Da anni ormai i grandi calciatori europei a fine carriera scelgono di emigrare in Turchia, alcuni per i soldi, altri per girare il mondo. Ma davvero il calcio turco è al misero livello di quello americano ? Una vetrina per vecchi giocatori ormai in pensione ?

Gabigol e Pepe gli ultimi della lista

Gabigol ad un passo dal prestito al Fenerbahce. Questo quello che recita Onefootball, il noto sito di notizie calcistiche. Questa notizia si somma alle molte altre che hanno visto coinvolti campioni del calibro di Belhanda, Pepe e Valbuena. Tutti giocatori con un grande passato alle spalle ma che sono ormai giunti alla conclusione della propria carriera.
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A guardare questi trasferimenti si potrebbe giustamente pensare ad una sorta di MLS europea, un campionato dove si va solo per i soldi e per villeggiatura. Per godersi la bella Istanbul o andare a farsi il bagno sulle coste turche, sentendosi come una sorta di sultani, fuori dal tempo ma nel posto giusto.

I risultati non odorano di vittoria

L’eliminazione subita dal Galatasaray, per mano degli svedesi dell’Östersunds, fa riflettere: nemmeno una squadra portoghese avrebbe potuto fare di peggio. Il problema è che nelle squadre portoghesi di regola giocano giovani promettenti, nelle turche, al contrario, ex-campioni del mondo. Certo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, il Besiktas l’anno scorso in Europa League fu eliminato solo dal Lione ai rigori e il Fenerbahce vinse il proprio girone, prima di cadere inaspettatamente contro il Krasnodar.
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Purtroppo l’impegno sia economico che sportivo non porta ormai da anni i risultati sperati, la difficile situazione politica, poi, non favorisce l’ambiente. Risale proprio ad un anno fa il trasferimento di Sosa al Milan e quello mancato di Alexis Vidal al Galatasaray. Imputare tutta la colpa del fallimento sportivo a motivazioni politiche sarebbe però un po’ troppo. Paradossalmente molti club turchi hanno saputo approfittare della situazione.
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Un esempio è il Kasimpasa, club di media classifica, che ha intitolato lo stadio proprio al presidente Erdogan. Il capo di stato turco ha infatti avuto una breve carriera calcistica con la squadra del proprio quartiere, ovviamente prima di intraprendere quella politica.

Com’erano belli gli anni 2000

Probabilmente è quello che si raccontano al bar i vecchietti turchi. Nei primi anni 2000 le squadre turche incantavano il mondo, riuscendo persino a trionfare a livello europeo. Non è un caso che gli unici trofei internazionali per una squadra turca risalgono al 2000, quando il mitico Galatasaray di Terim riuscì a prendersi prima la coppa Uefa contro l’Arsenal e poi la supercoppa contro il Real. Erano anni diversi in cui le vittorie erano frutto di un accurato settore giovanile e di una campagna acquisti di campioni dal livello assolto: Hagi, Popescu e Taffarel solo per citarne alcuni.
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I campioni turchi allora iniziarono a girare il mondo e, forse, fu questo il motivo della disfatta del calcio turco. Mancavano delle ancore forti per impedire ai nuovi talenti di perdersi, gli serviva un maestro. Qualcuno che puntasse su di loro. Non a caso campioni come Calhanoglu o Sahin, pur giocando per la Turchia, sono nati e cresciuti in Germania.

Il calcio turco è così scarso ?

Alla domanda secca la risposta potrebbe variare da persona a persona, una risposta più ragionata però potrebbe essere questa: è il calcio dal maggior potenziale inespresso in tutta Europa. Di sicuro la voglia selvaggia di campioni stranieri ha rovinato le fondamenta del calcio autoctono. I grandi club preferiscono puntare su Podolski che su Ünal, secondo il mio parere una delle future stelle del calcio mondiale, e questo fa si che anche nei giovani si crei un senso d’inferiorità che va poi ad inficiare sia sui club che sulla Nazionale.
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Per chiarirci ricorda molto la crisi che viveva il nostro calcio dopo il 2006, solo che in Turchia dura da ben 16 anni. Troppi. Non penso che vedremo mai squadre come il Brasile o l’Italia partire sfavorite contro la nazionale biancorossa, sicuramente però potrebbe diventare una di quelle nazioni in grado di dire la sua e, perchè no, vincere un Europeo. Chissà cosa ci aspetta in futuro.