Non sono mai stato bravo a ricordarmi le date. Di compleanno, specialmente. Tendo sempre a fare una certa confusione.

Ancora oggi, ad esempio, se dovessi pensare al compleanno di mio padre, farei fatica a ricordare esattamente se sia l’8 o il 9 Gennaio. In fondo, cosa importa? Probabilmente, questa mia avversione alla memoria di date nasce da un’insofferenza di fondo verso le ricorrenze.
C’è una data, però, che se sei italiano non potrai mai dimenticare. Non importa che tu sia un appassionato di calcio o non ti sia mai piaciuto. Come recita una fortunata canzone dei Finley “9 Luglio 2006 siamo tutti qui.”
9 Luglio

La formazione titolare dell’Italia per la finale mondiale del 2006. I nomi ci rifiutiamo di metterli: se non li conoscete, abbandonate l’articolo.

L’avvicinamento alla finale

Nel 2006 ho esattamente 9 anni. Da almeno un paio, ho iniziato a tirare i primi calci nella squadra del mio paese. Non avendo Sky, la mia cultura calcistica ha come fonte privilegiata Studio Sport, Novantesimo Minuto e Guida al campionato.
Nel 2004 non ero ancora così interessato al mondo del pallone, quindi, il Mondiale del 2006 è la prima grande competizione che seguo. Ho guardato tutte le partite degli azzurri, con una bella maglietta dell’Italia e una sciarpina tricolore. Mi sono innamorato delle giocate di Pirlo, Totti e Cannavaro anche se il mio preferito tra i 23 è indubbiamente Alberto Gilardino, visto il suo trascorso tra le fila del Parma (di cui sono tifoso).
Il 9 Luglio 2006 mi reco, con tutta la famiglia al seguito, a casa di un amico per guardare insieme la finale. La prima cosa che mi viene in mente pensando a quella sera, è la telecronaca del match: non più l’accoppiata Civoli-Mazzola, ma il duo Caressa-Bergomi che, quell’anno, sono in uno stato di grazia assoluto. L’introduzione di Caressa alle partite, gli aneddoti e le emozioni che trapelano dalle loro parole, segneranno un passaggio fondamentale nella narrazione sportiva italiana.
Dopo una pizza mangiata a fatica, causa sovra-eccitazione da finale, siamo tutti sul divano. Si comincia.
9 Luglio

Le 5 istantanee della partita

Le immagini della gara sono facilmente reperibili su Youtube, per cui non vi farò una cronaca del match per filo e per segno. Andremo per istantanee.
La prima è quella del nono minuto. Malouda viene toccato da Materazzi in area di rigore e il direttore Elizondo indica il dischetto. Rimarremo convinti per tutta la vita che quel rigore non ci fosse. Non lo tocca. Zidane, da fuoriclasse quale è, si inventa un cucchiaio. In una finale mondiale, un cucchiaio. La palla bacia la traversa, illudendoci, ma superando la linea. E’ 1-0.
9 Luglio
La seconda è del minuto 19. Anche se il numero che risalta è il 23. 23 è sinonimo di quel Marco Materazzi partito per la Germania come riserva di lusso di una difesa italiana fortissima. Davanti a lui ci sarebbe dovuto essere Alessandro Nesta che, infortunato, gli aveva dovuto lasciare il posto. Marco si rende protagonista di un Mondiale quasi perfetto. Diciamo quasi, perché quel rosso contro l’Australia sarebbe potuto costare caro. Ma al di là di questo, un gol con la Repubblica Ceca, il colpo di testa per il pareggio contro la Francia, il petto prestato alla testa di Zidane e un rigore perfetto in finale. Che dire Marco: bravo.
9 Luglio
La terza istantanea è dedicata a Luca Toni. Il 9 Luglio non è la sua giornata fortunata. Colpisce una traversa con un colpo di testa quasi perfetto, prima di vedersi annullare un gol, sempre di testa, per posizione di fuorigioco. Strano che non sia riuscito a segnare in quella finale, vista il suo stato di forma: arriva in Germania dopo 31 gol stagionali con la maglia della Fiorentina che gli regalano la Scarpa d’oro. Nel Mondiale 2006, segna soli 2 gol (doppietta contro l’Ucraina), risultando però importantissimo per il gioco dell’Italia di Lippi.
9 Luglio
La quarta immagine è dedicata a un giocatore che di nome fa Gianluigi, di soprannome Gigi e di cognome Buffon. Il suo apporto alla squadra nel Mondiale del 2006 è determinante. Prende due gol in tutto il Mondiale. Ripetiamo: in tutto il Mondiale. Ah, tra l’altro, uno ad opera di un rocambolesco autogol di Zaccardo e uno sul rigore di Zidane. Così, giusto per puntualizzare. Il 9 Luglio, Buffon si supera. La parata sul colpo di testa di Zidane è una dichiarazione di manifesta superiorità.
9 Luglio
La quinta istantanea è quella che tutti state aspettando. Il colpo di testa più famoso di Zidane, quel 9 Luglio, non è tanto quello su cui Buffon si supera, quanto quello sul petto di Materazzi. Diciamolo chiaramente: senza quell’espulsione, che di fatto tagliò le gambe ai francesi, soprattutto a livello morale, probabilmente avremmo perso. Zidane perde completamente la ragione, reagisce a una provocazione del nostro 23, proprio nel momento in cui i francesi stanno spingendo sull’acceleratore. Una macchia che rimarrà indelebile sia sul ricordo di quella finale, sia nella strepitosa carriera del numero 10 transalpino.
9 Luglio

