Per festeggiare insieme il 2018, abbiamo deciso di fare un ultimo sforzo: condividere con voi i buoni propositi per l’anno che sta per arrivare. Il primo è contenuto nell’editoriale del direttore Gianmarco Aimi, che pubblichiamo integralmente dopo essere uscito sull’ultimo magazine che trovate ancora in edicola e digitale:
Qui per prenotare il cartaceoPrimaEdicola
Qui per avere la copia digitaleMagBox
In seguito, i sogni, le speranze, le ambizioni di chi ha contribuito alla nascita di Sport Tribune e alla rinascita di Soccer Illustrated. Ma siccome siete voi lettori l’elemento più importante, ci aspettiamo anche i vostri propositi che avete in mente di perseguire nel nuovo anno. A noi il compito di pubblicarli.
Scriveteci: info@soccerillustrated.it o redazione@soccerillustrated.eu
Ci rivediamo nel 2018. Buona lettura e auguri!

Dall’editoriale di Gianmarco Aimi.
Era il 14 agosto 2017, il giorno del mio compleanno. Da mesi ero il caporedattore di un magazine che si era arenato e l’estate non avrebbe aiutato. Un buon motivo per staccare. Infatti stavo partendo verso una breve vacanza, già pensando a come risollevarmi da quello che aveva tutti i tratti di un fallimento. Valigie pronte, hotel prenotato, l’umore nero in un’estate mai così assolata. Persino Whatsapp, solitamente incandescente, da giorni con crudele freddezza mi costringeva a scattare solo per patetici meme o futili dialoghi in gruppi che non avevo il coraggio di abbandonare.  Ormai rassegnato, all’ennesima vibrazione non presto molta importanza, d’altronde che messaggi seri vi sono mai arrivati a Ferragosto?  È così, con un riflesso condizionato, che leggo: “Sono Diego, ci vediamo oggi che vorrei condividere con te delle riflessioni?”.
Sport Tribune e Soccer Illustrated non sono due giornali. Sì, il contenitore è di carta, ma è uno dei tanti supporti sui quali poter veicolare qualcosa. In questo caso emozioni.  È un parto gemellare emerso dal liquido amniotico di infinite riunioni, caterve di mail, attese e ansie, come ogni progetto che si rispetti, ma che ha l’ambizione di smuovervi qualcosa dentro. Sempre che non siate ormai assuefatti dal riflesso condizionato di valutare tutto attraverso equazioni e statistiche.
Volete una definizione? Non saprei darvela. Le prime parole che mi disse Moreno Pisto (ex direttore di Soccer) dopo quelle di rito nell’introdurmi alla Milano Fashion Library, furono queste: “Non mi interessa chi sa già fare, ma chi ha voglia di rischiare”.  Un atteggiamento condiviso dal nostro editore Diego Valisi, che in quel torrido pomeriggio – mentre sudavo il doppio convinto che mi avesse convocato per un commiato – se ne uscì con la proposta non solo di rilanciare, ma raddoppiare. E se vi scrivo nella pagina dedicata all’editoriale è segno che l’annunciato fallimento si è invece trasformato in un nuovo inizio.
Non capita così anche nello sport? Animati dalla passione siamo convinti di poter raggiungere qualsiasi traguardo, finché gli ostacoli non sembrano insormontabili. È allora che entrano in gioco fattori difficilmente traducibili in poche righe, in grado di catalizzare energie prima sconosciute che ci spingono a superare noi stessi. Le emozioni? L’istinto di sopravvivenza? O forse solo la paura di annoiarci a morte?
Una poesia di Eugenio Montale si chiude con questo monito: “Codesto solo oggi possiamo dirti/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.  Così noi oggi non possiamo dirvi con chiarezza ciò che siamo e ciò che vogliamo, ma solo che non vorremmo fare altro che un magazine come quello che tenete fra le mani.
I PROPOSITI DELLA REDAZIONE PER IL 2018

Davide Grassi: “Per il 2018 ho quattro propositi. Vorrei: 1) evitare di battere le mani a San Siro solo per scaldarmi dal freddo; 2) non sentire più, anche nel mondo del calcio, gravi e inammissibili minacce come quella di Icardi (“Ora dovrete leggere il mio libro”); 3) non sentire più Carlo Tavecchio che, “opti pobà”, dice che con una deroga è ancora qua; 4) trovare qualcuno che mi faccia “pressioni psicologiche” per firmare un contratto da sei milioni di euro l’anno. Più parenti a carico, si intende”.

