Un termine che sembra tanto lontano dal mondo del calcio, al quale però, è sempre di più legato. Oggi una prima panoramica con protagonista uno dei paesi più rappresentativi di questo abbinamento: il Qatar.

Cos’è Soft Power?

“Soft Power” è un termine coniato dal politologo americano Joseph S. Nye,Jr. e può essere tradotto come “potere dolce”. Esso viene utilizzato per descrivere l’abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare, tramite risorse intangibili quali “cultura, valori e istituzioni della politica”. Ciò va a contrapporsi con “l’hard power”, il quale lega la sua strategia sopratutto al potere militare.

Nasser Al Khelaifi, il volto del Qatar

L’esempio più vistoso di tutto questo, specie nel calcio, è sicuramente il Qatar. Lo stato arabo è passato in brevissimo tempo da sconosciuto a vera e propria potenza economica e mediatica, riuscendosi ad imporre anche su vicini con più storia e fondi. La fondazione di Al Jazeera ha sicuramente rappresentato il primo passo di questa scalata, che ha però raggiunto il suo apice grazie a Nasser Al Khelaifi.

Qatar Khelaifi
Nasser Al Khelaifi con Neymar

L’uomo rappresenta il vero è proprio volto della Qatar Investment Authority ed è colui che più di tutti volle il Psg degli arabi, venendo poi subito eletto presidente. È a lui che dobbiamo lo sbarco a Parigi di campioni come Ibrahimovic, Di Maria e Thiago Silva. Se questi acquisti servivano anche per rilanciare l’immagine del club nel mondo, quelli incredibili dello scorso anno sono dovuti più alla politica che ad altro.

Calcio e politica

Nel 2017 il Psg acquisterà infatti sia Neymar dal Barcellona che Mbappé dal Monaco, spendendo più di 350 milioni e registrando il record di tutti i tempi per quanto riguarda una campagna acquisti. Una pubblicità incredibile per il simbolo del Qatar in Europa.

In quell’anno infatti si verificò una delle più grandi crisi della regione con protagonisti Arabia Saudita e Qatar. I primi infatti hanno sempre mal apprezzato il supporto dei qatarioti ai Fratelli Musulmani, associazione di stampo social-religioso diffusa in tutto il Medio Oriente. Inoltre la posizione non chiara con l’Iran è sempre stata vista dai sauditi come una sorta di tradimento nel confronto degli altri paesi arabi.

Qatar Khelaifi
Al Sisi, re Faisal e Donald Trump al meeting di Riyadh

La situazione però precipitò proprio nel 2017 quando il presidente Trump annunciò il suo impegno a Riyadh contro Iran e Fratelli Musulmani. Dopo l’annuncio del Presidente, l’Arabia Saudita ruppe ogni rapporto diplomatico con il Qatar, invitando i suoi alleati a fare lo stesso. La scelta dell’acquistare Neymar inoltre va letta anche alla luce del cambio di sponsor dei catalani che proprio nel 2017 terminarono la partnership con la Qatar Airways.

Qatar 2022

Nell’ottica di Khelaifi, il brasiliano rappresenta anche un’ulteriore opportunità d’immagine. Non è un caso infatti che nell’accordo siglato con il brasiliano ci sia anche quello di far da testimonial ai prossimi mondiali e altri eventi in Qatar.

Qatar Khelaifi
Neymar ambasciatore della Qatar National Bank

La competizione potrà essere considerata un vero e proprio banco di prova per quanto riguarda il paese e il mondo arabo in generale. Un’occasione nella quale il Qatar farà di tutto per mostrarsi al mondo come leader assoluto del Medio Oriente e del calcio.

Prossimo appuntamento con il soft power dell’Arabia Saudita. Trovi l’articolo anche sulla pagina Medio Oriente e Dintorni, ogni giorno il meglio di libri, musica, film e sport dal Medio Oriente.