Per usare un’espressione spesso usata da uno dei filosofi più mediatici del momento – Diego Fusaro – la notizia di Bonucci al Milan è una di quelle che “farebbero ridere se non facessero piangere”.

Sembra pensarlo anche Alessandro Del Piero che non riesce a trattenere una risata amara nel commentare il più grande colpo di mercato della storia recente dei rivali rossoneri, durante un’intervista agli Star Sixes di Londra.

Qualcosa è andato storto, di certo

A partire dalle voci insistenti sul presunto battibecco a fine primo tempo nella notte fatale di Cardiff – la sfuriata di Bonucci contro Dybala ammonito e uscito di partita anzitempo, e la richiesta di sostituire il compagno Barzagli, reo di aver perso la marcatura su Marcelo – e ancor prima nel mai sopito scontro tra titani tra il leader carismatico in campo e mister Allegri. Una guerra civile a termine della quale la Juve  – da sempre attenta all’armonia nello spogliatoio – ha fatto la sua scelta, schierandosi dalla parte di Max.

Un addio dolorosissimo

Eppure, a ben guardare, nonostante l’immensa caratura del giocatore, la stagione di Bonucci è stata sottotono rispetto a quella passata e la motivazione in più di un’occasione non è sembrata ottimale. Giusto allora voltare pagina, ma sarà dolorosissimo per i bianconeri. Perché la sensazione che dopo la notte di Cardiff fosse finito un ciclo, inizia a diventare una di quelle profezie che si autoavverano. E così alla fine sarà, se non arriveranno puntualmente decisi colpi di mercato.
La vendita di Bonucci e Dani Alves – la carriera ormai giunta al termine di due capisaldi della difesa campione d’Italia come Barzagli e Buffon e la ancora decisiva mancanza di ricambi all’altezza dei titolari, peseranno come un macigno in una stagione in cui gli avversari in terra nazionale si rinforzano a dismisura – Milan su tutti, ora vera pretendente al titolo – e quelli internazionali si moltiplicano, con Chelsea e Manchester United agguerriti e ricchissimi.
Insomma, questa Juve non sarà favorita ai nastri di partenza della prossima stagione e rischia di non esserlo per nessuna competizione. I pezzi mancanti per fare l’ennesimo salto di qualità ora sono davvero troppi: manca un difensore capace di impostare il gioco, manca fisicità a centrocampo, manca un terzino tecnico in grado di fare le due fasi di gioco e soprattutto, mancano i punti cardinali indispensabili per reggere il dispendiosissimo 4-2-3-1 di Allegri.
Solo un mercato a cinque stelle, da qui al 31 agosto potrà cambiare le sorti di un processo che sembra a questo punto irreversibile. Solo con profili dell’altezza di Manolas, Matic e Bernardeschi la Juve potrebbe tornare a dire la sua. Senza, è destinata a cadere dall’olimpo degli dei. E non basterà un solo giro a vuoto per risalire.