Tra i 19 e i 24 anni, Johnny Marr ha fatto parte di una delle band più popolari di sempre, gli Smiths. Negli anni successivi ha collaborato con gruppi e artisti famosi (fra gli altri: Paul McCartney, Oasis, Pet Shop Boys, Modest Mouse, Talking Heads, Pretenders, Pearl Jam, Brian Ferry, Hans Zimmer), riuscendo a rimanere popolare e apprezzato nonostante gli Smiths non siano mai tornati insieme, neppure per un concerto. Giorni fa è uscita la sua autobiografia, Set this boy free: diversi giornali ne hanno parlato bene, anticipando alcuni aneddoti contenuti nel libro.
Come tutti sanno, molti libri autobiografici che escono a nome di musicisti sono scritti in realtà da ghostwriter, Marr invece ha scelto di scrivere di persona Set this boy free: “Le persone si sono abituate a leggere autobiografie scritte da ghostwriter, ma sembra che si siano dimenticate che è un trucco. Non potevo immaginare di fare una cosa del genere. Volevo scrivere un libro, e magari ne scriverò un altro paio. L’idea di occuparmi della mia vita ma di non poterla scrivere di persona per me era davvero impensabile”.
Marr è nato a Manchester nel 1963 da una famiglia di immigrati irlandesi (“che teneva in salotto una tinozza di latta per fare il bagno”, scrive il Guardian), e ha trovato quasi subito le sue tre costanti nella vita: prima dei cinque anni iniziò a suonare la chitarra, a dieci cominciò a seguire il Manchester City, e a 15 conobbe Angela Brown, una ragazza che aveva un anno in meno di lui e che sarebbe diventata sua moglie. Ancora oggi Marr suona la chitarra, è sposato con Angela Brown e tifa Manchester City.
In passato, provò a entrare nelle file dei Citizens come giocatore, ma le cose non andarono come sperava. Prima dell’incontro con Morrisey, fece un provino al Nottingham Forest e al City.
Per quanto riguarda questa esperienza, Marr ha detto: “Ero abbastanza buono per il City, ma non ho poi dato seguito alla cosa perché ero probabilmente l’unico giocatore ad usare l’eyeliner.
[…] Gli allenatori di calcio verso la fine degli anni ’70 primi ’80 non vedevano di buon occhio i ragazzi che avevano connessioni col mondo musicale. Fui scartato dall’allenatore delle giovanili del City a un provino, nonostante gli osservatori fossero di parere contrario, per via delle mie inclinazioni musicali. Ero sicuramente bravo a sufficienza per le giovanili del Manchester City, ma ero l’unico che si truccava gli occhi. Metà dei giocatori preferirono girarmi al largo, l’altra metà cercò di colpirmi ininterrottamente per tutta la partita, li provocai, la mia carriera calcistica era destinata a durare poco in ogni caso”.
Ad oggi, “Sweet And Tender Hooligan”, si può dire tranquillamente che è stato meglio così.