Nicolò Premoli: Vorrei sedermi al tavolino di un bar – proprio quello sotto la televisione – ed aspettare la cameriera mentre scorrono le formazioni. Una birra, media ovviamente. La piccola durerebbe soltanto fino al quindicesimo del primo tempo, facciamo tredicesimo se si parte in salita. Una media ed una partita da seguire fino al recupero, alzandosi soltanto per discutere fuori dal locale con chi ha deciso di fumarsi una siga. Vorrei ritrovarmi ad organizzare grigliate con il fumo che sale mentre il pallone cambia lato del campo. All’improvviso, come fosse un colpo di vento in una sera di luglio. Vorrei ma mi manca qualcosa. Mi mancherà l’Italia”.


Mara Cinquepalmi: Vorrei 1) più donne nello sport, ovvero più donne ai vertici delle organizzazioni sportive. 2) riconoscere il professionismo alle discipline sportive femminili 3) più valore alle donne nello sport: basta con i titoli ‘belle e brave’, solo per fare un esempio”.


Fabio Fagnani: “Su tutti vedere Valentino lottare per il decimo titolo nel mondiale di MotoGP e magari la nascita di un nuovo talento italiano nelle serie minori. Per quanto riguarda il calcio con il Milan ho perso le speranze e quindi spero di vedere una lotta fino all’ultima giornata per lo scudetto di Serie A. Godermi il gioco del Barcellona e del Manchester City. Vedere Federer tornare al primo posto del ranking ATP. Godermi la convivenza che da gennaio inizierà e leggere di più, molto di più in preparazione di un paio di libri che ho in mente. Ultima, forse per importanza, quella maledetta Laurea. Chissà quanti di questi propositi si realizzeranno”.
Francesco Cazzaniga: “Mi piacerebbe 1) migliorare le condizioni del mio rovescio 2) vedere Fognini vincere uno Slam, ma va bene anche un 1000, mi accontenterei anche di un 500, al limite pure un 250, insomma basta che vinca 3) vincere la lotteria per Wimbledon e sedermi nel palco d’onore senza cravatta”.


Andrea Dossena: “Per il 2018 ho due auspici. Il primo è che tutti gli eventi sportivi in programma, in primis Olimpiadi invernali e Mondiali di calcio, possano svolgersi serenamente: abbiamo tutti bisogno di emozioni positive e di nuove storie da tramandare. Il secondo è che l’anno nuovo inizi a prendere a pedate l’ignoranza che alimenta il “tifo contro”, insopportabile esercizio di becerume dei peggiori nemici dello sport: gli pseudo-sportivi”.

Pietro Allodi: “Spero di 1) riuscire a recuperare qualche maglia iconica. Su tutte la 9 di Ronaldo all’Inter, sperando che non sia finita e che non mi tocchi ripiegare su quella di Sforza.  2) riuscire a leggere qualche libro su storie calcistiche che veramente non conosco. 3) andare a visitare almeno uno stadio europeo o extraeuropeo. 4) guardare una partita dei Mondiali senza bestemmiare pensando al fatto che l’Italia non c’è. 5) rivedere il Parma in Serie A”.

Enrico Boiani: “Vorrei 1) vedere una stagione del Milan con più gol segnati che imprecazioni 2) vedere anche RedBull coinvolta nel mondiale Piloti di F1, e magari anche l’altro 50% di Mercedes e Ferrari. 3) più equilibrio tra Est e Ovest in NBA, dato che LeBron a parte, sembra Est rispetto a Ovest è composta da bambini dell’oratorio 4) last but not least, il 10º mondiale di Vale. Però essendo pesarese, è un po’ il buon proposito di ogni anno dal 2009 a questa parte”.

