Martedì 31 Gennaio. È ultimo giorno di una pallida sessione invernale dello sport preferito dagli italiani. Il Calciomercato, s’intende.

Io e il fotografo Alberto Gottardo suoniamo il citofono e ci infiliamo in uno stretto ascensore di un palazzone in zona Città Studi. All’ultimo piano ci aspetta lo specialista del calciomercato europeo: Gianluca Di Marzio. Ci apre la porta del suo appartamento.
Indossa un abito blu e una camicia bianca. Noto delle vistose occhiaie: probabilmente ha passato la notte in bianco, preso dall’adrenalina, come se avesse dovuto imbastire lui stesso una trattativa. Ci onora di una stretta di mano fugace, e con gli occhi che quasi brillano, esordisce: “Non posso offrivi un caffè, ma volendo posso farvi vedere la mia collezione di maglie”.

“Convinsi De Biase ad allenare l’Albania”

Intanto che cerco di cogliere un’improbabile connessione tra le due cose, ci guida in una stanza ed è subito un tripudio di colori. Ci sono decine e decine di maglie, da Ibrahimovic a Kakà, passando per Di Natale e Gerrard, e spesso sono nelle versioni da trasferta o da terza divisa.
La maglia di Maradona è l’indizio di una collezione cominciata prima di intraprendere la carriera da giornalista. “Questa è una delle maglie a cui tengo di più. Mi ricorda un trattativa in cui ho fatto da ‘intermediario’.” dice indicando la maglia della nazionale albanese con il numero dieci e il suo nome. “È un regalo della Federazione calcistica dell’Albania: convinsi De Biase ad allenare la nazionale”.
Giusto il tempo di scattare un paio di foto e torniamo nella sala dove ci fa notare un mobile colmo di premi giornalistici. Mentre ammiriamo i vari riconoscimenti, lui abbassa lo sguardo e inizia a muovere le dita sullo schermo dell’iPhone con una velocità fulminante.
Dalla Lega Pro fino alla Serie A, le notizie di calciomercato fluttuano nello spazio virtuale della rete per arrivare sempre e con largo anticipo su unico telefono: quello di Di Marzio. “Molte delle notizie arrivano grazie a Whatsapp. Se i direttori sportivi o i procuratori leggono i miei messaggi e non rispondono, significa che c’è qualcosa” spiega.

Lascia le mani dallo sterzo e scrive su Whatsapp

“Adesso andiamo che sono in ansia. Ho una notizia e ho paura che esca dalle altre parti. Ce l’ho solo io e stavolta non ho detto niente nemmeno ai miei collaboratori.”. “Che notizia?” chiedo. “L’inter fa un difensore: Sainsbury dallo Jiangsu Suning”.
Scrivere e guidare contemporaneamente deve essere un grosso problema per Gianluca. Non a caso, utilizza con frequenza i vocali, e ogni tanto – con una certa scioltezza e con qualche mio ben celato patema – lascia le mani dallo sterzo e riprende a battere le dita sullo smartphone.
Mentre col suo suv Mercedes raggiungiamo lo Starhotel Business Place sbircio per un po’ il telefono. Tonev al Benevento, Biabiany che rifiuta il Chelsea, e Greco al Bari sono le prime notizie della giornata che arrivano al giornalista e che vengono condivise su due gruppi Whatsapp: uno è della redazione di Sky, l’altro del sito www.gianlucadimarzio.com.

