Pierluigi Collina è stato probabilmente il miglior arbitro italiano di sempre. Il 13 febbraio ha compiuto 57 anni.

Ogni volta che mi trovo a parlare di calcio con qualcuno, puntuale arriva la classica domanda: “Ma chi è il tuo idolo?” Tutti si aspettano che io dica i soliti Cristiano Ronaldo, Leo Messi oppure le vecchie glorie Pelè e Maradona, ma io non ci penso due volte e rispondo… “Pierluigi Collina.”

Il mio giocatore preferito è Collina

Beh dovreste vedere le loro facce appena finisco di pronunciare quel nome. Per chi non conosce il mondo dell’arbitraggio, Collina è semplicemente una “casacca nera” un po’ più importante delle altre, ma pur sempre una “casacca nera”; per i più giovani, che non l’hanno mai visto in campo, è addirittura uno sconosciuto stampato sulle copertine di PES insieme ad Henry, Totti e Buffon.
Insomma non è né un grande allenatore che ha traghettato la sua formazione dalla bassa classifica all’impensabile vittoria di un campionato, né un bomber che, con addosso il numero 10, ha guidato a suon di gol la sua squadra alla conquista dell’Europa, ma più semplicemente, un arbitro.

Collina, il miglior arbitro del mondo
Collina, il miglior arbitro del mondo

L’arbitro non vince mai

Un direttore di gara non vince nulla, non fa gol, non gioca in una squadra, non ha una figurina sull’album dei calciatori Panini e quindi per la maggior parte delle persone, Collina non può essere considerato un idolo al pari di un calciatore. Forse hanno ragione, Collina non è un idolo… è un esempio!
Come posso descriverlo a chi non lo conosce: Collina per il calcio è stato un po’ come l’eroe biblico Sansone, forte e determinato; l’unico aspetto che rende il primo migliore del secondo è che il suo vigore è rimasto intatto nonostante la perdita dei capelli. Oggi però Collina non è semplicemente un cognome impresso sugli annali del calcio, ma un vero e proprio sinonimo del termine arbitro.
In sezione ci ripetevano sempre che un buon direttore di gara deve essere fortemente carismatico e dal temperamento deciso, un po’ come il grande fischietto di Viareggio ma originario di Bologna, una città che sembra averci preso gusto a sfornare icone dell’arbitraggio internazionale: anche Nicola Rizzoli proviene infatti dalla sezione felsinea.

Collina, il miglior arbitro di sempre

Una cosa che lo ha reso unico, oltre allo sguardo penetrante e alla precisione dei gesti tecnici, è stata la capacità di conquistarsi il rispetto di tifosi e giocatori e di mantenere il controllo nelle situazioni più difficili. Doti che, col tempo, gli hanno permesso di riempire la propria bacheca di tanti successi quanti i trofei di Real Madrid, Milan e Boca Juniors messi insieme e di scrivere pagine e pagine della storia del calcio utilizzando solo un fischietto e due cartellini.
Pagine belle e memorabili come la rocambolesca finale di Champions League di Barcellona 1998-99 tra Manchester United e Bayern Monaco, una partita che ha visto la rimonta degli inglesi negli ultimi tre minuti di recupero concessi proprio dal direttore di gara italiano. Oppure la finale dei Mondiali di Corea del Sud-Giappone 2002 tra Brasile e Germania, una designazione diversa da tutte le altre, che gli ha permesso di diventare, dopo Gonella, il secondo arbitro italiano della storia del calcio a dirigere una finale mondiale.

Collina, momenti bui
Collina, momenti bui

Momenti bui

Ma, come tutte le carriere, non mancano anche i momenti bui per Collina che si ritrova sommerso dalle polemiche per il mancato rinvio di Perugia-Juventus (1-0), partita decisiva per le sorti dello scudetto 1999-2000 vinto poi dalla Lazio di Sven-Goran Eriksson.
Una partita difficile, ma diretta in maniera impeccabile, condizionata dall’espulsione del subentrante Zambrotta e da un violento nubifragio che obbligò Collina a tenere le squadre negli spogliatoi del “Renato Curi” per settanta minuti.
Ma il carisma di Collina andò oltre il rettangolo verde, fino al piccolo schermo, fu infatti il primo arbitro testimonial per alcune campagne pubblicitarie e non solo: dallo spot giapponese sulle polpettine di polpo “takoyaki” passando per il ruolo da protagonista nel video della canzone “La gatta sul tetto” di Giorgia fino alle sue caricature nell’ultimo episodio di Holly e Benji e nel video della canzone “Shoot the Dog” di George Michael.

Collina, l’arbitro rockstar

Collina divenne a tutti gli effetti una vera e propria star del mondo del calcio. Fu proprio un contratto pubblicitario firmato con Opel nel 2005 senza il consenso dell’allora presidente AIA Tullio Lanese, a far calare il sipario su trent’anni di carriera degna di lode. Per Collina infatti quel gesto costò la retrocessione in B ma lui respinse le accuse e si ritirò rassegnando le sue dimissioni, dimostrando ancora una volta la determinazione che lo aveva da sempre contraddistinto.
Dopo un periodo come opinionista sportivo e diversi incarichi negli organi dirigenziali AIA, il fenomeno della “fuga dei fischietti” non lo ha risparmiato, come Rosetti, anche lui ha scelto di esportare il suo talento e l’arbitraggio “made in italy” fuori dal bel paese accettando l’incarico di capo degli arbitri per la Federazione Calcistica Ucraina, nel regno di un altro mostro sacro del calcio, Andrij Shevcenko.
C’è chi dice che da grande vorrebbe fare il calciatore come Ronaldo io sogno ancora di diventare come Pierluigi Collina, un uomo, uno sportivo, ma, soprattutto, un arbitro…. dentro e fuori dal campo!