Così vicini, così lontani. La rivalità tra Cristiano Ronaldo e Leo Messi, i due più grandi calciatori contemporanei, è destinata a entrare nella storia, a far parte della galleria delle grandi contrapposizioni da ricordare anche quando i campioni avranno appeso le fatidiche scarpe al chiodo. Una rivalità in grado di dividere i tifosi al di là dell’aspetto calcistico perché rappresentative di due filosofie, due modi speculari di intendere il calcio. I grandi dualismi hanno creato la leggenda dello sport, e non solo. A volte veri spesso alimentati un po’ ad arte dalla stampa e dagli stessi protagonisti. In Italia hanno fatto epoca le divisioni tra i tifosi di Fausto Coppi e Gino Bartali nel ciclismo e tra Gianni Rivera e Sandro Mazzola nel calcio. E per ampliare il raggio d’azione, lo spartiacque è stato via via caratterizzato da domande quali: Diego Maradona o Michel Platini? Niki Lauda o James Hunt? John McEnroe o Bjorn Borg? Se si va oltre lo sport, il dualismo musicale per antonomasia è stato quello tra Beatles e Rolling Stones, ma si potrebbe continuare a lungo. Ronaldo e Messi, due mondi contrapposti, due fuoriclasse in continua competizione che non sono mai stati amici. Solo avversari, quasi nemici.
                 
Ronaldo contro Messi, Messi contro Ronaldo. Così diversi per stile e carattere, così simili per fama e talento. Cosa resterà di loro? Chi vincerà in un ipotetico duello nel tempo? Chi resterà dei due? Ciascuno può rispondere nel modo che preferisce, a seconda delle preferenze per uno dei due campioni. Ma più che di campioni bisognerebbe parlare di artisti. Di questo si tratta, nonostante molti intellettuali vedano il calcio – con una buona dose di snobismo – come un fenomeno minore da guardare con distacco e diffidenza. Forse perché sono incapaci di interpretare le passioni della gente. E magari perché non hanno letto con attenzione Pierpaolo Pasolini, che amava la popolarità – nel senso più stretto del termine – di questo sport. Per tornare alla domanda di partenza, quale può essere la risposta? Come diceva lo studioso e teorico dell’arte Konrad Fielder, “Non è vero che gli artisti debbano esprimere il contenuto di un’epoca, essi devono dare a un’epoca un contenuto”. Ronaldo e Messi, comunque la si pensi, questo contenuto l’hanno dato entrambi. Con gol, finte, dribbling e colpi di testa. E questo li renderà immortali, destinati a essere ricordati per sempre. Come il fado e il tango, la Porsche e la Ferrari, i Rolling Stones e i Beatles.

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