“Mancano soltanto 11 ore. Vedo la luce”

“Oramai i procuratori e direttori sportivi mi inviano le notizie senza che sia io a chiederle. Alcuni si raccomandano di non rivelare la fonte: mi pare una cosa scontata. Non lo farei mai!” precisa. Tra i vari macchioni che circondano l’hotel prendiamo qualche minuto prima di trovare un parcheggio, ma alla fine ce la facciamo: finalmente ci avviamo verso la casa del calciomercato.
Il passo di Di Marzio è scanzonato e non tradisce una frenesia che dovrebbe essere tipica di uno dei giorni più impegnativi dell’anno per chi fa il suo mestiere. Un po’ di stanchezza, però, si fa sentire. “Mancano soltanto 11 ore. Vedo la luce” si consola.
L’ingresso dello Starhotel Business Place è una baraonda di giornalisti sbarbatelli che, nonostante i miei 23 anni, mi fanno sentire davvero vecchio. Mostrando una buona dose di improvvisazione, registrano con qualsiasi abbiano a portata di mano: tablet, smartphone, auricolari e microfoni raffazzonati. Quando vedono Di Marzio è tutto un coro: “Ciao Gianlu”.
Qualcuno prova a fermarlo chiedendo delle dritte. Senza successo, però. “Devo sbrigami: nell’ultimo giorno le notizie resistono poco.” mi spiega. Acceleriamo ed entriamo nell’hotel. All’interno le luci sono gialle e soffuse: insieme all’arredamento danno vita a un’atmosfera di decadenza romantica che rende il tutto più elegante. Gianluca ci guida al piano inferiore dove lo perdo di vista. Si è fiondato nel box di Sky Sport: è da qui che avvengono i collegamenti con “Calciomercato – L’originale”, il programma condotto da Alessandro Bonan.

Come se fosse una rockstar

Ci incrociamo di nuovo a distanza di dieci minuti: il tempo di fare la prima diretta della giornata. Scambiamo due chiacchiere e un certo punto si avvicina un giovane giornalista: “Ti posso rubare un minuto?”. Stavolta non può sottrarsi. È una televisione locale della sua terra d’origine, la Calabria. Di Marzio riassume le trattative più calde della giornata, e alla fine si lascia andare a momento più sentimentale: “La Calabria fa parte della mia famiglia. Sono amato sia a Catanzaro e Cosenza e sono orgoglioso di aver vissuto in questa terra. Non vedo l’ora di tornare.”. Finita l’intervista, come se fosse una rockstar, tutt’attorno si forma un calca: vogliono tutti un foto. “C’è la fila” si lamenta impaziente qualcuno.
Dopo avere esaudito le varie richiese di selfie, decidiamo di salire al primo piano. “Nel vecchio albergo ogni squadra aveva un box: qui c’è un open space. Per gli affari delle squadre più piccole si incontrano nelle camere. Le trattative che invece riguardano i grandi club si fanno altrove, negli altri hotel” dice.
Nella hall ci sono tutti: procuratori, direttori sportivi, presidenti, intermediari e pure una ex gieffina. Tra la folla riconosco soltanto Caliendo, Taibi, Giaretta, Di Campli, Perinetti. C’è chi se ne sta spaparanzato sulle poltroncine, chi beve un drink, chi passeggia.
Tutti hanno almeno tre cose in comune: l’aria da businessman, i vestisti che sanno di naftalina, e uno smartphone all’orecchio. Di Marzio si aggira fra i vari tavoli con fare circospetto, alla ricerca di qualche “bomba”. Con una certa intensità guarda l’iPhone. Cominciano le forti strette di mano, i bisbigli, le pacche sulle spalle, gli sguardi d’intesa, i sorrisi d’assenso e gli abbracci intensi.

“Sono riuscito a creare dei rapporti sinceri”