Il rigore decisivo

E va bene, ve lo concediamo. Il rigore di Grosso lo abbiamo tutti in mente. Sinistro teso alla sinistra di Barthez. La corsa verso la panchina, le lacrime, la gioia incontenibile di uno sciame azzurro che si muove sul prato dell’Olympiastadion di Berlino. 
9 Luglio
Tutto vero. Ma vogliamo parlare del rigore di De Rossi? Tutte le volte che sento qualcuno parlare del rigore perfetto, io penso a lui. Un destro secco, dritto sotto il sette. Semplicemente imparabile. Tutto questo acquista un valore speciale, se il calciatore che lo realizza è un ragazzo di 23 anni, che ha saltato 4 partite del Mondiale per la squalifica rimediata contro gli Usa, a causa di una gomitata. Non era potuto entrare in campo dalla seconda partita dei gironi. Entra in finale e segna quel rigore pesantissimo. Se avete bisogno di personalità, citofonare Daniele De Rossi. 
9 Luglio

Il cielo è azzurro sopra Berlino

Dal rigore di Grosso in poi, non ho un ricordo univoco. Mi vengono in mente tante immagini diverse. Materazzi che mette un cappello tricolore sulla coppa, Totti che si copre la testa con la bandiera italiana, Cannavaro che sale in piedi sul tavolo della premiazione, o Buffon che, in diretta nazionale, accusa simpaticamente Ciro Ferrara di palpare l’inviata della Rai. Oddo completamente ubriaco. E poi come poter dimenticare il buon Blatter che decide di non premiare gli azzurri? Dite che stava leggermente rosicando?
9 Luglio
Ognuno ha un proprio ricordo indelebile di quella serata. La mia città, come quelle dell’Italia intera, era in delirio. Gente che nuotava nelle fontane, caroselli fino all’alba e un tasso alcolemico pro capite decisamente elevato. Quante emozioni.

Ho provato a chiedermi come mai la gente sia così legata a quel Mondiale del 2006. Sicuramente perché siamo partiti con i peggiori pronostici, danneggiati dallo scandalo Calciopoli, con giocatori che doveva andare e venire dal ritiro per rispondere alle domande dei magistrati. Forse perché era una nazionale di calciatori simpatici, che coinvolgevano il pubblico. Forse perché vincere un Mondiale è sempre un momento speciale nella cultura popolare di un paese. 
O forse, più semplicemente, perché il calcio regala emozioni e unisce i popoli, come nessun’altra cosa al mondo. Una cosa è certa, quel 9 Luglio 2006 non ce lo dimenticheremo mai. 
9 Luglio
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