Giorgio Montanini è un comico di quelli che fanno ridere, anche amaramente, e ci ha confessato che faceva ridere persino quando giocava a calcio. Ma l’amore per questo sport rimane immutato.
Lo chiamiamo ed esordisce così: “Ho appena passato un malanno e sono stato in casa una settimana, ora so tutto di Calciomercato, dalle serie A alla Lega Pro”. Poi è un fiume in piena e ci ha parlato del calcio marchigiano, del suo idolo Ibrahimovic, della fede (laica) per l’Inter e del suo nuovo spettacolo. Il tutto con pochissime parolacce.
Ti abbiamo chiesto l’intervista e ci hai risposto: “Quando mi invitano a Quelli che il calcio o alla Domenica sportiva sono felice come un bambino”. Cosa ti ricorda il calcio? Hai mai giocato a pallone?
“Le mie qualità da calciatore sono inversamente proporzionali alla comicità. Io nasco comico, mentre per il calcio era l’esatto contrario. Mi allenavo più di tutti e non giocavo perché ero scarso, infatti non ho mai superato la terza categoria”.
Sei originario di Fermo, quindi marchigiano, ma le Marche in Serie A non si vedono da tempo. Come mai?
“Da tifoso sono sempre stato tifoso della Fermana e interista viscerale. Noi rivendichiamo la Fermana in serie A come ci sono riusciti Sassuolo e Chievo. Aspettiamo degli imprenditori simili. Purtroppo i Della Valle, pur essendo di Fermo, hanno deciso di investire a Firenze e questo denota la nostra sindrome di inferiorità come marchigiani. Storicamente abbiamo avuto l’Ascoli che è stato diversi anni in serie A. Tra l’altro questo attuale calcio si sposa molto con la marchigianità perché è pochi fronzoli e parecchia solidità”.
Però non sopporti quando i giocatori dopo un gol esultano invocando la religione. Come nel tuo monologo “Il calcio e Dio”. Dicevi che per te è come il doping, andrebbero squalificati?
“Quando i calciatori mescolano sacro e profano penso che il Padre Eterno lo debbano lasciare fuori. Io sono ateo, ma quando lo nominano a caso lo reputo una mancanza di rispetto da parte di ragazzi ignoranti, perché purtroppo i giocatori molto spesso sono ignoranti ma straordinari atleti, e quindi a loro dico che il calcio è un gioco e Dio non c’entra niente. Il calcio è sangue e arena mentre Dio è filosofia”.
Montanini, se dovessimo fare un paragone, a quale calciatore somiglia?
“Senza ombra di dubbio a Zlatan Ibrahimovic. A parte che è un fuoriclasse, però ho letto la sua biografia e ho capito tante cose. Lui viene da un quartiere difficile di Malmo (Svezia). Da immigrato si è trovato in mezzo ai fighetti svedesi con i quali ha sempre dovuto sgomitare. La sua apparente cattiveria è determinazione, perché lui la carriera se l’è guadagnata tutta centimetro dopo centimetro senza che nessuno gli regalasse niente, non come Messi che era nella cantera del Barcellona. E’ un grandissimo atleta e un esempio per il calcio”.
Donnarumma è il protagonista indiscusso di questo inizio di Calciomercato: cosa vorresti dirgli se te lo trovassi di fronte?
“A monte c’è un problema societario, nel senso che la vecchia dirigenza ha rinnovato Montolivo e giocatori di seconda fascia senza mettere Donnarumma nelle condizioni di poter rinnovare con la nuova società. La colpa è, secondo me, di Galliani in accordo con Raiola. La società dopo avergli fatto giocare sei, sette partite consecutive da titolare, avrebbe dovuto subito prolungargli il contratto per blindarlo”.
Juventini e anti juventini il 3 giugno scorso non sembravano molto rilassati come hai dichiarato di essere tu di solito di fronte a una partita. Eri tra chi ha pianto o chi ha esultato?
“Io sono anti-juventino per motivi storici, culturali e calcistici. L’inter ha subito la Juve non solo sportivamente ma anche per altre faccende. Quando però Barcellona (nella precedente finale) e Real Madrid ti schierano una panchina con tutti giocatori che potrebbero essere tranquillamente titolari e con uno Zidane come allenatore che non vince solo perché ha dei fenomeni in campo ma perché è bravo, beh allora prevale Golia su Davide. La finale secca favorisce in genere le squadre più deboli, però non devi sbagliare mai, non come Bonucci su Ronaldo. Sbagliare è fatale quando hai di fronte Isco, Modric, Marcelo e gli altri”.
Abbiamo parlato di Milan e di Juve ma tu sei interista e chi meglio di te può darci un giudizio sulla gestione Suning. Sei fiducioso?
“Se tu fossi interista sapresti che non è la persona che cambia l’Inter ma è l’Inter che cambia la persona. Se un dirigente, anche straordinariamente bravo, va all’Inter subisce una metamorfosi inspiegabile. Sembra che ora la linea di Sabatini possa essere quella vincente: vendere giocatori precedentemente ritenuti fondamentali per acquistare colpi che credo che nemmeno la Juve quest’anno si potrà permettere. Quest’anno le vere anti-Juve saranno Inter e Napoli, più l’Inter che Napoli, perché il Napoli riesce magari a vincere contro l’Inter ma poi perde contro il Palermo retrocesso”.
Col calcio ti abbiamo stressato abbastanza. Sappiamo che hai annunciato il tour del tuo nuovo spettacolo, ci dai qualche anticipazione per Soccer?
“Lo spettacolo sarà più maturo del precedente. Io e il pubblico ci prenderemo a braccetto e faremo un viaggio nell’autocritica a partire da me, ragionando sul potere dell’uomo medio e quindi sul potere della società”.