“Buffon è il mio Corano. E’ un ragazzo che, nel crescere, è divenuto uno dei più grandi pensatori italiani contemporanei”.

Chi, se non Giampiero Mughini, avrebbe potuto enunciare pubblicamente parole di cotanto elogio per il portierone bianconero? E infatti è il giornalista e scrittore che, nel dissacrante salotto radiofonico de La Zanzara su Radio 24, si è lasciato andare a considerazioni spinte su vari temi che stanno facendo il giro del web.
Giuseppe Cruciani, ben sapendo la debolezza per questo sport di Mughini, non gli ha risparmiato nessuna domanda. E ogni risposta è un manuale del perfetto intellettuale prestato al gioco del calcio.

Cosa ne pensi di Donnarumma e di chi gli ha lanciato dollari e lo ha definito Dollarumma?
“Se guardiamo il costume italiano, in tutti i campi, siamo all’orrore. In Parlamento, quanto in uno stadio o all’uscita di una discoteca. Quei manifesti sono ignobili ma Donnarumma fa parte del giocattolo calcio, che sta impazzendo. Che vuol dire milioni di euro come se piovesse. Ronaldo vale più di 4 o 5 quadri di Picasso e Modigliani. E il suo procuratore, Mino Raiola, è uno squalo. E per fare quel mestiere lo fa bene. Donnarumma era solo un po’ patetico quando baciava la maglia del Milan”.
E su chi perde tempo a stampare dollari e striscioni di quel tipo?
“Ai miei occhi anche quelli che scrivono 2500 tweet al giorno insultando a destra e a manca, sono creature inverosimili”.
Ma Raiola ti fa schifo?
“Penso che sappia fare il suo mestiere. Alla Juve disse: venite a vedere questo ragazzo nello sgabuzzino del Manchester, se vi interessa mi date un po’ di soldi ed è vostro (Pogba, nda). Il sistema dei procuratori sta avvelenando il giocattolo calcio, ma non solo quello”.
A Donnarumma sono arrivate minacce di morte, come gli insulti ai suoi familiari.
“Accanirsi sulla famiglia e su di lui non ha senso. Sono professionisti, che si giocano il tutto e per tutto in un’avventura miliardaria. E fare il portiere del Real è più appetitoso che farlo al Milan”.
Ti piacerebbe Donnarumma alla Juve?
“Non credo verrà mai e non credo che la Juve voglia spendere 60 milioni per un portiere”.

Stai ancora pensando alla finale di Cardiff?
“No, perché non ero tra i babbei che pensavano che il Real fosse un boccone facile da digerire. Quelle immagini stanno nella memoria, come tante altre, ma nella passata stagione ci sono numerose immagini positive. Parliamoci chiaro: se avessi gli incubi per le partite di calcio sarebbe grave. Gli incubi li ho sul tempo che passa, sull’Italia che decade, sul lavoro che non c’è più, sul mondo sul quale mi ero formato e non esiste più e al suo posto è arrivato un circo tra analfabeti, babbei e chiacchieroni”.
Ha fatto discutere Buffon che ha definito “miserabili” coloro che hanno esultato per la sconfitta della Juve. Tu come li definiresti?
“Miserevoli, più che miserabili. Quelli del Napoli, ma è accaduto anche a Firenze e persino Sandro Mazzola avrebbe esultato. Pare che lo abbia anche dichiarato. Sono atteggiamenti miserevoli. Avevo sentito tifosi napoletani dire: siamo napoletani, non italiani. Io disprezzo queste cose. Giovambattista Vico, Totò e i De Filippo, penso che siano prima di tutto italiani”.
Quindi aveva ragione Buffon?
“Buffon è il mio Corano. E’ un ragazzo che, nel crescere, è divenuto uno dei più grandi pensatori italiani contemporanei”.

Come Capello, che sbarcato in Cina ha rivendicato gli scudetti vinti con la Juve ma revocati dalla giustizia sportiva?
“Fabio Capello ha fatto bene a rivendicare gli scudetti della Juve. Perché conosce come abbiamo vinto, restando sempre in testa, come sono andate le partite, che nelle sentenze non viene indicata una partita falsificata. Ha fatto bene, non una ma dieci volte. Chi ne capisce di calcio non ha mai messo in dubbio gli scudetti della Juve”.