La nouvel France viene da lontano, da territori sconosciuti ed inesplorati. Luoghi che con la Francia tradizionale hanno ben poco, come Dimitri Payet, venuto dall’isola La Réunion per conquistare i territori d’oltralpe.

La Réunion des peuples

La Francia di Dimitri Payet non è quella della Tour Eiffel e dello Champagne. Non è nemmeno quella delle Banlieu o del porto di Marsiglia. La sua Francia è quella delle foreste e delle balene, a sud dell’equatore e della tranquillità a dell’oceano indiano. La sua terra è il frutto di un infinito mix di razze e di popoli, è quella dove una poesia di Derek Walcott risuona armoniosa e compatta. Dove la cultura indiana e quella africana convivono insieme, parlando una lingua che non è la loro. È da quest’isola che arriva Dimitri, frutto delle infinite unioni che popolano questo paradiso naturale, patria di svariate specie protette. Una sorta di Galapagos francofona. Qui ha calciato i primi palloni, scartato i primi avversari e battuto i suoi primi portieri.
Dimitri Payet

Gli esordi

È proprio giocando sulla sua isola che viene per la prima volta notato da degli osservatori del Le Havre. Il club normanno non è nuovo a scovare giovani fenomeni, da Mahrez a Pogba, tutti sono passati dal club più antico di Francia. Payet si trasferisce in Francia a 12 anni, rimarrà fino ai 16 ma lì non si trova. La nostalgia di casa per lui è troppo forte, gli manca la sua Africa colorata e non sopporta il freddo della Normandia. Nel 2003 allora torna a casa e inizia a giocare per l’AS Excelsior, una squadra amatoriale che però si qualifica per la coppa di Francia. Dimitri gioca e convince, tanto che il Nantes la stagione successiva decide di puntare su di lui. Questa volta è quella buona, a 18 anni è pronto ad iniziare la sua avventura, è pronto a coronare il suo sogno.

Dimitri Payet
Payet al Saint Etienne

Nantes, Saint Etienne e Lille

Il Nantes è un ottimo campo di prova, una squadra di media classifica, con poche ambizioni e molte speranze. Payet entra subito nei meccanismi della squadra e si vede. Dopo appena 2 stagioni si trasferisce al Saint Etienne iniziando a diventare un giocatore sempre più importante della Ligue 1. Non saranno però i 4 anni passati nella squadra biancoverde e nemmeno i 2 passati nel Lille di Garcia a rivoluzionargli la carriera. La vera trasformazione avviene in una sola stagione, sotto gli occhi vigili di Marcelo Bielsa.
Dimitri Payet

L’anno del Loco

Nella stagione 2014-2015 Dimitri Payet realizzerà 125 passaggi chiave, ben 23 più di De Bruyne, 31 più di Fabregas, 33 più di Hazard e 34 più di Messi. Il giocatore dell’OM porterà al tiro un compagno per una media di 3.7 volte a partita. Negli ultimi 5 anni in Europa nessuno ha mai fatto meglio di lui: non Di Maria, non Özil, non Xavi, non David Silva, non Rakitic, non Mata, non Fabregas, non Pirlo, non Reus, non Sahin, non Ribery. El Loco rivoluzionerà completamente il suo livello di gioco. Trasformerà la promessa di Reunion in un calciatore totale, capace di fare la differenza ovunque. Per la prima volta nella sua vita è al centro del mondo francese. Lui, originario del dominio francese più lontano dalla madrepatria, è ora uno dei massimi rappresentanti di questo mondo.
Ora però non gli basta più, vuole una nuova sfida. Una nuova mentalità con cui confrontarsi. Arriva il West Ham e si porta a casa uno dei migliori talenti nella storia recente del calcio d’oltralpe.

Dimitri Payet
Dimitri Payet insieme a Slaven Bilic durante il suo periodo con gli Hammers

Hammers e Bleus

Nel 2015 si trasferisce a Londra, in pochissimo tempo diventa il migliore acquisto della storia del club. Gol, assist, dribbling spettacolari, un godimento assoluto per gli irons. La sua qualità consente di dare una nuova evoluzione di calcio spettacolo ad un club che storicamente è più noto per la passione dei suoi tifosi che per il bel gioco. Non solo. senza di lui la squadra non gira. Bilic arriverà addirittura a dichiarare di dover studiar poesia per descrivere l’impatto di Payet nella sua squadra.
I successi in Inghilterra procedono di pari passo con quelli in nazionale. Per la prima volta Deschamps è costretto a convocarlo, a non far finta che non esista. La squadra si sta preparando a disputare gli Europei in casa, senza Benzema né Valbuena, sospesi per vicende extra-calcistiche. Il naturale sostituto è proprio il giocatore di La Reunion, che onora la convocazione con un impatto devastante nella prima parte dell’Europeo, tanto da conquistarsi il titolo di giocatore più decisivo della competizione.
Dimitri Payet

Il ritorno a casa

Sembra la favola perfetta, qualcosa però s’inceppa. Dimitri inizia a sentire di nuovo la nostalgia di casa, di Marsiglia stavolta. Il West Ham è in imbarazzo, la situazione è di difficile gestione, l’idolo indiscusso vuole cambiare squadra. Inizialmente pensano ad uno scherzo, provano a dissuadere la loro stella. Niente da fare, Dimitri Payet non giocherà mai più per gli Hammers. I tifosi lo accusano di tradimento, iniziano a bruciare le sue maglie, ad urlargli contro. Nemmeno i compagni si dimostrano solidali, lo isolano completamente da tutto e da tutti. Sono giorni complicati per il talento francese che teme che il Marsiglia provi ad ottenere grossi sconti, rischiando poi di non prenderlo più. Quando finalmente arriva l’offerta giusta è una benedizione per lui: può tornare a casa.
Chissà cosa ne sarà del futuro di Payet, se ci sarà un ritorno in Inghilterra come da piccolo ce ne fu uno in Francia. Noi però oggi vogliamo festeggiare colui che insegnò ai propri colonizzatori ad amare il calcio.