Stamattina mi sono svegliato con una brutta notizia: Paolo Villaggio è morto.

Devo ammettere che era da ormai diversi anni che, nelle rare apparizioni televisive che faceva, mi appariva sempre più in difficoltà. Prima o poi sarebbe dovuto succedere. E’ venuto a mancare l’attore, però. Il suo personaggio, invece, non morirà mai. Oggi, anziché celebrare la morte di Paolo, dobbiamo festeggiare la vita di Ugo.
Paolo Villaggio ha avuto la capacità di creare uno stereotipo che dipingesse al meglio l’Italia del boom economico. Sarcastico, ironico, ma soprattutto cinico: se a una prima occhiata i suoi film sono divertenti, ad una più attenta lettura appaiono addirittura enigmatici. Le continue umiliazioni a lavoro, una famiglia da cui si vorrebbe scappare, una vita fatta di illusioni e di un riscatto che non arriva mai. Insomma, l’immagine perfetta dell'”italiano medio”. 
Nelle prossime ore, tantissimi saranno i “coccodrilli” su di lui. Alcuni si soffermeranno sulla sua vita, altri sui suoi film, altri ancora sul suo impegno politico. Noi di Soccer, invece, non possiamo non parlare del suo rapporto con il calcio.
Fantozzi

Scapoli contro ammogliati

Se dovessimo pensare al rapporto di Villaggio con il mondo del calcio, la prima istantanea che ci verrebbe in mente, sarebbe la partita Scapoli vs Ammogliati (Fantozzi, 1975). Berretto in testa, fascia da capitano al braccio e numero 13 sulle spalle. Non proprio l’immagine di un giocatore di classe. Una partita tra colleghi d’ufficio che viene giocato in un campo, per essere gentili, ai limiti della praticabilità. Due autogol abbastanza goffi, visioni divine dovute alla mancanza di fiato e una squadra intera che lo rincorre (che peraltro era quella in cui giocava lui), dopo l’ennesima autorete. Il primo approccio con il calcio, per il Ragionier Ugo, non era stato particolarmente brillante.
Fantozzi

“Scusi, chi ha fatto palo?”

Si sa, però, che l’italiano medio dà il suo meglio sugli spalti. Fantozzi, gran tifoso della nazionale italiana di calcio, ha già pronta la sua serata perfetta: calze, mutande, vestagliona di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle (per cui andava pazzo), familiare di peroni gelata, tifo scatenato e rutto libero. In tv, ovviamente, una partita dell’Italia, precisamente contro i rivali storici dell’Inghilterra.
Ma il telefono suona, la Pina risponde. E’ Filini che annuncia la convocazione, da parte del Dottor Riccardelli, per la visione di un film cecoslovacco (ma con sottotitoli in tedesco). La disperazione coglie il sopravvento. Fantozzi, con la radio ben attaccata all’orecchio, si reca mestamente verso la sala di proiezione. Ma durante il percorso, gli azzurri colpiscono un palo. Colto da una irrefrenabile curiosità, il Ragioniere scende dalla macchina, rompe il vetro di una finestra e pronuncia un garbato: “Scusi, chi ha fatto palo?”. Il pugno che riceve come risposta è ormai storia.
All’ingresso della sala, tutti cercano di far entrare clandestinamente piccoli televisori o radioline, ma senza successo. Durante la proiezione arrivano addirittura alcune voci che vedrebbero l’Italia vincente 20-0, con gol di Zoff su calcio d’angolo. La frustrazione seguente, porterà ad una delle frasi storiche di questo personaggio. Interpellato per un’opinione sul film, Fantozzi se ne uscirà con “Per me, la corazzata Potiemkin è una cagata pazzesca”. Chapeau.
Fantozzi

Villaggio e la Samp

Ma l’amore di Paolo Villaggio per il calcio non era solo un’invenzione cinematografica. Da buon ligure quale era, era un grande tifoso della Sampdoria. Negli anni d’oro del club blucerchiato, era spesso seduto in tribuna al Luigi Ferraris. Alcuni tifosi, però, negli ultimi anni, non avevano apprezzato alcune sue frecciatine rivolte alla squadra e la sua lontananza dallo stadio: lo ritenevano un tifoso occasionale. Villaggio, però, durante una sua apparizione a “Quelli che il calcio” aveva motivato la sua assenza dallo stadio per motivi di vecchiaia, dicendo, però, che il suo amore per la Samp non sarebbe mai finito.
Un grande uomo di spettacolo ci ha lasciato. Ma noi non lo dimenticheremo mai.
Buon viaggio caro Fantocci, buon viaggio!

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