La filastrocca, che per i tifosi bianconeri, da diciassette anni iniziava con: “Buffon…” e via susseguirsi il resto della formazione, sabato, all’Allianz Stadium, è stata pronunciata per l’ultima volta.

Amore incondizionato

Spiegare a parole il rapporto tra Gianluigi Buffon e i tifosi bianconeri è tutt’altro che semplice. Cominciamo dai dati certi e inconfutabili: le due parti mettono nero su bianco il proprio legame il 3 luglio 2001. La cifra sborsata dalla Juventus, per quei tempi, è stellare: 75 miliardi di lire e il cartellino di Jonathan Bachini, valutato oltre 30 miliardi. Buffon è la ciliegina sulla torta di una campagna acquisti impegnativa, che, oltre a lui, porterà all’ombra della Mole Lilian Thuram, anche lui da Parma, e Pavel Nedved dalla Lazio, nel complesso un ottimo modo per reinvestire i 150 miliardi pervenuti dalla cessione al Real Madrid di Zinedine Zidane.
La prima annata di Buffon è da favola: scudetto vinto all’ultima giornata ai danni dell’Inter, il 5 maggio 2002, data indimenticabile per i bianconeri. Quell’anno la rivalità tra Juventus e Inter non si limitò al tricolore, ma vide il testa a testa Buffon-Toldo, per la maglia da titolare nei Mondiali di Corea del Sud/Giappone del 2002, successivamente affidata a Gigi. Gli anni dal 2003 al 2006 saranno intervallati da successi (campionati e supercoppe italiane) e sconfitte cocenti. Sicuramente quella più dolorosa rimane la finale di Champions di Manchester del 2003, persa ai rigori contro il Milan.

Calciopoli e la rinascita

Calciopoli sarà il punto di svolta per la Juventus e per Buffon. Il portiere rifiuterà le offerte di numerosi club europei e passerà “dal paradiso, all’inferno e nuovamente al paradiso”, dalla vittoria ai Mondiali, alla Serie B, fino al ritorno in Serie A. La decisione di continuare la propria carriera con la  Vecchia Signora, nonostante la retrocessione in Serie B, rinforzerà ulteriormente il legame con la tifoseria. Oltre a lui anche Camoranesi, Nedved, Trezeguet e il capitano Alessandro Del Piero decisero di restare alla Juve, anche a costo di fare una stagione in Serie B.
Il ritorno in Serie A metterà la Juventus di fronte ad una cruda realtà: ci vorranno anni per ritornare protagonisti nella lotta allo scudetto. Ne passeranno quattro. Poi l’arrivo di Antonio Conte e Andrea Pirlo collimati con la costruzione dello Juventus Stadium, sorto come una fenice dalle ceneri del Delle Alpi. Quel gruppo riuscirà anno dopo anno a riconfermarsi, con innesti di qualità e la voglia di appuntarsi scudetti sul petto, tornando, allo stesso tempo, competitivi anche in Europa.

Le uscite a vuoto

L’altra faccia della medaglia, quella che racchiude il Gigi Buffon al di fuori del terreno di gioco, racconta un’altra storia. Quella di un uomo tormentato, costantemente al centro dell’attenzione per vicende controverse e moralmente discutibili, che hanno poco a che fare con il pallone.
La maglia con la scritta (a pennarello) “boia chi molla”, sfoggiata in un intervista post-gara nel settembre 1999, mentre difendeva i pali del Parma. Successivamente chiarita e circoscritta come una frase per incoraggiare i compagni, senza alcun richiamo al regime fascista. Il diploma falso, quando nel 2001 si iscriverà a Giurisprudenza senza averne il titolo.Lo scandalo scommesse, scoppiato nel maggio del 2006, che lo vedrà coinvolto in prima persona.
L’estremo difensore bianconero si difenderà affermando di aver giocato solo su siti internet, puntando sul calcio straniero e su altri tipi di giochi, mai sul calcio italiano. In quel frangente rischiò, inoltre, di saltare il mondiale vinto quell’anno dall’Italia, e grazie al quale verrà incoronato come il portiere più forte in circolazione.

Smettere? Tutt’altro, il PSG sembra ad un passo

Nonostante l’addio alla Juventus, restano più concrete che mai le possibilità di vedere Gianluigi Buffon in campo anche l’anno prossimo, con un’altra maglia, sempre in ambito europeo. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore il Paris Saint Germain avrebbe avanzato un’offerta per l’ex n°1 bianconero, libero da qualsiasi vincolo contrattuale dal 30 giugno 2018. La trattativa sarebbe ai dettagli: 7/8 milioni di euro per un contratto biennale fino al 2020. I parigini, freschi campioni di Francia, negli ultimi anni hanno fatto incetta di successi nei confini nazionali, ma nonostante sostanziosi investimenti, la strada alla coppa dalle grandi orecchie si è interrotta, puntualmente, troppo presto. Chissà se l’unico trofeo internazionale che manca a Buffon arriverà proprio nella capitale francese. Sicuramente sarebbe un’enorme beffa per i tifosi bianconeri dopo le finali perse a Berlino e a Cardiff con la Juventus.

Buffon cala il sipario.. in Italia


Insomma, in questi ventitre anni di carriera, prima con la maglia del Parma, poi con quella della Juventus e della Nazionale, Gianluigi Buffon ha fatto parlare di sé, per le migliaia di parate in campo: con la mano di richiamo, con il pallone che sbuca all’ultimo da una selva di gambe, ma anche per la movimentata vita privata. L’unica certezza, tralasciando la fede calcistica, è che siamo stati attenti spettatori di uno dei portieri più forti della storia. Probabilmente, il più forte di sempre.