Tommaso Valisi: “Sogno 1) finale dei mondiali Egitto-Marocco 2) andare a festeggiare uno scudetto a Napoli (???⚓) 3) vedere sempre più vivacità a livello di nazionali, con campioni che possono nascere ovunque e portare la propria squadra al top”.
 

Viola Sturaro: “Creare un duraturo seguito alla Nazionale di calcio femminile, non solo perché sono le uniche a poterci ancora regalare un sogno mondiale, ma perché se lo meritano, indipendentemente da tutto il resto. In un’epoca in cui vince chi è aggressivo o alza di più la voce, avere un ambiente sportivo cortese. Il mondo ha bisogno di gentilezza. Vedere la maglia rossonera indossata da persone che la amano davvero, non perché hanno un migliore contratto. L’unico modo per riportare il Milan ai suoi livelli, è donarlo a chi ne ha passione”.

 


Claudio Marinaccio: “Vorrei vedere un tiro da 3 che entra sulla sirena e cambia il risultato della partita. Un gol inventato nei minuti di recupero. Un sorpasso all’ultima curva in un posto dove nessuno ha mai provato a farlo. Un record infranto. Un record fallito. Una stella che nasce, una che si ritira. Un uomo qualunque che fa un’impresa. Un fenomeno che fallisce, uno che rinasce. Un gesto coraggioso che emoziona. Un gesto stupido che fa ridere. Un gesto scorretto che fa arrabbiare. Uno sbaglio arbitrale che fa parlare. Un giovane che diventerà un campione. Insomma il mio proposito per il 2018 è che lo sport rimanga sempre lo stesso. Nel bene e nel male”.

Luca Talotta: “I miei sogni sono 1) guardare i Mondiali di calcio 2018 con mia figlia nonostante l’assenza dell’Italia e di mamma Rai, per farle capire che lo sport e la passione sono tutto. 2) Scoprire almeno due storie belle legate al mondo dello sport, fatte di genuinità e sincerità (astenersi Raiola e perditempo)”.

Matteo Coral: “Il mio proposito per il 2018 è quello di leggere ed ascoltare un certo tipo di informazione sportiva, mirata alla ricerca di un’analisi e di un racconto più approfonditi piuttosto che alla rincorsa di un titolo clickbait”.

Christian Perrino: “Negli ultimi mesi ho imparato a conoscere il calcio dei dilettanti, riuscendo a capire quanto sia vera la passione di chi milita nelle categorie minori. Il movimento vive un periodo di profonda crisi, il numero dei tesserati cala vertiginosamente, le società scompaiono. Per questo spero in una ripresa, che Coni e Figc riescano a risollevare la situazione nonostante l’evidente recessione. Il taglio dei fondi risulta letale per le serie minori”.

Federico Rana: “Mi piacerebbe 1) vedere Valentino conquistare quel maledetto decimo mondiale 2) capire come faccia l’Olimpia Milano a fare il bello e cattivo tempo in patria, per poi annaspare in Eurolega 3) assistere ad una serie A così equilibrata fino alla fine 4) godere di un Mondiale, ormai unica occasione di calcio vero, con tutte le stelle pronte a far brillare le proprie nazioni”.

Lorenzo Castiglia: “Nel 2018 vorrei poter andare allo stadio da solo con la sciarpa della mia squadra al collo senza aver paura di trovare sulla strada qualche ultras avversario. Oppure poterci portare mio fratello piccolo senza fargli diventare gli occhi rossi per i fumogeni, le bombe carta o per quel fumo che gira copioso di bocca in bocca in curva. A proposito di curva, Nel 2018 vorrei poter acquistare un biglietto per la suddetta e sedermi nel posto che ho pagato, senza che qualche tipo poco raccomandabile mi raccomandi poco gentilmente di sedermi da un altra parte perché lui è ‘meno occasionale’ (alias ‘vero tifoso’). Per l’anno venturo vorrei che negli stadi ci fossero più canti per la propria squadra, meno fischi agli inni e meno insulti razzisti. I cori di scherno agli avversari ci stanno, parliamo pur sempre di calcio! Ma vorrei si fermassero lì. Senza degenerare in scontri fuori dallo stadio. E per concludere vorrei vedere tifare. Ormai c’è troppa poca gente che fa il tifo. Tutti a fare gli allenatori, i ct, i dirigenti, pretendono rispetto dalle società, fischiano i loro atleti, scioperano addirittura!  Come se fossero obbligati ad andare allo stadio. Il tifoso ama la propria squadra e va allo stadio per sostenerla e basta. Senza pretendere niente. Alla fine è questo l’amore no? Dare tutto senza aspettarsi nulla in cambio. Ecco, vorrei che i tifosi imparassero ad amare le loro squadre”.
Colonna sonora del 2017: “Il secondo tempo” di Francesco Andreani

