso quindi è colpa loro”.
E’ colpa anche di quelli dal grido facile che per un nonnulla hanno scatenato il panico.
Credete che stia giudicando? Io sono il primo ad aver lasciato la mia bottiglia di vetro per terra vicino allo zaino al posto di andare a cercare un cestino.
Se il comune fosse stato stringente, sarebbe stato il solito “stato che ci mette al guinzaglio”, se le forze dell’ordine avessero fatto i controlli adeguati, avreste esclamato “sbirri infami adesso il fumo dove lo nascondo?”.
Eravamo tutti sotto gli stessi colori, e avremmo dovuto reagire come una squadra davanti alle difficoltà, si vince e si perde insieme. Ma si resta uniti. Ho assistito a tantissimi gesti di altruismo in quei lunghissimi minuti. Ho visto sconosciuti salvare altri sconosciuti dalla calca, ho aiutato ragazzi a portare i loro amici con squarci di diversi centimetri al centro di primo soccorso. Siete stati degli eroi. E anche tutte le forze dell’ordine che hanno fatto il loro dovere nonostante non avessero idea di cosa stesse succedendo, come tutti, hanno fatto il loro meglio e hanno salvato tantissimi. Nonostante in pochi riportino fedelmente l’immagine apocalittica di ieri notte, il sangue era ovunque e la situazione era davvero surreale.
Poi però, quando si è fuori da lì, ognuno vuole dire la sua. Ha bisogno di dire la sua. E come al solito è bello potersi sentire giudici della realtà, come se non ci tangesse.
Se dovete a tutti i costi cercare un colpevole, non guardate all’ISIS che ci fa terrorismo psicologico. Guardatevi allo specchio.
Perché probabilmente tutto quel sangue che avevo addosso non era mio. Ma la bottiglia rotta che l’ha causato forse si.