La vittoria di ieri da parte del Manchester City sul Barcellona ha il sapore di rivincita per Pep Guardiola che solo qualche settimana fa era stato deriso proprio al Camp Nou con un netto 4-0 contro il suo Barcellona e dal suo amico nonché ex compagno di squadra ed erede Luis Enrique.
Ieri, però, la lezione di calcio è stata impartita dal Manchester e da Pep che ha aspettato, ha aspettato, ha aspettato e poi, nel momento giusto, ha colpito facendo male alla squadra catalana, la squadra che lo ha cresciuto come calciatore e lo ha consacrato come allenatore.
Messi ha provato ad essere più forte di Pep e del Manchester ma poi Pep ha trovato il modo giusto di ingabbiare il centrocampo del Barcellona e nel secondo tempo i blaugrana non hanno mai visto un pallone se non nell’occasione della traversa di Gomes arrivata in modo del tutto estemporaneo per un errore di Stones.
Finalmente Pep si è tolto di dosso quel vestito, quella convinzione che a Barcellona e in Spagna è rimasta per tanto tempo: senza il Barca, senza Messi, senza il Camp Nou e senza quella squadra Pep non è più Pep. Come a dire è un buon allenatore ma senza la migliore squadra del mondo è solo un allenatore, come tanti. Invece no, Pep è Pep proprio perché ha reso una squadra forte una delle più forti, belle, divertenti e incredibile della storia del calcio. Pep è Pep perché ha rischiato andando in Germania alla guida del Bayern Monaco e oggi è l’allenatore del Manchester City che cerca di dare lezioni di calcio nel campionato più difficile della terra, la Premier League.
La grandezza di Pep è quella di mettersi sempre in gioco, di mettersi in discussione e soprattutto di provare a mettere in pratica le proprie idee, ottenendo dai giocatori stessi la fiducia necessaria per lasciarsi andare totalmente alla sua filosofia.
La vittoria in Champions League per Pep non è soltanto una via di fuga da un fallimento che poteva essere devastante per lui e per la società inglese ma è anche una vittoria che incarna perfettamente quel sentimento di rivalsa nei confronti della comunità catalana che ha visto il suo addio al Barcellona come un tradimento, come un amore finito ed è per questo che la vittoria di ieri non è solo una vittoria ma è il simbolo della rivincita di Pep.