Breve apologia di una futura stella del calcio globale (e poi non dite che non vi avevamo avvertito)

Scaricato da Miguel Angel Ramirez, presidente del Las Palmas, ancora prima di mettere piede a Gran Canaria per un prestito che sembrava ormai cosa fatta (“in quella posizione abbiamo già preso Calleri”), a Gabigol, a 21 anni non ancora compiuti e con una sola stagione in Europa alle spalle, hanno già in molti appiccicato addosso l’etichetta di bidone. Pesano certo sulla valutazione dell’ex Santos l’enormità dei 30 milioni spesi dall’Inter per assicurarselo l’estate scorsa e il confronto con l’altro astro nascente del calcio brasiliano Gabriel Jesus, che in Premier League, nonostante l’infortunio subito a poche settimane dal suo arrivo al Manchester City, ha avuto decisamente un altro impatto.

Un anno fa l’arrivo a Milano da campione olimpico


La prima stagione in nerazzurro di Gabriel Barbosa Almeida non è stata certo in linea con le aspettative, anzi. 111 minuti giocati e un solo gol, anche se decisivo, sono un bottino troppo magro per chi era stato presentato ad agosto come il grande colpo del primo mercato firmato Suning Group. Era allora eccessivo l’hype che l’arrivo di Gabigol aveva sollevato nell’ambiente interista? Probabilmente no. Ricordiamoci che il classe ’96 originario di São Bernardo do Campo, area metropolitana di San Paolo, era reduce in quel momento dalla trionfale campagna olimpica di Rio de Janeiro, durante la quale, togliendo il posto a Felipe Anderson, uno dei calciatori più talentuosi della nostra serie A, componeva con il già citato Gabriel Jesus e Neymar il tridente titolare del Brasile iridato. Con queste premesse non era forse lecito aspettarsi da Gabigol una stagione da salvatore della patria interista, ma qualche bonus in più al fantacalcio forse sì.

Che cosa non ha funzionato?

Innanzitutto l’Inter. È forse banale dirlo, ma giudicare il singolo per un’annata da assente ingiustificato nel quadro di una stagione fallimentare per la squadra in cui ha militato è tremendamente ingiusto. Gabigol in campo non si è visto, ma un rematore in più, per quanto potenzialmente straordinario, può davvero fare la differenza in una barca che inesorabilmente affonda? I quattro cambi di allenatore, un progetto tecnico mai veramente definito e un ambiente facile agli entusiasmi quanto alle depressioni non hanno certo aiutato il brasiliano ad inserirsi al meglio in una squadra in cui anche giocatori di grande esperienza e personalità hanno fatto fatica ad esprimersi al meglio. Aggiungete a questo la mancata preparazione a causa delle Olimpiadi e gli equivoci sulla sua posizione in campo e se non ad un’assoluzione con formula piena potreste almeno arrivare ad un cospicuo sconto di pena.

Età, numeri, qualità e precedenti: perché l’Inter non dovrebbe avere troppa fretta di sbarazzarsi di Gabigol

Gabigol compirà 21 anni l’agosto prossimo e non si è pertanto ancora nemmeno avvicinato all’età in cui un calciatore esprime di solito il massimo del suo potenziale. Prendendo però in esame solo i suoi coetanei, Gabigol, con 59 reti segnate tra Santos (56), Inter (1) e nazionale (2) maggiore, è a tutt’oggi l‘under 21 con più gol ufficiali all’attivo, davanti a calciatori ben più celebrati come Alli del Tottenham e Dembelé del Celtic. Gol segnati perlopiù in un campionato dove le difese non valgono certo quelle europee, d’accordo, ma che sono comunque un indicatore piuttosto attendibile delle sue qualità: velocità, tecnica sopraffina e senso del gol. Da ala destra a piede invertito, suo ruolo naturale, Gabigol è in prospettiva secondo a pochi per la capacità di accentrarsi sul piede preferito e puntare la porta, ma vista la su poca attitudine a difendere in un campionato dove per gli esterni saper fare le due fasi è fondamentale, è forse da seconda punta, in un tandem micidiale con Icardi, che potrebbe trovare la sua collocazione nella nuova Inter di Spalletti e diventarne uno degli uomini simbolo.
Non vorranno davvero i nerazzurri doversi mangiare le mani per essersi fatti sfuggire prima di averle provate tutte un giocatore potenzialmente tra i migliori al mondo come fatto qualche anno fa con Philippe Coutinho, per il quale oggi il Liverpool non chiede meno che 100 milioni?