Alla radice di tutto, c’è la scelta, e l’angoscia che deriva dalla scelta. L’aut aut. Il carattere abissale della libertà. Scegliere quale professione svolgere. Scegliere un colore. Scegliere di sposarsi, di drogarsi, di perdere. Impossibile non scegliere.

Viene in mente quella mezza sega di Renton, che scelse di non scegliere la vita. “Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?”. L’angoscia della scelta, che sentimento spiacevole, essere consapevoli della propria libertà.
Qualche giorno fa ho letto che Gascoigne era di nuovo in ospedale: “Gazza è stato trasportato in ospedale con una ferita alla testa. La polizia è stata chiamata dai clienti di un albergo, a causa di un acceso diverbio in cui, secondo i testimoni, il 49enne ex campione era parso visibilmente ubriaco”.
Gascoigne ha scelto di bere. Ma, a differenza di Renton, qui le ragioni ci sono. Ci sono sempre state. Folle, infantile, malinconico, carismatico. Chi è Paul Gascoigne?

Qualcuno, molti anni fa, si rese conto che forse l’uomo non era sufficientemente definito se lo si definiva come una essenza. Ma fanculo gli esistenzialisti: aveva ragione Hegel. “Tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale”. Non c’è nulla di negativo nella Storia, perché c’è un senso razionale in tutto ciò che accade.
Siamo burattini che si fanno troppe paranoie. Messa così, e forzando un po’ il concetto, si potrebbe dire che le nostre scelte sono sempre “giuste”.
Mh.
La Storia, in altre parole, sarebbe diretta da un piano Razionale, che si realizzerebbe anche tramite eventi che sembrano non coerenti con il piano stesso. L’esempio classico è più o meno questo: Alessandro Magno partì alla conquista dell’Oriente, credeva di trovare la sua gloria, diventare il grande imperatore e bla bla bla, ma in realtà stava per realizzare un piano della Ragione Universale, che era quello dell’unificazione progressiva del mondo antico che doveva preparare l’avvento del Cristianesimo.

Gascoigne cosa sta realizzando? È qualcosa che ancora riguarda il calcio? Se sì, in che modo?
Forse dovrebbero smettere di occuparsi di Gascoigne, dimenticarlo. Anche io, tutti. Sempre meglio di denigrarlo, di dire che è un cattivo esempio. Che non va bene, che noi sentiamo le strette al cuore quando leggiamo i titoli del Sun con le foto del suo volto sconfitto in primo piano. Ché noi lo sappiamo come si fa a risolvere una dipendenza; noi lo sappiamo come si riempiono i vuoti, lui no.
Ma J. dice che in realtà noi conosciamo solo alcune parti dell’orizzonte Gascoigne, dice che c’è arroganza nel pensare di sapere chi è il nostro vicino di casa, chi è nostro padre, chi è Gascoigne. L’appartenere a una certa situazione ci rende impossibile conoscere l’intero universo. Nella sua completezza, ci sfuggirà sempre. Noi siamo solo una parte. E Gascoigne è una parte di noi.
Addio Paul.