Se c’è qualcosa da imparare nelle tragedie greche, e’ che quando l’uomo sfida gli dei o la sua stessa natura, finisce sempre male.

Successe a Sisifo, costretto alla punizione eterna di portare una roccia su fino in cima ad una montagna per vedersela tutte le volte rotolare a terra proprio ad un passo dalla metà; successe a Prometeo reo di aver rubato il fuoco agli dei e condannato a vedere il proprio fegato dilaniato dagli avvoltoi.
Beh, ci auguriamo, in cuor nostro, che gli dei del calcio siano di più ampie vedute e premino il coraggio piuttosto che punire la tracotanza. E che la folle corsa di Mirko Pigliacelli, portiere del Trapani e novello Forrest Gump, o Higuita per rimanere nell’ambito calcistico, che ieri all’82esimo sul risultato di 0 a 1 a favore del Frosinone, si prodigava in una corsa a perdifiato oltre la metà campo avversaria, prima di dribblare secco un centrocampista e servire l’assistenza che sarebbe potuta risultare decisiva a Manconi, venga premiata per la probabilmente più folle azione vista quest’anno su un campo della serie cadetta.
Sarà lui a suonare la carica ai suoi per la prossima gara in casa, decisiva per capire se i siciliani riusciranno a conquistare la salvezza diretta, dopo una stagione nata sotto la cattiva stella che ha visto l’avvicendarsi in panchina di Alessandro Calori al posto di un Serse Cosmi incapace di ripetere l’ottimo piazzamento dello scorso anno Oppure saranno gli dei del calcio a inventarsi un rimpallo, un pallone viscido o una svista arbitrale per restituire al portiere che per un giorno volle essere calciatore, tutti i limiti propri di un essere umano che ha osato sfidare gli dei.
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