IL SECONDO TEMPO – Quando, come, dove e perché. Aspetta, prima devo dirvi una cosa: SONO FELICISSIMO. E, sinceramente, anche ORGOGLIOSO della follia che sto compiendo.E poi ve ne chiedo una: passate parola. Una volta facevamo cosi: era una rete inconsapevole di persone, coi loro batticuori, coi loro entusiasmi, a DIFFONDERE qualcosa. Cosi era, almeno, nell’ambiente che frequentavo io. Premessa: le canzoni de IL SECONDO TEMPO andranno altrove. Dove, come e quando non lo so ancora. Gli auguro tutta la fortuna del mondo. Per intanto, pero’, mi regalo uno scampolo del mondo che vorrei.Per intanto, dicevo, eccoci qua:Data di uscita: 19 novembre 2017. Di Domenica. Qui non ci sono esigenze televisive che ci costringano a giorni ed orari assurdi. Si gioca di Domenica. Come: 500 LP IN VINILE, con 12 (dodici!) pagine di illustrazioni inedite di Osvaldo Casanova. Autoprodotti. Dove: solo ed esclusivamente nei negozi di dischi. Quelli veri. Con la polvere sugli scaffali. No concerti e quindi no banchetti. No musica liquida. Perché: perché questo non è il mondo che voglio. Io vorrei che i negozi di dischi fossero pieni di persone. Valgono quanto le biblioteche. Quanto i vinai. Sono la nostra cultura. Sono la nostra storia. Io mi ribello all’idea che non possano essere anche il nostro futuro. Io non sono nessuno, ma voglio offrire il mio modesto contributo. A BREVISSIMO LA LISTA DEI NEGOZI IN CUI TROVERETE LE COPIE.Quanto a me, non voglio fare concerti per ora. Voglio immaginarvi tutti di fianco al vostro giradischi, che mi dedicate 50 minuti di una vostra serata, comodi sul divano e con gli occhi chiusi. Eppure, siccome non vedo l’ora di incontrarvi, abbiamo fissato alcuni appuntamenti (molto pochi ma significativi). Durante questi incontri saranno disponibili i vinili, che verranno venduti direttamente dai negozianti coinvolti. Non sono concerti: sono occasioni di incontro, di confronto, di racconto. Fuori dal web, per una volta, e senza centimetri di palco a marcare una qualche differenza. DOMENICA 19 NOVEMBRE alle ore 17.00 – “Di bambini, campetti ed eroi: storie da IL SECONDO TEMPO” – Con Filippo Andreani, Osvaldo Casanova e MILITANT A. Conduce Marco Acciari. Presso SALLY BROWN, Q.re San Lorenzo, ROMA. Banchetto dischi curato da Hellnation. DOMENICA 26 NOVEMBRE alle ore 17.00 – “Il primo non esiste: parole da IL SECONDO TEMPO” – Con Filippo Andreani, Osvaldo Casanova e EZIO VENDRAME. Conduce Mauro Furlan. Presso JUNGLE RECORDS, viale G. Matteotti 31, Conegliano (TV). Ne seguiranno altre (ci sono belle cose in cantiere!). Amici miei, come si sta bene in questo piccolo mondo.Grazie in anticipo a chi vorrà sostenere questa follia.Bentornati negli anni ottanta. “Io gioco solo nel secondo tempo. Anche perché il primo non esiste”.Filippo(Per vedere il teaser in HD, andare su Impostazioni e selezionare la casella)

Pubblicato da Filippo Andreani su Giovedì 2 novembre 2017