Si prende qualche attimo per confabulare con i colleghi di Sky e con i collaboratori del suo sito: Ranocchia, Budimir, El Kaddouri, Gabbiadini, Gerson sono i nomi che circolano di più. Di tanto in tanto, qualche aspirante specialista di calciomercato si fa avanti, chiede consigli e viene liquidato con gentilezza in pochi secondi.
Torna con gli occhi sull’iPhone. Intravedo un conversazione e i messaggi sembrano codici da decifrare: “Sono nei casini”, “Ok speriamo”, “Ok”, “Come va?”, “Vediamo”, “Mi aggiorni”, “Ok”, “Ancora nulla?”, “Ancora no”. Ricominciano le forti strette di mano, i bisbigli, le pacche sulle spalle, gli sguardi d’intesa, i sorrisi d’assenso e gli abbracci intensi. “Non è solo rispetto. Mi salutano con affetto. Non c’è quella tensione che potrebbe esserci tra un giornalista e un direttore sportivo. Che siano grandi e piccole squadre. Non è una cosa forzata. Sono riuscito a creare dei rapporti sinceri ed è la cosa più bella” confessa.
È il momento della seconda diretta della giornata: questa volta non voglio perdermela. Lo seguo fino al box Sky. Si mette l’auricolare. “Senti?” chiede un operatore. Nessuna riposta. “Senti?”. Ancora nessuna risposta: il suo sguardo è perso nello schermo dello smartphone. “Senti?”. “Poco” risponde. Il quarto tentativo è quello giusto.
Il collegamento parte: anche in diretta Gianluca mantiene la solita aria placida e sbarazzina. Senza mollare per un secondo lo smartphone, si scatena in una “raffica” di indiscrezioni: Scamacca va al Sassuolo, l’Inter continua a provarci per Sainsbury, Simic va alla Sampdoria, Gerson potrebbe saltare, Gabbiadini al Southampton si fa, il Crotone cerca disperatamente un attaccante. La prima notizia diventa l’ultima ora di Sky Sport 24.

“Al trasferimento di Ibrahimovic mi hanno dedicato dei cori”

Prima di salutarci mangiamo un panino in una hamburgeria della zona. Anche qui non mancano le richieste di selfie. Di Marzio approfitta della pausa per rispondere a più tweet possibili. L’interazione con tifosi e appassionati è infatti un segreto fondamentale del suo successo. “Alcuni mi mandano pure le notizie: la trattativa tra Tevez e la Juventus mi fu segnalata via mail da un lavapiatti italiano che lavorava nel ristorante inglese dove Marotta e Paratici s’incontrarono con il calciatore.” racconta ricordando uno dei suoi scoop preferiti.
I suoi 711 mila follower – che lo rendono il giornalista sportivo italiano più seguito sul social – incalzano da tutta l’Europa: Turchia, Inghilterra, Spagna sono alcuni dei paesi nei quali, grazie ad alcune esclusive, si è ritagliato notorietà e autorevolezza. “Quando ho annunciato Van Persie al Fenerbahçe ho capito che i turchi diventano matti per il calcio. È stato il mio tweet più ritwittato di sempre.  A Manchester, invece, in occasione del trasferimento di Ibrahimovic mi hanno pure dedicato dei cori” continua.
Nel frattempo arriva l’ufficialità di Sainsbury all’Inter. “Non sembra un affare di grande interesse: è un giocatore sconosciuto. Averla scoperta in un momento in cui tutti pensavano che il mercato fosse chiuso mi dà soddisfazione. Non mi emozionano soltanto le grandi operazioni, ma anche quelle piccole. Certo, poi è scontato che mi riempia di orgoglio avere dato per primo le notizie del ritorno di Mancini all’Inter, delle visite mediche di Higuaìn alla Juventus, o di Pep Guardiola al Bayern” spiega passandosi una mano sugli occhi stanchi.
Le ultime ore della giornata le passo vagando tra gli indistinguibili uffici di Sky. Guardo il programma “Calciomercato – L’originale” direttamente dallo studio, tra colonne sonore in stile “The Young Pope”, i tweet di Balotelli che guarda e commenta la trasmissione, i collegamenti di Gianluca, la disperata ricerca di un attaccante da parte del Crotone e gli ascolti record.
Perché, come dice Di Marzio, il calciomercato “è l’unico momento in cui tutte le squadre partono alla pari. E tutti i tifosi possono sognare”.