Mancano ormai poche ore alla finale Play-off di Lega Pro (che fortunatamente tornerà a chiamarsi Serie C), in cui si affronteranno Parma ed Alessandria.

Sul percorso delle due squadre in questo mini-torneo per la promozione si potrebbe dire tanto. Da alcuni episodi dubbi che hanno favorito i ducali nella semifinale contro il Pordenone, all’enorme rischio corso dai grigi ai quarti contro il Lecce (vittoria ai rigori). Si potrebbe discutere tanto, è vero. Ma non lo faremo per una semplice ragione. Parafrasando l’immortale Paolo Villaggio, “per me, i Play-off di Lega Pro sono una cagata pazzesca“. E vi spiego perché, procedendo per punti.

La prima critica che muovo alla competizione è legata al numero di squadre partecipanti. 24 squadre per un posto. Vi sembra possibile? Secondo me non ha alcun senso. La formula Play-off per la stagione attuale, prevedeva la qualificazione per tutte le squadre che in campionato si fossero classificate tra il secondo e il decimo posto. E che male c’è, diranno alcuni? E’ bello pensare a una Lega che decide di far sperare alla Promozione anche squadre di basso rilievo. Sì, sarebbe bello pensarlo. Ma nei fatti, sono proprio le più piccole ad essere svantaggiate sin dal primo turno, sia per il fattore campo a sfavore, sia per il fatto che, a parità di risultato, sono quelle con la posizione più alta a qualificarsi.
Tutta le critiche, o quasi, si snodano a partire da questo primo punto. Da qui, infatti, consegue il problema dell’eccessiva durata della manifestazione. La finale si giocherà il 17 Giugno, peraltro alle 18.00, con più di 30 gradi previsti. Sicuramente la Lega non può cambiare il clima, i giocatori sono dei professionisti che si allenano in condizioni estreme e bla bla bla. Ma parliamo di cose concrete. Il fatto di finire così tardi rispetto ad altri campionati influisce sullo spettacolo offerto in campo? Sì.

I problemi tecnici di questi play off

Infine, vorrei fare un appunto su alcuni dettagli “tecnici”. In primis, la regola dei tempi supplementari. Perché? Perché far giocare ai calciatori ulteriori 30 minuti dopo più di 10 mesi di gare? A quale pro, se poi in campo si deve assistere a uno spettacolo pietoso? Sono da sempre contro i tempi supplementari, a maggior ragione in competizioni così lunghe. Se proprio si devono disputare, è necessario l’incremento delle sostituzioni, come la Fifa sta già provando in alcuni tornei.
Ma il punto su cui in assoluto mi sono più incazzato è il sistema delle squalifiche. Perché un calciatore, che ha giocato più di quaranta partite per arrivare all’ambita finale, deve saltare la gara per somma di ammonizioni? Ma facciamo davvero sul serio? Io sono stanco di assistere a partite in cui mancano i giocatori migliori, o che comunque sarebbero stati importanti, a causa di una regola assurda. Bocalon, Corapi e Scaglia non saranno della partita. Magari pochi di voi li conosceranno. Facciamo un altro esempio. Come sarebbe finita la finale di Champions del 2003 tra Juve e Milan se Nedved non l’avesse dovuta saltare per somma di ammonizioni? Non lo sapremo mai.

Le mie critiche, forse per alcuni esagerate, sono quelle che un genitore fa ai propri figli. Ne è profondamente innamorato, vuole il loro bene, vederli crescere sani e proprio per questo, quando li vede sbagliare, si arrabbia e cerca di correggerli.
L’errore che sta commettendo la Lega è quella di pensare pochissimo agli spettatori. Guardiamo oltreoceano. Pensiamo all’NBA, dove tutto è fatto per rendere più accattivante e ricco il proprio prodotto, perché di questo si parla. La nostra Lega Pro, soprattutto sapendo che i valori in campo non sono come quelli della Serie A o di altri campionati, a queste cose dovrebbe starci attenta.
Ora, comunque, godiamoci la finale, sperando che possa regalarci grandi emozioni e a mai più rivederci, cari Play-off.