Ispirandosi a un evento realmente accaduto, Jules Verne con il suo romanzo di avventura “Il giro del mondo in 80 giorni”, ci racconta l’impresa del gentlemen inglese Phileas Fogg e del suo cameriere Passepartout, che per scommessa decidono di compiere il giro del globo.
Forse penserete che questo non c’entri nulla con il calcio. Bè, vi sbagliate.
Comune denominatore dei romanzi dello scrittore francese è l’interesse per l’avventura e per i popoli e le culture lontane.
Stessa cosa vale per il football: cosa c’è di più avventuroso se non tifare per un club? Emozionarsi, soffrire, gioire sostenendo la propria fede calcistica; seguire la squadra di stadio in stadio, in giro per il mondo.
Europa e Champions League, Mondiali per club, tournèe internazionali, per il calcio si viaggia; e proprio per questo motivo Alberto Facchinetti, Nicola Brillo, Federico Lovato, creatori di una affascinante realtà editoriale, Edizioni inContropiede, insieme ai coautori Jvan Sica, Enzo Palladini e il fotografo Antonio di Bonito hanno deciso di fornirci un prezioso strumento: le “Football City Guides”.
Il viaggio inizia in Europa, si parte da Lisbona e Zagabria; un progetto a lungo termine che visti gli ultimi sviluppi e la globalizzazione del fenomeno probabilmente toccherà anche altri continenti.
Nel frattempo ci godiamo le prime due uscite, ringraziamo Edizioni inContropiede per averci semplificato la vita.
Abbiamo intervistato Alberto Facchinetti, come noi anche lui in vacanza all’estero ha come prima meta lo stadio della città.
Come è nata l’idea di scrivere queste guide turistico-calcistiche?
“Il turismo tematico è in crescita e nella fattispecie lo è anche quello sportivo, siamo convinti che siano tanti gli appassionati che vogliono scoprire di una città le cose che riguardano il calcio, noi vogliamo dare loro uno strumento per viaggiare e scoprire come viene vissuto il football in giro per il mondo. Con Jvan e Enzo, già autori di splendidi libri per “Incontropiede”, oltre a parlare di pallone, spesso ci raccontiamo i nostri viaggi. E così abbiamo pensato di unire due nostre passioni, creando una collana di guide turistiche declinate al calcio. Riviste di sport all’estero lo fanno da un po’, in Italia è uscito qualche libro (limitato più che altro agli stadi) ma una collana intesa come FCG creda proprio che prima non esistesse. Anche la struttura dei singoli volumi è particolare: un insieme di racconti, consigli, proposte di itinerari, liste di informazioni, curiosità e interviste prestigiose (su Lisbona c’è quella a Trapattoni)”.
La programmazione della collana come sarà strutturata? Che cadenza avranno le varie uscite?
“Non c’è una cadenza ben precisa. Abbiamo esordito con Lisbona e Zagabria. Ora stiamo lavorando a quella su Napoli, poi il 2018 ci sarà un’edizione speciale ma non voglio anticipare nulla. Diciamo che almeno un paio all’anno vogliamo farle, soprattutto perché ci divertiamo da matti a realizzarle”.
Andare alla ricerca e scoprire l’anima calcistica di tutte queste città europee quanto ti ha arricchito? La visione che hai del Football come è cambiata dopo questa esperienza?
“Mi ha arricchito tanto quanto arricchisce un viaggio e tanto quanto arricchisce scrivere un libro, che altro non è che un viaggio fatto con la testa e la penna. Viaggiare alla ricerca di cose che hanno a che fare con la tua passione è un’esperienza che consiglio. Il viaggio non è solamente un itinerario da gita scolastica. Il calcio ormai si è globalizzato in un mondo globalizzato, ma poggia ancora le radici sul territorio dove si trova. Parlo proprio di come il calcio viene giocato e come viene vissuto in una determinata città”.
Quale città ti ha favorevolmente sorpreso?
“Abbiamo visitato per calcio Lisbona e Zagabria, di Napoli non svelo nulla. Ti posso parlare di queste per ora. Lisbona già la conoscevo, una delle più belle capitali d’Europa, ricca sia dal punto di vista storico-artistico che da quello calcistico. Visitatela, ci sono voli low cost e la vita non è cara. Zagabria l’ho scoperta in occasione del viaggio FCG. Un gioiellino, molto vicina per chi abita nel nord Italia, sembra una “città del basket” ma nei bar, ristoranti, taxi, si parla soprattutto di calcio. E della Dinamo, che è una vera e propria religione.
Visti gli ultimi sviluppi, soprattutto ora in periodo di mercato, il nostro campionato può tornare a competere in quanto spettacolarità e livello tecnico con gli altri?
“Per il momento non mi sembra che il nostro campionato possa competere con gli altri. Non solo perché non arrivano più fuoriclasse assoluti come negli anni ‘80 e ’90, ma anche per le grosse differenze di cilindrata tra le prime e le ultime della serie A”. Alcune partite sono inguardabili. E’ diventata un problema per il campionato anche la dittatura juventina, siamo a quota 6 scudetti di fila. Per lo spettacolo forse sono già troppi, per i tifosi juventini magari no, ma questo è un altro discorso”.
Le guide si estenderanno anche agli altri continenti?
“Le FCG al momento racconteranno le capitali europee, ma la linea editoriale potrebbe cambiare velocemente se ci capitasse l’occasione di visitare per il calcio Buenos Aires o Rio”.
Visto l’interesse asiatico per il calcio e per i campioni europei, la voglia e la grande disponibilità economica per investire in questo mondo, prevedo per voi diverse trasferte in Asia…
“Bè certo, poi c’è tutta l’Asia da fare”.